La storiografia moderna sulla Palestina si è concentrata soprattutto sul significato religioso della regione e sulle origini del conflitto israelo-palestinese, trascurando secoli di storia e gruppi sociali che hanno contribuito a plasmare il territorio. Questo approccio ha rafforzato una narrazione parziale, incentrata sui periodi biblico, crociato e contemporaneo, riducendo la complessità delle dinamiche locali. Il saggio propone invece una prospettiva di lungo periodo, focalizzata sul dominio ottomano e in particolare sull’età delle riforme delle Tanzimat (1839–1876), momento cruciale per le trasformazioni politiche, sociali ed economiche della regione. L’analisi mette in luce il ruolo dei pellegrinaggi e delle interazioni tra comunità locali e stranieri, che favorirono lo sviluppo economico e la ridefinizione identitaria delle popolazioni, contribuendo alla formazione di una modernità “ibrida”. Le riforme ottomane, insieme all’afflusso crescente di istituzioni religiose e capitali europei, trasformarono profondamente città come Gerusalemme, Giaffa, Haifa e Betlemme, generando processi di urbanizzazione e modernizzazione selettiva. Tuttavia, tali dinamiche accentuarono le disuguaglianze tra centri urbani e aree rurali, creando squilibri territoriali destinati a perdurare. Il capitolo sostiene che il periodo tardo-ottomano non fu un semplice preludio al conflitto moderno, ma un laboratorio di interazioni globali e locali, in cui il pellegrinaggio e le presenze straniere ridefinirono spazi urbani, economie e identità. Comprendere questa fase significa restituire complessità e profondità a una regione troppo spesso interpretata come mera “terra contesa”.
Pellegrinaggi e trasformazioni urbane: la Palestina ottomana al tramonto dell'Impero
Pace Giuseppe
2025
Abstract
La storiografia moderna sulla Palestina si è concentrata soprattutto sul significato religioso della regione e sulle origini del conflitto israelo-palestinese, trascurando secoli di storia e gruppi sociali che hanno contribuito a plasmare il territorio. Questo approccio ha rafforzato una narrazione parziale, incentrata sui periodi biblico, crociato e contemporaneo, riducendo la complessità delle dinamiche locali. Il saggio propone invece una prospettiva di lungo periodo, focalizzata sul dominio ottomano e in particolare sull’età delle riforme delle Tanzimat (1839–1876), momento cruciale per le trasformazioni politiche, sociali ed economiche della regione. L’analisi mette in luce il ruolo dei pellegrinaggi e delle interazioni tra comunità locali e stranieri, che favorirono lo sviluppo economico e la ridefinizione identitaria delle popolazioni, contribuendo alla formazione di una modernità “ibrida”. Le riforme ottomane, insieme all’afflusso crescente di istituzioni religiose e capitali europei, trasformarono profondamente città come Gerusalemme, Giaffa, Haifa e Betlemme, generando processi di urbanizzazione e modernizzazione selettiva. Tuttavia, tali dinamiche accentuarono le disuguaglianze tra centri urbani e aree rurali, creando squilibri territoriali destinati a perdurare. Il capitolo sostiene che il periodo tardo-ottomano non fu un semplice preludio al conflitto moderno, ma un laboratorio di interazioni globali e locali, in cui il pellegrinaggio e le presenze straniere ridefinirono spazi urbani, economie e identità. Comprendere questa fase significa restituire complessità e profondità a una regione troppo spesso interpretata come mera “terra contesa”.| File | Dimensione | Formato | |
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