Il crescente impiego dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie algoritmiche da parte di enti religiosi pone interrogativi rilevanti sul piano organizzativo, giuridico ed etico. Piattaforme digitali per la gestione di beni patrimoniali, chatbot pastorali, sistemi automatizzati per l’erogazione di servizi e la comunicazione con i fedeli sono già una realtà in molte confessioni. Tuttavia, tali innovazioni comportano anche rischi: la perdita di trasparenza nelle decisioni, la standardizzazione dei processi spirituali e la progressiva erosione dell’identità confessionale. Il presente intervento intende esplorare il concetto di governance algoritmica applicata agli enti religiosi, analizzando i principali strumenti tecnologici già adottati o in fase sperimentale. A partire da una ricognizione delle esperienze nazionali e internazionali, saranno esaminati i problemi legati alla compatibilità tra automazione e libertà religiosa, con particolare attenzione agli aspetti normativi (diritto canonico, diritto ecclesiastico, diritto alla privacy e alla protezione dei dati) e alle implicazioni teologiche e comunitarie. L’obiettivo è duplice: da un lato, delineare un quadro critico sull’impatto delle tecnologie intelligenti nella gestione degli enti religiosi; dall’altro, proporre alcune linee guida per la definizione di uno statuto giuridico dell’intelligenza artificiale in ambito confessionale, che garantisca l’equilibrio tra efficienza digitale, diritti fondamentali e salvaguardia dell’autonomia spirituale. Il paper si baserà anche su casi studio (tra cui esperienze italiane e internazionali di digitalizzazione del culto e della gestione amministrativa) e si concluderà con la proposta di standard minimi di trasparenza, accountability e neutralità algoritmica, in linea con il principio della libertà religiosa digitale.
" La governance algoritmica degli enti religiosi: tra innovazione digitale e salvaguardia identitaria"
MATTEO CIASCHIPrimo
;
2025
Abstract
Il crescente impiego dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie algoritmiche da parte di enti religiosi pone interrogativi rilevanti sul piano organizzativo, giuridico ed etico. Piattaforme digitali per la gestione di beni patrimoniali, chatbot pastorali, sistemi automatizzati per l’erogazione di servizi e la comunicazione con i fedeli sono già una realtà in molte confessioni. Tuttavia, tali innovazioni comportano anche rischi: la perdita di trasparenza nelle decisioni, la standardizzazione dei processi spirituali e la progressiva erosione dell’identità confessionale. Il presente intervento intende esplorare il concetto di governance algoritmica applicata agli enti religiosi, analizzando i principali strumenti tecnologici già adottati o in fase sperimentale. A partire da una ricognizione delle esperienze nazionali e internazionali, saranno esaminati i problemi legati alla compatibilità tra automazione e libertà religiosa, con particolare attenzione agli aspetti normativi (diritto canonico, diritto ecclesiastico, diritto alla privacy e alla protezione dei dati) e alle implicazioni teologiche e comunitarie. L’obiettivo è duplice: da un lato, delineare un quadro critico sull’impatto delle tecnologie intelligenti nella gestione degli enti religiosi; dall’altro, proporre alcune linee guida per la definizione di uno statuto giuridico dell’intelligenza artificiale in ambito confessionale, che garantisca l’equilibrio tra efficienza digitale, diritti fondamentali e salvaguardia dell’autonomia spirituale. Il paper si baserà anche su casi studio (tra cui esperienze italiane e internazionali di digitalizzazione del culto e della gestione amministrativa) e si concluderà con la proposta di standard minimi di trasparenza, accountability e neutralità algoritmica, in linea con il principio della libertà religiosa digitale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


