Come per molte altre specie, anche nel caso della Vitis vinifera la diversità genetica, rappresentata dalle numerose varietà coltivate localmente, ha subìto nel volgere di alcuni decenni una forte erosione. Le aree più ricche del germoplasma rappresentato dai vecchi vitigni sono oggi quelle rimaste ai margini dello sviluppo del mercato e della viticoltura specializzata. Il Tortonese, nel Piemonte Sud-Orientale, è un’area viticola marginale, ancora poco esplorata per il recupero di biodiversità. Pertanto tra il 1999 e il 2001 vi si è svolta un’attività di reperimento e di salvaguardia di vitigni locali in via di abbandono, particolarmente urgente in quanto proprio in questa zona è in atto una grave epidemia di flavescenza dorata, che ha portato all’estirpo di gran parte dei vigneti locali e al conseguente reimpianto con cultivar più affermate. In primo luogo è stata condotta una ricerca bibliografica ed archivistica che ha permesso di conoscere quali cultivar di vite fossero in passato coltivate nella zona. A quest’opera si è affiancata la ricerca sul territorio delle varietà rare; è stato così possibile reperire, mediante il colloquio con i viticoltori, 23 vitigni in via di abbandono dei quali si è redatta la descrizione ampelografica, integrata da documentazione fotografica del germoglio, della foglia adulta, del grappolo a maturità. Nel corso dei sopralluoghi alcune di queste cultivar sono sembrate probabili sinonimi di altri vitigni, sia iscritti al Catalogo nazionale delle varietà di vite, sia appartenenti al patrimonio varietale minore o raro di altre zone viticole limitrofe; l’analisi statistica dei valori fillometrici ha portato a confermare alcune sinonimie, contribuendo all’identificazione dei vitigni individuati. A causa dell’epidemia di flavescenza dorata, l’esigenza di conservare le cultivar recuperate prima che venga attuato l’estirpo delle piante infette (secondo quanto previsto dal decreto di lotta obbligatoria) ha portato all’impiego di tecniche di propagazione in vitro e della termoterapia in acqua calda del materiale legnoso, in modo da evitare l’introduzione di materiale infetto nel vigneto di collezione che raccoglie gran parte del germoplasma piemontese.

Recupero, caratterizzazione e identificazione di vitigni in via di abbandono nel Piemonte Sud-Orientale.

RAIMONDI S;SCHNEIDER A;GRIBAUDO I
2004

Abstract

Come per molte altre specie, anche nel caso della Vitis vinifera la diversità genetica, rappresentata dalle numerose varietà coltivate localmente, ha subìto nel volgere di alcuni decenni una forte erosione. Le aree più ricche del germoplasma rappresentato dai vecchi vitigni sono oggi quelle rimaste ai margini dello sviluppo del mercato e della viticoltura specializzata. Il Tortonese, nel Piemonte Sud-Orientale, è un’area viticola marginale, ancora poco esplorata per il recupero di biodiversità. Pertanto tra il 1999 e il 2001 vi si è svolta un’attività di reperimento e di salvaguardia di vitigni locali in via di abbandono, particolarmente urgente in quanto proprio in questa zona è in atto una grave epidemia di flavescenza dorata, che ha portato all’estirpo di gran parte dei vigneti locali e al conseguente reimpianto con cultivar più affermate. In primo luogo è stata condotta una ricerca bibliografica ed archivistica che ha permesso di conoscere quali cultivar di vite fossero in passato coltivate nella zona. A quest’opera si è affiancata la ricerca sul territorio delle varietà rare; è stato così possibile reperire, mediante il colloquio con i viticoltori, 23 vitigni in via di abbandono dei quali si è redatta la descrizione ampelografica, integrata da documentazione fotografica del germoglio, della foglia adulta, del grappolo a maturità. Nel corso dei sopralluoghi alcune di queste cultivar sono sembrate probabili sinonimi di altri vitigni, sia iscritti al Catalogo nazionale delle varietà di vite, sia appartenenti al patrimonio varietale minore o raro di altre zone viticole limitrofe; l’analisi statistica dei valori fillometrici ha portato a confermare alcune sinonimie, contribuendo all’identificazione dei vitigni individuati. A causa dell’epidemia di flavescenza dorata, l’esigenza di conservare le cultivar recuperate prima che venga attuato l’estirpo delle piante infette (secondo quanto previsto dal decreto di lotta obbligatoria) ha portato all’impiego di tecniche di propagazione in vitro e della termoterapia in acqua calda del materiale legnoso, in modo da evitare l’introduzione di materiale infetto nel vigneto di collezione che raccoglie gran parte del germoplasma piemontese.
2004
VIROLOGIA VEGETALE
vite
vitis vinifera L.
germoplasma
biodiversità
vitigno
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/69068
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact