In Puglia erano presenti numerose fornaci per la produzione della calce che in gergo venivano chiamate “carcare”; esse rappresentano i primi metodi di produzione della calce. Grazie all’attività estrattiva (che si praticava in numerosi centri della Puglia), favorita dalla peculiare conformazione geologica ricca di giacimenti calcarei e alla stringente domanda di prodotti per l’edilizia, aumenta considerevolmente la produzione della calce; da qui la necessità di costruire fornaci che trasformavano la pietra calcarea in calce. La pietra da calce si calcinava a mezzo di una “carcara di campagna” per la cottura in cataste. Nel corso degli anni il sistema di cottura si perfezionò lentamente realizzando dei veri e propri forni (“carcare”) intermittenti costituiti da una struttura lapidea parzialmente interrata e completamente fuori terra. Verso il 1950 circa, inizia una lenta fase di calo dovuta alla nascita delle fornaci in muratura che prevedono dei cicli continui di cottura ed una meccanizzazione del sistema produttivo; sul territorio si diffondono i “forni Villanova” o “forni a tino” o “forni a bottiglione”
Dalla “carcara” alla fornace “a bottiglione” per la produzione della calce in Puglia
Monte A.
2022
Abstract
In Puglia erano presenti numerose fornaci per la produzione della calce che in gergo venivano chiamate “carcare”; esse rappresentano i primi metodi di produzione della calce. Grazie all’attività estrattiva (che si praticava in numerosi centri della Puglia), favorita dalla peculiare conformazione geologica ricca di giacimenti calcarei e alla stringente domanda di prodotti per l’edilizia, aumenta considerevolmente la produzione della calce; da qui la necessità di costruire fornaci che trasformavano la pietra calcarea in calce. La pietra da calce si calcinava a mezzo di una “carcara di campagna” per la cottura in cataste. Nel corso degli anni il sistema di cottura si perfezionò lentamente realizzando dei veri e propri forni (“carcare”) intermittenti costituiti da una struttura lapidea parzialmente interrata e completamente fuori terra. Verso il 1950 circa, inizia una lenta fase di calo dovuta alla nascita delle fornaci in muratura che prevedono dei cicli continui di cottura ed una meccanizzazione del sistema produttivo; sul territorio si diffondono i “forni Villanova” o “forni a tino” o “forni a bottiglione”| File | Dimensione | Formato | |
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