Quando si progetta un intervento formativo è importante avere a disposizione strumenti adeguati per rappresentare, in modo il più possibile univoco e completo, le sue caratteristiche strutturali, organizzative e didattiche. Nel caso specifico dell’e-learning diversi attori sono coinvolti nelle varie fasi progettuali: ai progettisti educativi si affiancano, di volta in volta, tutor che condurranno l’intervento, esperti del dominio e della didattica di quel dominio e, talvolta, ricercatori e valutatori che analizzeranno, in corso d’opera o a posteriori, le dinamiche cognitive, sociali ed organizzative allo scopo di ottimizzare l’efficacia delle soluzioni didattiche adottate. Un sistema di rappresentazione adeguato dell’impianto progettuale del corso deve consentire di ottimizzare i flussi comunicativi tra gli attori coinvolti, minimizzando le incomprensioni reciproche, rendendo osservabili le attività progettuali e, in certa misura, favorendo il riuso dei relativi prodotti intermedi. Ad esempio, si può far ricorso a diagrammi che modellino dinamicamente il flusso procedurale delle attività rispetto ai vari ruoli, mettendo quindi in risalto la dinamica del workflow che organizza la dimensione collaborativa; diagrammi di altro tipo possono fornire una rappresentazione di come sono composti i gruppi di lavoro, privilegiando una prospettiva più statica che mette a fuoco la ripartizione dei ruoli e la numerosità dei gruppi; altre rappresentazioni hanno come oggetto la struttura, spesso gerarchica, dell’articolazione in aree dell’ambiente di apprendimento. È importante rendersi conto che un corso in rete è un’entità complessa e quasi mai un’unica rappresentazione riesce a catturarne tutte le proprietà che, per altro, richiedono decisioni consapevoli da parte del progettista. Emerge quindi la necessità di far riferimento a rappresentazioni multiple, in grado di fornire punti di vista diversi e complementari: la visione completa del corso affiora solo dall’integrazione sinergica di tali prospettive. Un’ambizione ulteriore è quella di automatizzare, per quanto possibile, alcuni aspetti dei processi di progettazione, conduzione o valutazione, con lo scopo non di sostituire la figura del tutor o del progettista, ma piuttosto di affrancarla da incombenze di basso profilo quali, ad esempio, le misurazioni quantitative connesse alle attività di monitoraggio. Evidentemente, affinché un programma possa effettuare elaborazioni sui dati che descrivono un corso, di questo deve essere data una rappresentazione in termini formali. Questo articolo si propone di presentare alcuni strumenti di supporto alla progettazione di interventi formativi in rete che si collocano a diversi livelli di astrazione, granularità, formalizzazione e operatività. In passato questi strumenti sono stati spesso considerati in alternativa reciproca, difficilmente integrabili in un processo progettuale costruttivista. Noi sosteniamo invece che sia possibile e utile integrare i diversi ruoli che questi strumenti giocano. Un atteggiamento molto diffuso nella progettazione di interventi in rete si preoccupa principalmente di definire le caratteristiche dei materiali di studio. Tale atteggiamento, radicato nelle teorie dell’apprendimento comportamentiste e cognitiviste di prima generazione, presuppone che la parte preponderante, se non esclusiva, del processo didattico consista nella fruizione individuale del materiale. L’accento in fase progettuale è posto più sui materiali che sui processi; lo sforzo si esplica nello sviluppo di un modello quanto più possibile formalizzato degli obiettivi, dei contenuti e dei materiali didattici. La tecnologia dei learning object (LO), a cui è dedicata la prossima sezione, si propone di fornire strumenti operativi per la connotazione ed il reperimento di porzioni di contenuto che, idealmente, dovrebbero essere componibili e riusabili in modo flessibile e, potenzialmente, automatico. Altre iniziative, nell’intento di integrare i LO nell’ambito costruttivista-sociale, non si limitano a considerare il solo materiale didattico, ma integrano informazioni pedagogiche e meta-conoscenze progettuali, per rappresentare i modelli e le strutture di sostegno ai processi di apprendimento. Tre approcci, oggetto delle successive sezioni dell’articolo, si propongono come strumenti di significativo valore sui piani concettuale e operativo: i pedagogical design patterns, i linguaggi formali per la descrizione dei processi didattici (Educational Markup Languages) e la rappresentazione delle strutture sociali. Viene infine fornito l’esempio di un corso in modalità blended per la progettazione del quale le tecniche presentate sono state in vario modo adottate.

Strumenti per la progettazione nell e-learning

Sarti L
2006

Abstract

Quando si progetta un intervento formativo è importante avere a disposizione strumenti adeguati per rappresentare, in modo il più possibile univoco e completo, le sue caratteristiche strutturali, organizzative e didattiche. Nel caso specifico dell’e-learning diversi attori sono coinvolti nelle varie fasi progettuali: ai progettisti educativi si affiancano, di volta in volta, tutor che condurranno l’intervento, esperti del dominio e della didattica di quel dominio e, talvolta, ricercatori e valutatori che analizzeranno, in corso d’opera o a posteriori, le dinamiche cognitive, sociali ed organizzative allo scopo di ottimizzare l’efficacia delle soluzioni didattiche adottate. Un sistema di rappresentazione adeguato dell’impianto progettuale del corso deve consentire di ottimizzare i flussi comunicativi tra gli attori coinvolti, minimizzando le incomprensioni reciproche, rendendo osservabili le attività progettuali e, in certa misura, favorendo il riuso dei relativi prodotti intermedi. Ad esempio, si può far ricorso a diagrammi che modellino dinamicamente il flusso procedurale delle attività rispetto ai vari ruoli, mettendo quindi in risalto la dinamica del workflow che organizza la dimensione collaborativa; diagrammi di altro tipo possono fornire una rappresentazione di come sono composti i gruppi di lavoro, privilegiando una prospettiva più statica che mette a fuoco la ripartizione dei ruoli e la numerosità dei gruppi; altre rappresentazioni hanno come oggetto la struttura, spesso gerarchica, dell’articolazione in aree dell’ambiente di apprendimento. È importante rendersi conto che un corso in rete è un’entità complessa e quasi mai un’unica rappresentazione riesce a catturarne tutte le proprietà che, per altro, richiedono decisioni consapevoli da parte del progettista. Emerge quindi la necessità di far riferimento a rappresentazioni multiple, in grado di fornire punti di vista diversi e complementari: la visione completa del corso affiora solo dall’integrazione sinergica di tali prospettive. Un’ambizione ulteriore è quella di automatizzare, per quanto possibile, alcuni aspetti dei processi di progettazione, conduzione o valutazione, con lo scopo non di sostituire la figura del tutor o del progettista, ma piuttosto di affrancarla da incombenze di basso profilo quali, ad esempio, le misurazioni quantitative connesse alle attività di monitoraggio. Evidentemente, affinché un programma possa effettuare elaborazioni sui dati che descrivono un corso, di questo deve essere data una rappresentazione in termini formali. Questo articolo si propone di presentare alcuni strumenti di supporto alla progettazione di interventi formativi in rete che si collocano a diversi livelli di astrazione, granularità, formalizzazione e operatività. In passato questi strumenti sono stati spesso considerati in alternativa reciproca, difficilmente integrabili in un processo progettuale costruttivista. Noi sosteniamo invece che sia possibile e utile integrare i diversi ruoli che questi strumenti giocano. Un atteggiamento molto diffuso nella progettazione di interventi in rete si preoccupa principalmente di definire le caratteristiche dei materiali di studio. Tale atteggiamento, radicato nelle teorie dell’apprendimento comportamentiste e cognitiviste di prima generazione, presuppone che la parte preponderante, se non esclusiva, del processo didattico consista nella fruizione individuale del materiale. L’accento in fase progettuale è posto più sui materiali che sui processi; lo sforzo si esplica nello sviluppo di un modello quanto più possibile formalizzato degli obiettivi, dei contenuti e dei materiali didattici. La tecnologia dei learning object (LO), a cui è dedicata la prossima sezione, si propone di fornire strumenti operativi per la connotazione ed il reperimento di porzioni di contenuto che, idealmente, dovrebbero essere componibili e riusabili in modo flessibile e, potenzialmente, automatico. Altre iniziative, nell’intento di integrare i LO nell’ambito costruttivista-sociale, non si limitano a considerare il solo materiale didattico, ma integrano informazioni pedagogiche e meta-conoscenze progettuali, per rappresentare i modelli e le strutture di sostegno ai processi di apprendimento. Tre approcci, oggetto delle successive sezioni dell’articolo, si propongono come strumenti di significativo valore sui piani concettuale e operativo: i pedagogical design patterns, i linguaggi formali per la descrizione dei processi didattici (Educational Markup Languages) e la rappresentazione delle strutture sociali. Viene infine fornito l’esempio di un corso in modalità blended per la progettazione del quale le tecniche presentate sono state in vario modo adottate.
2006
Istituto per le Tecnologie Didattiche - ITD - Sede Genova
eLearning
progettazione
learning design
learning objects
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/75774
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