La necessità di un intervento di restauro sul palinsesto della cappella di Santa Cecilia ha messo in evidenza la mancanza di dati provenienti da indagini diagnostiche sulle diverse stratificazioni pittoriche, dati che sono oramai considerati fondamentali e preliminari a qualsiasi intervento conservativo.   A tal riguardo, la diagnostica applicata ai beni culturali si concentra sullo studio scientifico, sia attraverso analisi di laboratorio che in situ, dei materiali costitutivi di un’opera d’arte, consentendo così di conoscere e indagare gli aspetti materici che costituiscono i manufatti, nonché le eventuali alterazioni (processi chimici, fisici e biologici) che possono essersi verificate nel tempo a causa di fattori di degrado ambientali e antropici. Le opere d’arte sono realizzate con differenti materiali che vanno da quelli pittorici al legno, la pietra, il metallo, i tessuti, la carta, etc. La caratterizzazione di questi materiali è fondamentale per garantire la conservazione a lungo termine delle opere ed è necessaria per poter pianificare gli eventuali interventi di restauro. Inoltre, per questa tipologia di manufatti si ha la necessità di ridurre al minimo sia la quantità che il numero di campioni prelevati e spesso gli oggetti da analizzare sono inamovibili o non possono essere spostati e portati in laboratorio per le analisi. Negli ultimi vent'anni, la ricerca ha cercato di affrontare questi problemi sviluppando tecnologie progressivamente sempre più avanzate, non invasive e portatili con L’istituto svolge la sua attività attraverso ricerche collaborative che coinvolgono discipline umanistiche e delle scienze sperimentali per lo sviluppo di tecniche e metodologie innovative non invasive e micro-invasive, che vanno a comporre specifici protocolli analitici. Inoltre, l’Istituto con i suoi laboratori di diagnostica (Laboratorio di Scienza dei materiali del Patrimonio Culturale e Approcci e tecnologie innovative per la conservazione del patrimonio culturale) fa parte del nodo italiano dell'infrastruttura di ricerca europea sull'Heritage Science (E-RIHS), che offre accesso a strumenti scientifici e conoscenze all'avanguardia nel settore ed organizza dottorati di ricerca e scuole di alta formazione sulla diagnostica avanzata non invasiva applicata ai Beni Culturali.

Indagini analitiche finalizzate alla caratterizzazione dei pigmenti e allo studio dello stato di conservazione del palinsesto 

Casanova Municchia A.
Conceptualization
;
Di Tullio V.
Writing – Original Draft Preparation
;
Luvidi L.
Conceptualization
;
Proietti N.
2024

Abstract

La necessità di un intervento di restauro sul palinsesto della cappella di Santa Cecilia ha messo in evidenza la mancanza di dati provenienti da indagini diagnostiche sulle diverse stratificazioni pittoriche, dati che sono oramai considerati fondamentali e preliminari a qualsiasi intervento conservativo.   A tal riguardo, la diagnostica applicata ai beni culturali si concentra sullo studio scientifico, sia attraverso analisi di laboratorio che in situ, dei materiali costitutivi di un’opera d’arte, consentendo così di conoscere e indagare gli aspetti materici che costituiscono i manufatti, nonché le eventuali alterazioni (processi chimici, fisici e biologici) che possono essersi verificate nel tempo a causa di fattori di degrado ambientali e antropici. Le opere d’arte sono realizzate con differenti materiali che vanno da quelli pittorici al legno, la pietra, il metallo, i tessuti, la carta, etc. La caratterizzazione di questi materiali è fondamentale per garantire la conservazione a lungo termine delle opere ed è necessaria per poter pianificare gli eventuali interventi di restauro. Inoltre, per questa tipologia di manufatti si ha la necessità di ridurre al minimo sia la quantità che il numero di campioni prelevati e spesso gli oggetti da analizzare sono inamovibili o non possono essere spostati e portati in laboratorio per le analisi. Negli ultimi vent'anni, la ricerca ha cercato di affrontare questi problemi sviluppando tecnologie progressivamente sempre più avanzate, non invasive e portatili con L’istituto svolge la sua attività attraverso ricerche collaborative che coinvolgono discipline umanistiche e delle scienze sperimentali per lo sviluppo di tecniche e metodologie innovative non invasive e micro-invasive, che vanno a comporre specifici protocolli analitici. Inoltre, l’Istituto con i suoi laboratori di diagnostica (Laboratorio di Scienza dei materiali del Patrimonio Culturale e Approcci e tecnologie innovative per la conservazione del patrimonio culturale) fa parte del nodo italiano dell'infrastruttura di ricerca europea sull'Heritage Science (E-RIHS), che offre accesso a strumenti scientifici e conoscenze all'avanguardia nel settore ed organizza dottorati di ricerca e scuole di alta formazione sulla diagnostica avanzata non invasiva applicata ai Beni Culturali.
2024
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC - Sede Secondaria Roma
978-88-492-5125-8
indagini non invasive, pigmenti, stato di conservazione, biodeterioramento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/535442
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