L'adenosina-5'-trifosfato (ATP) è un nucleotide indispensabile al metabolismo cellulare. La misura dell'ATP è stata utilizzata sin dagli anni '60 per stimare la biomassa totale vivente negli ecosistemi acquatici per via delle sue importanti peculiarità: la presenza in tutte le cellule (autotrofe ed eterotrofe) e la rapida idrolisi dopo la loro morte (Holm-Hansen e Booth 1966; Karl, 1980; Mincks et al., 2005; Azzaro et al., 2006). In letteratura sono proposte varie metodologie per la misura dell'ATP che differiscono essenzialmente per le diverse modalità con cui viene effettuata l'estrazione del nucleotide (Karl, 1980). Il metodo di estrazione a freddo proposto di seguito (Jakubczak et al., 1980) è stato preferito, rispetto a quello introdotto da Holm-Hansen e Booth (1966), per le ottime caratteristiche di resa e per l'estrema semplicità che ne permette l'applicazione anche in indagini di campo (Zoppini et al., 1988). L'analisi dell'estratto effettuata tramite la misura dell'emissione di bioluminescenza è oggi ampiamente utilizzata (Minks et al., 2005; Bjorkman e Karl, 2006; Velten et al., 2007). In alternativa, soprattutto nel caso della misura degli adenilati, è applicata la tecnica della cromatografia liquida ad alta prestazione (Thebault et al., 2000).

Stima della biomassa totale da misure di ATP cellulare

Zoppini A;Azzaro F
2010

Abstract

L'adenosina-5'-trifosfato (ATP) è un nucleotide indispensabile al metabolismo cellulare. La misura dell'ATP è stata utilizzata sin dagli anni '60 per stimare la biomassa totale vivente negli ecosistemi acquatici per via delle sue importanti peculiarità: la presenza in tutte le cellule (autotrofe ed eterotrofe) e la rapida idrolisi dopo la loro morte (Holm-Hansen e Booth 1966; Karl, 1980; Mincks et al., 2005; Azzaro et al., 2006). In letteratura sono proposte varie metodologie per la misura dell'ATP che differiscono essenzialmente per le diverse modalità con cui viene effettuata l'estrazione del nucleotide (Karl, 1980). Il metodo di estrazione a freddo proposto di seguito (Jakubczak et al., 1980) è stato preferito, rispetto a quello introdotto da Holm-Hansen e Booth (1966), per le ottime caratteristiche di resa e per l'estrema semplicità che ne permette l'applicazione anche in indagini di campo (Zoppini et al., 1988). L'analisi dell'estratto effettuata tramite la misura dell'emissione di bioluminescenza è oggi ampiamente utilizzata (Minks et al., 2005; Bjorkman e Karl, 2006; Velten et al., 2007). In alternativa, soprattutto nel caso della misura degli adenilati, è applicata la tecnica della cromatografia liquida ad alta prestazione (Thebault et al., 2000).
2010
Istituto di Ricerca Sulle Acque - IRSA
978-88-448-0427-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/93070
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