Una divulgazione scientifica seria, e tuttavia divertente e alla portata di tutti, nel nostro paese, fatica a trovare spazio ed è poco apprezzata, spesso proprio dagli stessi scienziati. Non ci dobbiamo poi lamentare se la diffusione delle conoscenze scientifiche in Italia sia un po' carente. Questo dato emerge da vari studi statistici ed il risultato più allarmante riguarda proprio i giovani delle scuole medie superiori: l'Italia risulta ultima nella classifica tra i paesi dell'Europa occidentale ed al 28° posto nella graduatoria dei 30 paesi dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), seguita solo da Turchia e Messico (studio PISA). Non è un caso il fatto che il numero degli iscritti alle facoltà scientifiche universitarie sia così basso rispetto agli altri paesi industrializzati e che i finanziamenti alla ricerca scientifica siano a livelli da terzo mondo. Secondo i dati MIUR (http://statistica.miur.it), nell'A.A. 2007/08, la percentuale di iscritti al gruppo di scienze matematiche, fisiche e informatiche, rispetto al totale degli studenti universitari, era appena del 3,07%, saliva all'11,62% aggiungendo i gruppi chimico-farmaceutico e geo-biologico fino ad arrivare al 33,26% con i gruppi medico, ingegneria e agrario. Questo nonostante le buone possibilità di occupazione. C'è dunque un problema culturale e di comunicazione, per cui sono benedette quelle iniziative che cercano di avvicinare giovani, ragazzi e - perché no? - bambini alle tematiche scientifiche, perché non restino qualcosa di esoterico, ma diventino un patrimonio culturale comune.

I polimeri divertenti. Esperienze di didattica (Unijunior e Notte dei ricercatori)

Polo E
2010

Abstract

Una divulgazione scientifica seria, e tuttavia divertente e alla portata di tutti, nel nostro paese, fatica a trovare spazio ed è poco apprezzata, spesso proprio dagli stessi scienziati. Non ci dobbiamo poi lamentare se la diffusione delle conoscenze scientifiche in Italia sia un po' carente. Questo dato emerge da vari studi statistici ed il risultato più allarmante riguarda proprio i giovani delle scuole medie superiori: l'Italia risulta ultima nella classifica tra i paesi dell'Europa occidentale ed al 28° posto nella graduatoria dei 30 paesi dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), seguita solo da Turchia e Messico (studio PISA). Non è un caso il fatto che il numero degli iscritti alle facoltà scientifiche universitarie sia così basso rispetto agli altri paesi industrializzati e che i finanziamenti alla ricerca scientifica siano a livelli da terzo mondo. Secondo i dati MIUR (http://statistica.miur.it), nell'A.A. 2007/08, la percentuale di iscritti al gruppo di scienze matematiche, fisiche e informatiche, rispetto al totale degli studenti universitari, era appena del 3,07%, saliva all'11,62% aggiungendo i gruppi chimico-farmaceutico e geo-biologico fino ad arrivare al 33,26% con i gruppi medico, ingegneria e agrario. Questo nonostante le buone possibilità di occupazione. C'è dunque un problema culturale e di comunicazione, per cui sono benedette quelle iniziative che cercano di avvicinare giovani, ragazzi e - perché no? - bambini alle tematiche scientifiche, perché non restino qualcosa di esoterico, ma diventino un patrimonio culturale comune.
2010
Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattivita' - ISOF
polimeri
divulgazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/81685
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