Uno spazio moderno? Il mezzogiorno di primo ottocento attraverso il catasto murattiano. Spunti di riflessione

Nel Mezzogiorno d’Italia il binomio Ottocento/catastazione trova una declinazione coerente nel Catasto Murattiano, che è al centro di questo contributo. Elemento peculiare del programma di riforma fiscale attuato dai governanti francesi – gli anni 1806-1815, che vanno sotto il nome di Decennio francese, vedono la dominazione d’oltralpe nel Regno di Napoli – il Murattiano, che sono i decreti 4 aprile, 12 agosto e 9 ottobre 1809 a introdurre (ASNa, Leggi e decreti, 1809, I s., n. 335; II s., n. 441; II s., n. 477), ne interpreta il più generale sforzo razionalizzante. Catasto non geometrico, ma a stima peritale, ha come base il territorio, che viene ora descritto in maniera minuziosa, misurato e segnatamente inquadrato. Proprio l’attività di misurazione d’altronde, fissando il passaggio da un concetto generico di spazio a quello meno sfuggente di territorio, che è tale cioè in quanto misurabile, controllabile, in una parola trasfor