Questo contributo intende riflettere sul ruolo che l’archeologia può avere nello studio del passato recente, a partire dalla prospettiva della ricerca sugli spazi rurali e sulla storicizzazione del paesaggio, attraverso la discussione del caso di Cipressa (IM). L’indagine che il Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale (LASA) dell’Università degli Studi di Genova sta realizzando ha, sinora, riguardato un versante, quello compreso tra l’abitato di Cipressa e il mare, che è caratterizzato oggi dalla presenza di piccole aziende agricole, dove, lungo i terrazzamenti che caratterizzano i versanti, è possibile osservare un’elevata densità di manufatti legati all’irregimentazione e gestione delle risorse idriche realizzati negli ultimi 150 anni. Si tratta prevalentemente di pozzi, canalizzazioni e cisterne in cemento. Molti di essi sono ancora in uso (o riutilizzati), mentre di altri sono riconoscibili oggi solo alcune tracce. Le ricognizioni archeologiche hanno permesso di ricostruire le trasformazioni del paesaggio negli ultimi due secoli, con particolare riferimento al passaggio, fra XIX e XX secolo, da una fase di colture terrazzate irrigue (ulivo, vite, orti, alberi da frutto) allo sviluppo e al progressivo intensificarsi della floricoltura che, dopo la metà del Novecento ha assunto un carattere di tipo “industriale”, per poi gradualmente declinare, pur radicandosi nell’immaginario collettivo (ad es. nella toponomastica) come fenomeno, e per certi versi vocazione “tradizionale” dell’area. L’analisi tipologica e spaziale delle tracce di questi manufatti ha permesso sia di ricostruire cronologie fini di usi, riusi e trasformazioni degli spazi, sia di riconoscere, nella loro dimensione materiale 1, la costruzione e l’esercizio dei diritti di accesso alla risorsa idrica (e dei conflitti), da parte delle collettività legate a Cipressa e alle vicine Lingueglietta e Costarainera, anche in riferimento all’istituzione del Consorzio Irriguo del 1928; in aggiunta a ciò, è stato possibile individuare le relazioni tra i cambiamenti nelle colture e le trasformazioni economico-sociali (ferrovia, flussi migratori, industria) che hanno interessato quest’area nel periodo in esame. La prima sezione di questo contributo sarà dedicata alla discussione delle serie documentarie (sul terreno e fra le testimonianze scritte) che stiamo raccogliendo per ricostruire le modalità di gestione della risorsa idrica e delle pratiche agricole nell’area di Cipressa, mentre la seconda sezione verterà principalmente sulla restituzione del contesto storico, economico e sociale della Riviera ligure di Ponente tra XIX e XX secolo. Dal punto di vista metodologico questa ricerca vuole proporre un ragionamento sui processi di costruzione sociale dello spazio locale ed evidenziare come, focalizzando l’attenzione sulle pratiche e i sistemi di gestione delle risorse ambientali, sia possibile mettere in discussione categorie consolidate e spesso usate in maniera assiomatica come “modernità”, o dicotomica come nell’opposizione rurale/urbano e industriale/rurale. Questi temi, unitamente al concetto di “invenzione della tradizione” con riferimento specifico al caso della “Riviera dei Fiori”, verranno infine affrontati nelle conclusioni del contributo.
L'invenzione della tradizione. La nascita della “Riviera dei Fiori” e le trasformazioni agrarie di Cipressa (IM) fra XIX e XXI secolo
Alessandro Panetta
;
2024
Abstract
Questo contributo intende riflettere sul ruolo che l’archeologia può avere nello studio del passato recente, a partire dalla prospettiva della ricerca sugli spazi rurali e sulla storicizzazione del paesaggio, attraverso la discussione del caso di Cipressa (IM). L’indagine che il Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale (LASA) dell’Università degli Studi di Genova sta realizzando ha, sinora, riguardato un versante, quello compreso tra l’abitato di Cipressa e il mare, che è caratterizzato oggi dalla presenza di piccole aziende agricole, dove, lungo i terrazzamenti che caratterizzano i versanti, è possibile osservare un’elevata densità di manufatti legati all’irregimentazione e gestione delle risorse idriche realizzati negli ultimi 150 anni. Si tratta prevalentemente di pozzi, canalizzazioni e cisterne in cemento. Molti di essi sono ancora in uso (o riutilizzati), mentre di altri sono riconoscibili oggi solo alcune tracce. Le ricognizioni archeologiche hanno permesso di ricostruire le trasformazioni del paesaggio negli ultimi due secoli, con particolare riferimento al passaggio, fra XIX e XX secolo, da una fase di colture terrazzate irrigue (ulivo, vite, orti, alberi da frutto) allo sviluppo e al progressivo intensificarsi della floricoltura che, dopo la metà del Novecento ha assunto un carattere di tipo “industriale”, per poi gradualmente declinare, pur radicandosi nell’immaginario collettivo (ad es. nella toponomastica) come fenomeno, e per certi versi vocazione “tradizionale” dell’area. L’analisi tipologica e spaziale delle tracce di questi manufatti ha permesso sia di ricostruire cronologie fini di usi, riusi e trasformazioni degli spazi, sia di riconoscere, nella loro dimensione materiale 1, la costruzione e l’esercizio dei diritti di accesso alla risorsa idrica (e dei conflitti), da parte delle collettività legate a Cipressa e alle vicine Lingueglietta e Costarainera, anche in riferimento all’istituzione del Consorzio Irriguo del 1928; in aggiunta a ciò, è stato possibile individuare le relazioni tra i cambiamenti nelle colture e le trasformazioni economico-sociali (ferrovia, flussi migratori, industria) che hanno interessato quest’area nel periodo in esame. La prima sezione di questo contributo sarà dedicata alla discussione delle serie documentarie (sul terreno e fra le testimonianze scritte) che stiamo raccogliendo per ricostruire le modalità di gestione della risorsa idrica e delle pratiche agricole nell’area di Cipressa, mentre la seconda sezione verterà principalmente sulla restituzione del contesto storico, economico e sociale della Riviera ligure di Ponente tra XIX e XX secolo. Dal punto di vista metodologico questa ricerca vuole proporre un ragionamento sui processi di costruzione sociale dello spazio locale ed evidenziare come, focalizzando l’attenzione sulle pratiche e i sistemi di gestione delle risorse ambientali, sia possibile mettere in discussione categorie consolidate e spesso usate in maniera assiomatica come “modernità”, o dicotomica come nell’opposizione rurale/urbano e industriale/rurale. Questi temi, unitamente al concetto di “invenzione della tradizione” con riferimento specifico al caso della “Riviera dei Fiori”, verranno infine affrontati nelle conclusioni del contributo.| File | Dimensione | Formato | |
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