L’importanza commerciale del Vermentino e la diffusione della sua coltivazione nel Centro e Nord Italia, oltrechè in Corsica e nella Francia Meridionale, hanno posto le premesse per intensa attività di selezione volta a migliorarne le attitudini agronomiche ed enologiche. Ad oggi nel Registro Italiano delle Varietà di Vite risultano iscritti 14 cloni di Vermentino (il primo omologato nel 1991 e gli ultimi nel 2007), a cui si devono aggiungere due cloni di Pigato e quattro di Favorita, vitigni di cui è da tempo accertata la sinonimia con il Vermentino. I 14 cloni di Vermentino sono stati reperiti nelle tre principali aree di coltivazione della cultivar: Sardegna (Sassarese), Toscana (Grossetano ed Aretino) e Liguria (Savonese e Spezzino). La selezione è stata condotta in Sardegna dall’Università di Sassari (cloni CAP VS 1, 3 e 12), in Toscana dai Vivai Cooperativi di Rauscedo (VCR 1 e 12) e dalle Università di Firenze e Pisa (Marem 1 e 2, Sileno 1 e 3, Sirena 1) ed in Liguria dall’Istituto di Virologia Vegetale del CNR - unità di Grugliasco (CVT 10, 78, 84, 133, 134). Quest’ultima Istituzione ha effettuato altresì la selezione di due cloni di Pigato nel Savonese (CVT 55 e CVT 121) e di tre cloni di Favorita in Piemonte (CVT 14, 66 e 105). Di questi, un clone è originario della Valle Belbo (dove la Favorita è conosciuta con il nome di Furmentin) e due del Roero. Un quarto clone di Favorita è stato selezionato, sempre nel Roero, dai Vivai Cooperativi di Rauscedo (VCR 2). Si può ben dire quindi che la variabilità interna alla cultivar è adeguatamente rappresentata dal ‘portafoglio cloni’ attualmente a disposizione della vivaistica. Va inoltre sottolineato che le attitudini produttive ed enologiche dei cloni selezionati, pur in presenza di caratteri distintivi, sono in generale superiori a quelle della popolazione originaria, anche grazie al fatto che tale materiale clonale risulta esente dalle principali virosi. A tal proposito merita ricordare che la sanità virologica di alcune selezioni (ad esempio CVT 78, 84, 55 e 121, tutti originari del Savonese) è frutto di un approfondito lavoro di risanamento artificiale per coltura di meristemi, resosi necessario dal precario stato sanitario delle popolazioni di partenza. Molti dei cloni omologati di Vermentino evidenziano un patrimonio olfattivo particolarmente intenso ed un quadro acido in grado di garantire un’idonea freschezza ai vini che ne derivano. Talora i costitutori suggeriscono l’abbinamento di cloni con caratteri agronomici e qualitativi complementari, come nel caso del CVT 55 con il CVT121 o del VCR 1 con il VCR12. Non va dimenticato, infine, che la scelta clonale può essere ulteriormente ampliata ricorrendo ai 13 cloni francesi, tutti originari della Corsica. Di questi, i più utilizzati in Francia sono i cloni ENTAV 639, 640 ed 856

Il Vermentino un vitigno mediterraneo: l origine e la selezione clonale

MANNINI F
2010

Abstract

L’importanza commerciale del Vermentino e la diffusione della sua coltivazione nel Centro e Nord Italia, oltrechè in Corsica e nella Francia Meridionale, hanno posto le premesse per intensa attività di selezione volta a migliorarne le attitudini agronomiche ed enologiche. Ad oggi nel Registro Italiano delle Varietà di Vite risultano iscritti 14 cloni di Vermentino (il primo omologato nel 1991 e gli ultimi nel 2007), a cui si devono aggiungere due cloni di Pigato e quattro di Favorita, vitigni di cui è da tempo accertata la sinonimia con il Vermentino. I 14 cloni di Vermentino sono stati reperiti nelle tre principali aree di coltivazione della cultivar: Sardegna (Sassarese), Toscana (Grossetano ed Aretino) e Liguria (Savonese e Spezzino). La selezione è stata condotta in Sardegna dall’Università di Sassari (cloni CAP VS 1, 3 e 12), in Toscana dai Vivai Cooperativi di Rauscedo (VCR 1 e 12) e dalle Università di Firenze e Pisa (Marem 1 e 2, Sileno 1 e 3, Sirena 1) ed in Liguria dall’Istituto di Virologia Vegetale del CNR - unità di Grugliasco (CVT 10, 78, 84, 133, 134). Quest’ultima Istituzione ha effettuato altresì la selezione di due cloni di Pigato nel Savonese (CVT 55 e CVT 121) e di tre cloni di Favorita in Piemonte (CVT 14, 66 e 105). Di questi, un clone è originario della Valle Belbo (dove la Favorita è conosciuta con il nome di Furmentin) e due del Roero. Un quarto clone di Favorita è stato selezionato, sempre nel Roero, dai Vivai Cooperativi di Rauscedo (VCR 2). Si può ben dire quindi che la variabilità interna alla cultivar è adeguatamente rappresentata dal ‘portafoglio cloni’ attualmente a disposizione della vivaistica. Va inoltre sottolineato che le attitudini produttive ed enologiche dei cloni selezionati, pur in presenza di caratteri distintivi, sono in generale superiori a quelle della popolazione originaria, anche grazie al fatto che tale materiale clonale risulta esente dalle principali virosi. A tal proposito merita ricordare che la sanità virologica di alcune selezioni (ad esempio CVT 78, 84, 55 e 121, tutti originari del Savonese) è frutto di un approfondito lavoro di risanamento artificiale per coltura di meristemi, resosi necessario dal precario stato sanitario delle popolazioni di partenza. Molti dei cloni omologati di Vermentino evidenziano un patrimonio olfattivo particolarmente intenso ed un quadro acido in grado di garantire un’idonea freschezza ai vini che ne derivano. Talora i costitutori suggeriscono l’abbinamento di cloni con caratteri agronomici e qualitativi complementari, come nel caso del CVT 55 con il CVT121 o del VCR 1 con il VCR12. Non va dimenticato, infine, che la scelta clonale può essere ulteriormente ampliata ricorrendo ai 13 cloni francesi, tutti originari della Corsica. Di questi, i più utilizzati in Francia sono i cloni ENTAV 639, 640 ed 856
2010
VIROLOGIA VEGETALE
vite
cloni
vivaismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/69137
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