L’area di rappresentatività spaziale (SRA) è un indicatore essenziale da associare a ciascun punto di monitoraggio, fondamentale per estendere l’interpretazione dei dati misurati nel contesto della Direttiva di qualità dell’aria e valutare l’esposizione. Fin dalle prime bozze in circolazione della attuale Direttiva 2024/2881, è stato chiaro che la rappresentatività spaziale delle stazioni di misura è destinata a diventare un metadato fondamentale da comunicare insieme ai valori degli inquinanti. Al fine di individuare una metodologia comune che consenta la definizione della SRA delle singole stazioni di monitoraggio, sono stati condotti vari studi sia a livello europeo nell’ambito del Forum modellistico FAIRMODE, che a livello nazionale. In Italia, nel 2013, ENEA ha realizzato, per conto del Ministero dell’Ambiente, uno studio volto ad esaminare diversi approcci metodologici [1,2,3]. A livello europeo, nel gruppo di lavoro WG8 di FAIRMODE, è stato promosso un esercizio per testare l’applicazione di vari metodi sulla rappresentatività spaziale, allo scopo di arrivare alla definizione di un metodo semplice, robusto e trasparente che potesse essere facilmente applicato in tutta Europa [4]. In questo contesto, nel corso degli anni, ARPAT e LAMMA hanno effettuato valutazioni sulle SRA per la Regione Toscana, applicando i vari metodi sopra citati, aggiornandoli sia nel tempo, dato che la rappresentatività delle stazioni può non essere costante, sia utilizzando metodologie diverse. Sono di seguito descritti i metodi testati e utilizzati per la rete regionale in Toscana.
Rappresentatività spaziale delle stazioni di misura di qualità dell’aria, esempi di buone pratiche in Toscana
Francesca Calastrini;
2025
Abstract
L’area di rappresentatività spaziale (SRA) è un indicatore essenziale da associare a ciascun punto di monitoraggio, fondamentale per estendere l’interpretazione dei dati misurati nel contesto della Direttiva di qualità dell’aria e valutare l’esposizione. Fin dalle prime bozze in circolazione della attuale Direttiva 2024/2881, è stato chiaro che la rappresentatività spaziale delle stazioni di misura è destinata a diventare un metadato fondamentale da comunicare insieme ai valori degli inquinanti. Al fine di individuare una metodologia comune che consenta la definizione della SRA delle singole stazioni di monitoraggio, sono stati condotti vari studi sia a livello europeo nell’ambito del Forum modellistico FAIRMODE, che a livello nazionale. In Italia, nel 2013, ENEA ha realizzato, per conto del Ministero dell’Ambiente, uno studio volto ad esaminare diversi approcci metodologici [1,2,3]. A livello europeo, nel gruppo di lavoro WG8 di FAIRMODE, è stato promosso un esercizio per testare l’applicazione di vari metodi sulla rappresentatività spaziale, allo scopo di arrivare alla definizione di un metodo semplice, robusto e trasparente che potesse essere facilmente applicato in tutta Europa [4]. In questo contesto, nel corso degli anni, ARPAT e LAMMA hanno effettuato valutazioni sulle SRA per la Regione Toscana, applicando i vari metodi sopra citati, aggiornandoli sia nel tempo, dato che la rappresentatività delle stazioni può non essere costante, sia utilizzando metodologie diverse. Sono di seguito descritti i metodi testati e utilizzati per la rete regionale in Toscana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


