The identity of Ioannes Maria Anciuti has represented a real puzzle for generations of organologists and no trace of this evasive maker was ever found, in spite of decades of research efforts. Actually only two instruments exist on which the full name is written, namely the contrabassoon dated 1732 of the Carolino Augusteum Museum in Salzburg,and a double recorder lost in Leipzig in 1943, whilst he signs himself as "Anciuti" on all other surviving instruments, most of which carry the year of manufacture that ranges from 1709 up to 1740. Until recently the archives in Milan, or elsewhere, did not provide any key for identifying a maker who was most likely well known and appreciated at his own time in a town, Milan, where good wind musical instruments were manufactured at least since the beginning of the eighteenth century. In fact already in 1706 the guidebook of Venice by Vincenzo Coronelli [Guida de' forestieri sacro e profana per osservare il più ragguardevole nella città di Venezia, De' Paoli, Venezia 1706] informed that in order to purchase oboes and other wind instruments one had to turn to Milan. The great craftsmanship of Anciuti produced some of the finest wind instruments ever built [see for instance: Marvels of Sound and Beauty, Italian Baroque musical instruments, by Franca Falletti, Renato Meucci, Gabriele Rossi-Rognoni, Firenze Giunti 2007]. The total lack of any documental evidence fed the hypothesis that the name Anciuti might have been a pseudonym, which links the Italian word "ancia", that means reed, to his ability in making double-reed instruments. In a project that aimed at investigating the production of wind instruments in Milan, a first document was found by Cinzia Meroni, who carries out the archive research in Milan. This paper proves the existence of Giovanni Maria Anciuti, son of Antonio, born in 1674 in a remote mountain village in a region at the time part of the Republic of Venice and married in Milan in 1699. Anciuti's origin may explain why his family name was not common in Milan, and perhaps unique at his time. The cues found by the aforementioned document provided the starting point for further investigations. In the following months several other documents have been traced in Milan and elsewhere. These allowed a reliable reconstruction of the family tree of Giovanni Maria Anciuti and the proposal of a suggestive hypothesis on the beginning of his activity.

Giovanni Maria Anciuti fu senza dubbio uno dei più noti ed apprezzati costruttori di strumenti musicali a fiato della prima metà del Settecento. Di lui sono noti numerosi strumenti, soprattutto flauti dolci ed oboi, molti dei quali realizzati con insuperata maestria e con materiali preziosi. Tuttavia, nonostante le molte ricerche effettuate, nessuna informazione sull'identità di questo personaggio era finora emersa, tanto che era stata avanzata perfino l'ipotesi che il cognome Anciuti potesse essere uno pseudonimo derivato dalla parola ancia, in relazione agli strumenti ad ancia doppia da lui costruiti e per i quali era molto ricercato. Nel corso di una indagine sui costruttori di strumenti a fiato a Milano è stato ritrovato un documento notarile del 1699, consistente in una dotis confessio relativa al matrimonio di Giovanni Maria Anciuti con Giuliana Vanotti di Milano, che contiene anche indicazioni sul paese di origine di Giovanni Maria (Forni di Sopra, Udine) e il nome, del padre (Antonio). Successive ricerche effettuate a Forni di Sopra, e negli archivi di Udine hanno portato alla luce numerose testimonianze sulla famiglia Anciuti, che hanno permesso di ricostruire vari livelli di vincoli famigliari e di individuare diverse proprietà tuttora esistenti. Di particolare rilevanza è un documento del 1693, che riferisce di un prestito ottenuto a Venezia da Giovanni Maria da parte dello zio Tomaso Anciuti, in parte compensato con la cessione di «piferi et flauti», e un secondo documento del 1700, redatto sempre a Venezia, relativo all'acquisto di avorio dal cugino Carlo Anciuti. Questi riferimenti fanno pensare ad un probabile apprendistato di Giovanni Maria a Venezia. È altresì ipotizzabile che i non rari viaggi di Anciuti a Venezia e a Forni, alcuni dei quali documentati, gli permettessero di mantenersi in contatto con personalità del mondo musicale veneziano dei primi decenni del secolo, tra cui gli oboisti attivi alla Pietà, e il mondo dei cultori del flauto dolce, molto in voga a Venezia nella prima metà del Settecento. Il testamento del padre Antonio redatto nel 1706 e il lungo elenco delle proprietà di famiglia forniscono informazioni sullo stato sociale degli Anciuti, proprietari di edifici, di molti campi e fabbricati rurali. Notevole è il fatto che Giovanni Maria, il cugino e lo zio, ma probabilmente anche il padre, fossero letterati, firmando Giovanni Maria un documento ancora nel 1693. Ricerche effettuate negli archivi di Milano, in particolare in quelli parrocchiali, hanno permesso di individuare alcune tracce di Anciuti fino al 1700, e un annuncio di morte nel 1744. Rimane comunque un lungo periodo della sua vita non documentato se non dagli strumenti datati. Alcune osservazioni sulla vita musicale a Milano nel primo Settecento e sugli strumenti di Anciuti, in particolare sugli oboi, introducono l'argomento dei rapporti di Anciuti con l'ambiente delle corporazioni a Milano. Varie ipotesi vengono avanzate sul fatto che Anciuti marcasse col suo nome, e spesso l'anno, gli strumenti prodotti. La sua origine ed i contatti con Venezia forniscono una possibile spiegazione del simbolo del leone alato di Venezia che ritroviamo su quasi tutti i suoi strumenti. In conclusione questo studio fornisce una identità ed una prima ricostruzione della vita di Giovanni Maria Anciuti, chiarendo in maniera definitiva la sua origine e avanzando una spiegazione sui suoi legami con Venezia.

Giovanni Maria Anciuti: a craftsman at work in Milan and Venice

Carreras F;
2008

Abstract

The identity of Ioannes Maria Anciuti has represented a real puzzle for generations of organologists and no trace of this evasive maker was ever found, in spite of decades of research efforts. Actually only two instruments exist on which the full name is written, namely the contrabassoon dated 1732 of the Carolino Augusteum Museum in Salzburg,and a double recorder lost in Leipzig in 1943, whilst he signs himself as "Anciuti" on all other surviving instruments, most of which carry the year of manufacture that ranges from 1709 up to 1740. Until recently the archives in Milan, or elsewhere, did not provide any key for identifying a maker who was most likely well known and appreciated at his own time in a town, Milan, where good wind musical instruments were manufactured at least since the beginning of the eighteenth century. In fact already in 1706 the guidebook of Venice by Vincenzo Coronelli [Guida de' forestieri sacro e profana per osservare il più ragguardevole nella città di Venezia, De' Paoli, Venezia 1706] informed that in order to purchase oboes and other wind instruments one had to turn to Milan. The great craftsmanship of Anciuti produced some of the finest wind instruments ever built [see for instance: Marvels of Sound and Beauty, Italian Baroque musical instruments, by Franca Falletti, Renato Meucci, Gabriele Rossi-Rognoni, Firenze Giunti 2007]. The total lack of any documental evidence fed the hypothesis that the name Anciuti might have been a pseudonym, which links the Italian word "ancia", that means reed, to his ability in making double-reed instruments. In a project that aimed at investigating the production of wind instruments in Milan, a first document was found by Cinzia Meroni, who carries out the archive research in Milan. This paper proves the existence of Giovanni Maria Anciuti, son of Antonio, born in 1674 in a remote mountain village in a region at the time part of the Republic of Venice and married in Milan in 1699. Anciuti's origin may explain why his family name was not common in Milan, and perhaps unique at his time. The cues found by the aforementioned document provided the starting point for further investigations. In the following months several other documents have been traced in Milan and elsewhere. These allowed a reliable reconstruction of the family tree of Giovanni Maria Anciuti and the proposal of a suggestive hypothesis on the beginning of his activity.
2008
Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "Alessandro Faedo" - ISTI
Giovanni Maria Anciuti fu senza dubbio uno dei più noti ed apprezzati costruttori di strumenti musicali a fiato della prima metà del Settecento. Di lui sono noti numerosi strumenti, soprattutto flauti dolci ed oboi, molti dei quali realizzati con insuperata maestria e con materiali preziosi. Tuttavia, nonostante le molte ricerche effettuate, nessuna informazione sull'identità di questo personaggio era finora emersa, tanto che era stata avanzata perfino l'ipotesi che il cognome Anciuti potesse essere uno pseudonimo derivato dalla parola ancia, in relazione agli strumenti ad ancia doppia da lui costruiti e per i quali era molto ricercato. Nel corso di una indagine sui costruttori di strumenti a fiato a Milano è stato ritrovato un documento notarile del 1699, consistente in una dotis confessio relativa al matrimonio di Giovanni Maria Anciuti con Giuliana Vanotti di Milano, che contiene anche indicazioni sul paese di origine di Giovanni Maria (Forni di Sopra, Udine) e il nome, del padre (Antonio). Successive ricerche effettuate a Forni di Sopra, e negli archivi di Udine hanno portato alla luce numerose testimonianze sulla famiglia Anciuti, che hanno permesso di ricostruire vari livelli di vincoli famigliari e di individuare diverse proprietà tuttora esistenti. Di particolare rilevanza è un documento del 1693, che riferisce di un prestito ottenuto a Venezia da Giovanni Maria da parte dello zio Tomaso Anciuti, in parte compensato con la cessione di «piferi et flauti», e un secondo documento del 1700, redatto sempre a Venezia, relativo all'acquisto di avorio dal cugino Carlo Anciuti. Questi riferimenti fanno pensare ad un probabile apprendistato di Giovanni Maria a Venezia. È altresì ipotizzabile che i non rari viaggi di Anciuti a Venezia e a Forni, alcuni dei quali documentati, gli permettessero di mantenersi in contatto con personalità del mondo musicale veneziano dei primi decenni del secolo, tra cui gli oboisti attivi alla Pietà, e il mondo dei cultori del flauto dolce, molto in voga a Venezia nella prima metà del Settecento. Il testamento del padre Antonio redatto nel 1706 e il lungo elenco delle proprietà di famiglia forniscono informazioni sullo stato sociale degli Anciuti, proprietari di edifici, di molti campi e fabbricati rurali. Notevole è il fatto che Giovanni Maria, il cugino e lo zio, ma probabilmente anche il padre, fossero letterati, firmando Giovanni Maria un documento ancora nel 1693. Ricerche effettuate negli archivi di Milano, in particolare in quelli parrocchiali, hanno permesso di individuare alcune tracce di Anciuti fino al 1700, e un annuncio di morte nel 1744. Rimane comunque un lungo periodo della sua vita non documentato se non dagli strumenti datati. Alcune osservazioni sulla vita musicale a Milano nel primo Settecento e sugli strumenti di Anciuti, in particolare sugli oboi, introducono l'argomento dei rapporti di Anciuti con l'ambiente delle corporazioni a Milano. Varie ipotesi vengono avanzate sul fatto che Anciuti marcasse col suo nome, e spesso l'anno, gli strumenti prodotti. La sua origine ed i contatti con Venezia forniscono una possibile spiegazione del simbolo del leone alato di Venezia che ritroviamo su quasi tutti i suoi strumenti. In conclusione questo studio fornisce una identità ed una prima ricostruzione della vita di Giovanni Maria Anciuti, chiarendo in maniera definitiva la sua origine e avanzando una spiegazione sui suoi legami con Venezia.
Organologia
Anciuti strumenti musicali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/63030
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