Il lavoro parte da alcune definizioni utilizzate da Hannah Arendt sulla violenza per arrivare a indagare la "distanza e la "relazione". La violenza è definita da Arendt come opposta al potere perché appare quando esso è a repentaglio. La violenza è strumentale ed è fenomenologicamente vicina alla forza poiché si avvale di strumenti volti a moltiplicarla fino a sostituirsi a essa. Il potere è nella relazione e garantisce l'autonomia. La violenza è l'interruzione della relazione e nega l'autonomia. Dalle sperimentazioni dell'autonomia del bambino alla figura di Giobbe che "permane" nella relazione (con la divinità) ci possono essere possibili vie di opposizione alla violenza.
La distanza della violenza e il permanere di Giobbe
Stefania Lombardi
Primo
Writing – Review & Editing
2019
Abstract
Il lavoro parte da alcune definizioni utilizzate da Hannah Arendt sulla violenza per arrivare a indagare la "distanza e la "relazione". La violenza è definita da Arendt come opposta al potere perché appare quando esso è a repentaglio. La violenza è strumentale ed è fenomenologicamente vicina alla forza poiché si avvale di strumenti volti a moltiplicarla fino a sostituirsi a essa. Il potere è nella relazione e garantisce l'autonomia. La violenza è l'interruzione della relazione e nega l'autonomia. Dalle sperimentazioni dell'autonomia del bambino alla figura di Giobbe che "permane" nella relazione (con la divinità) ci possono essere possibili vie di opposizione alla violenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


