Il "Bilancio del commercio esterno" del 1771, pubblicato da Giuseppe Maria Galanti nella Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie, è tra le produzioni galantiane più note e più frequentemente citate dagli storici economici del Mezzogiorno settecentesco. Tuttavia, il Bilancio non è mai stato analizzato nei suoi caratteri genetici e formali e neppure è stato esaminato come evento statistico, in grado di veicolare informazioni sul contesto politico e intellettuale nel quale vide la luce. L'articolo, muovendo dallo scenario storico-statistico europeo nel quale il Bilancio galantiano si colloca, ne esamina le origini e le caratteristiche intrinseche e delinea il quadro politico e amministrativo del quale il Bilancio è espressione, con particolare riferimento allo spazio dato alla quantificazione dei fatti economici nelle pratiche di governo e alla concezione più o meno pubblica dell'informazione economica. Si dimostra il carattere 'rivoluzionario' del Bilancio rispetto alla temperie politica e culturale in cui vide la luce, se ne seguono le (avverse) fortune negli anni del riflusso del riformismo borbonico e, infine, se ne ritrovano le tracce nell'istituzione, in epoca murattiana, di un servizio permanente di statistica del commercio estero.
Statistica e riforme tra ancien régime e rivoluzione. Giuseppe Maria Galanti e il Bilancio del commercio esterno del Regno di Napoli
Ciccolella Daniela
2010
Abstract
Il "Bilancio del commercio esterno" del 1771, pubblicato da Giuseppe Maria Galanti nella Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie, è tra le produzioni galantiane più note e più frequentemente citate dagli storici economici del Mezzogiorno settecentesco. Tuttavia, il Bilancio non è mai stato analizzato nei suoi caratteri genetici e formali e neppure è stato esaminato come evento statistico, in grado di veicolare informazioni sul contesto politico e intellettuale nel quale vide la luce. L'articolo, muovendo dallo scenario storico-statistico europeo nel quale il Bilancio galantiano si colloca, ne esamina le origini e le caratteristiche intrinseche e delinea il quadro politico e amministrativo del quale il Bilancio è espressione, con particolare riferimento allo spazio dato alla quantificazione dei fatti economici nelle pratiche di governo e alla concezione più o meno pubblica dell'informazione economica. Si dimostra il carattere 'rivoluzionario' del Bilancio rispetto alla temperie politica e culturale in cui vide la luce, se ne seguono le (avverse) fortune negli anni del riflusso del riformismo borbonico e, infine, se ne ritrovano le tracce nell'istituzione, in epoca murattiana, di un servizio permanente di statistica del commercio estero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.