Con una normativa assolutamente inedita per l' Italia (L.R. 25/1990) la Regione Sicilia ha imposto alcuni anni fa la chiusura, tuttora in atto, di gran parte della piattaforma continentale del Golfo di Castellammare alla attività di pesca a strascico . Questa circostanza offre oggi l'opportunità di valutare gli effetti di tale chiusura. Un approccio preliminare a tale problema consiste nel confronto degli indici di biomassa, per valutare se, come ci si attenderebbe, nell'area in oggetto la chiusura ha avuto come effetto diretto un aumento di biomassa delle risorse demersali pescabili a strascico. L'occasione di verificare la manifestazione e l'entità di tale fenomeno é stata data dalla disponibilità di due serie storiche di dati ottenute mediante trawl surveys condotti nel Golfo prima e dopo la chiusura. Per rendere confrontabili gli indici, espessi in termini di rendimenti orari medi, sono stati utilizzati dei fattori di conversione che tenessero conto delle diverse caratteristiche degli attrezzi impiegati. La prima serie storica si riferisce alle campagne condotte tra marzo 1985 e giugno 1989 dall'unità operativa n.11, nell'ambito del programma di valutazione di risorse demersali finanziato dal Ministero della Marina Mercantile (L. 41/1982). La seconda serie é stata ottenuta nell'ambito di un progetto di ricerca finanziato dalla C.E.E. avente come area oggetto di studio la sola piattaforma continentale del Golfo. Nell'ambito del presente lavoro si é scelto di prendere in considerazione le sole campagne primaverili e i rendimenti di 8 specie "bersaglio". L' analisi ha evidenziato la presenza di differenze altamente significative nei rendimenti medi di Merluccius merluccius, Mullus barbatus, Parapenaeus longirostris e Sepia officinalis, con catture notevolmente superiori nella campagna condotta nella primavera del 1994. Per altri cefalopodi, quali Eledone cirrhosa ed Eledone moschata, le differenze sono risultate non significative, mentre il rendimento medio relativo alla specie Mullus surmuletus appare addirittura diminuito rispetto ai valori precedenti alla chiusura del Golfo. Il presente lavoro vuole essere solo un primo contributo alla valutazione degli effetti della chiusura del Golfo. Altri aspetti vanno attentamente considerati al fine di valutare appieno gli effetti indotti sulla pesca artigianale e sulla attività di pesca a strascico aldilà della batimetrica dei 200 metri. Un giudizio definitivo, che tenga conto sia degli aspetti biologici che di quelli socioeconomici, non può prescindere da una attenta valutazione degli stock interessati e degli effetti indotti che un simile provvedimento presumibilmente ha avuto e continua ad avere sulla pesca artigianale e sulla attività di pesca a strascico svolta aldilà della piattaforma continentale;

Divieto di pesca a strascico nel Golfo di Castellammare (Sicilia Nord-Occidentale): alcune considerazioni.

Pipitone C;Badalamenti F;D'Anna G;Patti B
1996

Abstract

Con una normativa assolutamente inedita per l' Italia (L.R. 25/1990) la Regione Sicilia ha imposto alcuni anni fa la chiusura, tuttora in atto, di gran parte della piattaforma continentale del Golfo di Castellammare alla attività di pesca a strascico . Questa circostanza offre oggi l'opportunità di valutare gli effetti di tale chiusura. Un approccio preliminare a tale problema consiste nel confronto degli indici di biomassa, per valutare se, come ci si attenderebbe, nell'area in oggetto la chiusura ha avuto come effetto diretto un aumento di biomassa delle risorse demersali pescabili a strascico. L'occasione di verificare la manifestazione e l'entità di tale fenomeno é stata data dalla disponibilità di due serie storiche di dati ottenute mediante trawl surveys condotti nel Golfo prima e dopo la chiusura. Per rendere confrontabili gli indici, espessi in termini di rendimenti orari medi, sono stati utilizzati dei fattori di conversione che tenessero conto delle diverse caratteristiche degli attrezzi impiegati. La prima serie storica si riferisce alle campagne condotte tra marzo 1985 e giugno 1989 dall'unità operativa n.11, nell'ambito del programma di valutazione di risorse demersali finanziato dal Ministero della Marina Mercantile (L. 41/1982). La seconda serie é stata ottenuta nell'ambito di un progetto di ricerca finanziato dalla C.E.E. avente come area oggetto di studio la sola piattaforma continentale del Golfo. Nell'ambito del presente lavoro si é scelto di prendere in considerazione le sole campagne primaverili e i rendimenti di 8 specie "bersaglio". L' analisi ha evidenziato la presenza di differenze altamente significative nei rendimenti medi di Merluccius merluccius, Mullus barbatus, Parapenaeus longirostris e Sepia officinalis, con catture notevolmente superiori nella campagna condotta nella primavera del 1994. Per altri cefalopodi, quali Eledone cirrhosa ed Eledone moschata, le differenze sono risultate non significative, mentre il rendimento medio relativo alla specie Mullus surmuletus appare addirittura diminuito rispetto ai valori precedenti alla chiusura del Golfo. Il presente lavoro vuole essere solo un primo contributo alla valutazione degli effetti della chiusura del Golfo. Altri aspetti vanno attentamente considerati al fine di valutare appieno gli effetti indotti sulla pesca artigianale e sulla attività di pesca a strascico aldilà della batimetrica dei 200 metri. Un giudizio definitivo, che tenga conto sia degli aspetti biologici che di quelli socioeconomici, non può prescindere da una attenta valutazione degli stock interessati e degli effetti indotti che un simile provvedimento presumibilmente ha avuto e continua ad avere sulla pesca artigianale e sulla attività di pesca a strascico svolta aldilà della piattaforma continentale;
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/8268
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