In un castello, le torri servivano innanzi tutto, per effettuare una difesa di fiancheggiamento, a completamento di quella frontale. C’è da dire, infatti, che la difesa frontale era esercitata dall’alto dalle cortine merlate e completata dalla difesa piombante, quest’ultima resa possibile dalle caditoie mediante l’aggetto su mensole di pietra. I salienti terminanti a punta (i così chiamati puntoni) cominciarono ad essere utilizzati nel Trecento contro i più consistenti colpi delle macchine d’assedio. Parallelamente, si assiste alla comparsa delle prime “scarpe” alla base delle murature, create allo scopo di evitare che i tiri colpissero perpendicolarmente la muratura del castello. Per impedire che la “scarpa” potesse facilitare la scalata delle mura, fu adottato in epoca angioina, il sistema di limitarla nel punto dove si collegava il muro verticale, qui venne inserito un cordone sporgente, il cosiddetto “redondone”. La sommità delle torri e delle cortine era difesa da merli e caditoie, ma spesso vi troviamo anche le “bertesche”. I merli (più larghi di quelli di epoca romana) con i fori per le arciere e le balestriere (strette aperture strombate a croce allungata), venivano coperti in tempo di guerra da opere sussidiarie in legno, mentre le caditoie vennero introdotte solo dopo le crociate . Queste gallerie di legno, sporgenti dal cammino di ronda e munite di fori per la difesa piombante, furono poi trasformate in pietra e divennero parte integrante della costruzione.
Castelli angioini in Puglia e Basilicata: alcuni esempi
Delli Santi M.
2025
Abstract
In un castello, le torri servivano innanzi tutto, per effettuare una difesa di fiancheggiamento, a completamento di quella frontale. C’è da dire, infatti, che la difesa frontale era esercitata dall’alto dalle cortine merlate e completata dalla difesa piombante, quest’ultima resa possibile dalle caditoie mediante l’aggetto su mensole di pietra. I salienti terminanti a punta (i così chiamati puntoni) cominciarono ad essere utilizzati nel Trecento contro i più consistenti colpi delle macchine d’assedio. Parallelamente, si assiste alla comparsa delle prime “scarpe” alla base delle murature, create allo scopo di evitare che i tiri colpissero perpendicolarmente la muratura del castello. Per impedire che la “scarpa” potesse facilitare la scalata delle mura, fu adottato in epoca angioina, il sistema di limitarla nel punto dove si collegava il muro verticale, qui venne inserito un cordone sporgente, il cosiddetto “redondone”. La sommità delle torri e delle cortine era difesa da merli e caditoie, ma spesso vi troviamo anche le “bertesche”. I merli (più larghi di quelli di epoca romana) con i fori per le arciere e le balestriere (strette aperture strombate a croce allungata), venivano coperti in tempo di guerra da opere sussidiarie in legno, mentre le caditoie vennero introdotte solo dopo le crociate . Queste gallerie di legno, sporgenti dal cammino di ronda e munite di fori per la difesa piombante, furono poi trasformate in pietra e divennero parte integrante della costruzione.| File | Dimensione | Formato | |
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