L'ombra del mister. Il racconto dell'allenatore nel romanzo e in altri oggetti narrativi

Quanto e quale spazio viene riservato al mister nella narrazione del calcio? E perché non viene percepito come un eroe? Il ruolo cardine dell’allenatore non sembra sedurre l’immaginario, malgrado il fatto che una squadra senza mister si riduca a un insieme di individualità sottoposto al rischio di non potersi trasformare pienamente in un’efficace comunità di pratica. La cultura popolare – o meglio quel marketing che la influenza e la plasma – in tempi recenti ha legato la figura del coach a un immaginario vincente, in particolare nell’ambito delle risorse umane. Eppure, se la squadra trionfa come una compagine, spesso in caso di sconfitta a cadere è un uomo solo, che è anche solo un uomo: il perfetto capro espiatorio. Ma la narrazione dell’allenatore è variegata: si manifesta come archetipo del vecchio saggio, del mago, del comunicatore/innovatore; attraversa lo specchio rovesciato, indossa una maschera prismatica, si propone come figura paterna o divinità; raramente, riveste i panni del mentore.