Il recente restauro del dipinto Bagno penale a Portoferraio (1890) di Telemaco Signorini, appartenente alla collezione permanente della Galleria di arte moderna di Firenze (Palazzo Pitti), ha fornito la possibilità di documentare e indagare l'opera mediante l'uso di metodologie non invasive e applicabili in situ. Ciò ha consentito una maggior comprensione della tecnica esecutiva del dipinto e delle problematiche legate allo stato di conservazione. Nello specifico, lo studio si è basato sull'applicazione di quattro metodologie diagnostiche e analitiche: il rilievo fotografico (documentazione nel visibile [Vis], ultravioletto [UV] e vicino infrarosso [NIR] ), la radiografia X, la spettroscopia in riflettanza nell'ultravioletto, visibile e vicino infrarosso con fibre ottiche e la fluorescenza X, utilizzando, quindi, tecniche di documentazione e indagine di reale utilità nello studio dell'opera e accessibili sia per costi che per tempo di analisi. Pur avvalendosi di metodologie che non richiedessero il prelievo di campioni, le analisi condotte hanno consentito di inquadrare meglio il dipinto da un punto di vista conservativo, evidenziandone, tecniche di esecuzione, materiali di utilizzo e fornendo dati utili a una maggiore comprensione della pittura a olio della seconda metà dell'Ottocento.
Per un corretto protocollo di intervento: indagini diagnostiche analitiche non invasive finalizzate allo studio del dipinto Bagno Penale a Portoferraio di Telelmaco Signorini
M Picollo;
2008
Abstract
Il recente restauro del dipinto Bagno penale a Portoferraio (1890) di Telemaco Signorini, appartenente alla collezione permanente della Galleria di arte moderna di Firenze (Palazzo Pitti), ha fornito la possibilità di documentare e indagare l'opera mediante l'uso di metodologie non invasive e applicabili in situ. Ciò ha consentito una maggior comprensione della tecnica esecutiva del dipinto e delle problematiche legate allo stato di conservazione. Nello specifico, lo studio si è basato sull'applicazione di quattro metodologie diagnostiche e analitiche: il rilievo fotografico (documentazione nel visibile [Vis], ultravioletto [UV] e vicino infrarosso [NIR] ), la radiografia X, la spettroscopia in riflettanza nell'ultravioletto, visibile e vicino infrarosso con fibre ottiche e la fluorescenza X, utilizzando, quindi, tecniche di documentazione e indagine di reale utilità nello studio dell'opera e accessibili sia per costi che per tempo di analisi. Pur avvalendosi di metodologie che non richiedessero il prelievo di campioni, le analisi condotte hanno consentito di inquadrare meglio il dipinto da un punto di vista conservativo, evidenziandone, tecniche di esecuzione, materiali di utilizzo e fornendo dati utili a una maggiore comprensione della pittura a olio della seconda metà dell'Ottocento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.