Il contributo illustra gli usi temporali di 'insino' (in particolare nel sintagma 'insino a dì') nei libri di conto e nei ricordi di mercanti dei secc. XIV e XV, analizzandone il valore semantico e i mutamenti rilevabili tra i due secoli (per il XIV l'analisi si è avvalsa della consultazione della banca dati dell'Opera del Vocabolario Italiano); viene posto in rilievo il graduale accostarsi, accanto al principale e originario valore di complemento di tempo continuato, di una nuova semantica indicante un tempo specifico, per lo più il giorno esatto in cui qualcosa è avvenuto. Seppure in taluni casi il sintagma si riferisce ad un'azione i cui effetti permangono nel tempo (oppure accompagna un verbo durativo), in altri esso indica inequivocabilmente un determinato giorno, quasi fosse l'esatto equivalente di 'in'. In realtà il vero ruolo che 'insino a dì' acquisisce a partire dalla metà del XIV sec., e il cui uso si estende e si consolida nel corso del secolo successivo, si comprende solo considerando la posizione dell'annotazione cui il sintagma si riferisce all'interno del testo: la sua presenza si accompagna sempre ad una dislocazione nella sequenza temporale degli avvenimenti, ed esso diventa spia linguistica di un rinvio al passato, ad un avvenimento anteriore al ricordo o alla nota immediatamente precedente, rompendo la progressione cronologica della registrazione degli eventi e rimarcando la distanza temporale tra la stesura materiale del ricordo ed il suo oggetto. Parallelamente a questo nuovo uso, 'insino a dì' conserva il suo significato più antico di durata e di limite di tempo entro cui un avvenimento deve svolgersi, affiancato da 'per tutto' (il primo per indicare come termine uno specifico giorno, il secondo per lo più seguito dal nome di un mese); nei casi in cui il sintagma ha questa valenza l''a dì' è costantemente accompagnato da un deittico, testuale o contestuale, o da una specificazione del tipo 'prossimo, prossimo passato'. Per rendere conto di tale fenomeno viene avanzata l'ipotesi che l'uso più antico di 'insino a dì', progressivamente scalzato dal nuovo, abbia bisogno di accompagnarsi a meccanismi di deissi, di ripresa e di demarcazione della data, quasi fossero segnali di differenziazione dal valore semantico di tempo determinato via via più comune.

Usi temporali di insino nelle scritture dei mercanti fra Tre e Quattrocento

ARTALE Elena
2007

Abstract

Il contributo illustra gli usi temporali di 'insino' (in particolare nel sintagma 'insino a dì') nei libri di conto e nei ricordi di mercanti dei secc. XIV e XV, analizzandone il valore semantico e i mutamenti rilevabili tra i due secoli (per il XIV l'analisi si è avvalsa della consultazione della banca dati dell'Opera del Vocabolario Italiano); viene posto in rilievo il graduale accostarsi, accanto al principale e originario valore di complemento di tempo continuato, di una nuova semantica indicante un tempo specifico, per lo più il giorno esatto in cui qualcosa è avvenuto. Seppure in taluni casi il sintagma si riferisce ad un'azione i cui effetti permangono nel tempo (oppure accompagna un verbo durativo), in altri esso indica inequivocabilmente un determinato giorno, quasi fosse l'esatto equivalente di 'in'. In realtà il vero ruolo che 'insino a dì' acquisisce a partire dalla metà del XIV sec., e il cui uso si estende e si consolida nel corso del secolo successivo, si comprende solo considerando la posizione dell'annotazione cui il sintagma si riferisce all'interno del testo: la sua presenza si accompagna sempre ad una dislocazione nella sequenza temporale degli avvenimenti, ed esso diventa spia linguistica di un rinvio al passato, ad un avvenimento anteriore al ricordo o alla nota immediatamente precedente, rompendo la progressione cronologica della registrazione degli eventi e rimarcando la distanza temporale tra la stesura materiale del ricordo ed il suo oggetto. Parallelamente a questo nuovo uso, 'insino a dì' conserva il suo significato più antico di durata e di limite di tempo entro cui un avvenimento deve svolgersi, affiancato da 'per tutto' (il primo per indicare come termine uno specifico giorno, il secondo per lo più seguito dal nome di un mese); nei casi in cui il sintagma ha questa valenza l''a dì' è costantemente accompagnato da un deittico, testuale o contestuale, o da una specificazione del tipo 'prossimo, prossimo passato'. Per rendere conto di tale fenomeno viene avanzata l'ipotesi che l'uso più antico di 'insino a dì', progressivamente scalzato dal nuovo, abbia bisogno di accompagnarsi a meccanismi di deissi, di ripresa e di demarcazione della data, quasi fossero segnali di differenziazione dal valore semantico di tempo determinato via via più comune.
2007
Istituto Opera del Vocabolario Italiano - OVI
Lessicografia italiana
Sintassi storica
Scritture mercantili
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/76217
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