Le indagini archeologiche condotte, tra il 1980 e il 2008, nel Castel del Monte di Montella, una località in provincia di Avellino, nel sud Italia, hanno portato alla luce la ricca stratigrafia relativa a più fasi di frequentazione del sito. Come confermato anche dalle fonti documentarie, al periodo tra XIII e XIV secolo, su committenza della casa regnante angioina, venne restaurata l'originaria fortezza normanna (XI-XII sec.), posta sulla sommità della collina di Santa Maria, per creare una sfarzosa residenza. Inoltre, il versante N-O, sottostante l'area signorile, venne inglobato in una nuova cintura muraria e organizzato in terrazzamenti finalizzati alla strutturazione di un parco scenografico, con acquedotti e fontane. Il sofisticato sistema di captazione, adduzione e distribuzione dell'acqua della fortezza è stato oggetto di un'analisi complessiva delle varie porzioni emerse dagli scavi, al fine di ricomporne l'intero tracciato, comprenderne il funzionamento e precisarne le fasi d'uso. Ne è emerso che la rete degli acquedotti s'iscrive in un progetto organico di parco pro solaciis, cioè di svago e di delizia, che si allinea a consuetudini antiche e assai radicate nel Mezzogiorno nelle epoche precedenti. Come lo spettacolare contesto di Montella dimostra, i sovrani Angioini hanno fatto proprio il gusto per i parchi di caccia e per i viridari allietati da giochi d'acqua, creandoli ex-novo o riqualificando in senso spettacolare e ludico antichi siti fortificati meridionali. Tale consuetudine rientra in una tendenza all'epoca diffuse in tutta Europa, che ha trovato espressione in siti di incredibile valore storico-artistico, di cui ancora oggi rimane traccia.
Ipsum velimus pro nostris solaciis. Il Parco degli acquedotti nel Castello del Monte a Montella
L Genovese
2011
Abstract
Le indagini archeologiche condotte, tra il 1980 e il 2008, nel Castel del Monte di Montella, una località in provincia di Avellino, nel sud Italia, hanno portato alla luce la ricca stratigrafia relativa a più fasi di frequentazione del sito. Come confermato anche dalle fonti documentarie, al periodo tra XIII e XIV secolo, su committenza della casa regnante angioina, venne restaurata l'originaria fortezza normanna (XI-XII sec.), posta sulla sommità della collina di Santa Maria, per creare una sfarzosa residenza. Inoltre, il versante N-O, sottostante l'area signorile, venne inglobato in una nuova cintura muraria e organizzato in terrazzamenti finalizzati alla strutturazione di un parco scenografico, con acquedotti e fontane. Il sofisticato sistema di captazione, adduzione e distribuzione dell'acqua della fortezza è stato oggetto di un'analisi complessiva delle varie porzioni emerse dagli scavi, al fine di ricomporne l'intero tracciato, comprenderne il funzionamento e precisarne le fasi d'uso. Ne è emerso che la rete degli acquedotti s'iscrive in un progetto organico di parco pro solaciis, cioè di svago e di delizia, che si allinea a consuetudini antiche e assai radicate nel Mezzogiorno nelle epoche precedenti. Come lo spettacolare contesto di Montella dimostra, i sovrani Angioini hanno fatto proprio il gusto per i parchi di caccia e per i viridari allietati da giochi d'acqua, creandoli ex-novo o riqualificando in senso spettacolare e ludico antichi siti fortificati meridionali. Tale consuetudine rientra in una tendenza all'epoca diffuse in tutta Europa, che ha trovato espressione in siti di incredibile valore storico-artistico, di cui ancora oggi rimane traccia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


