Il presente saggio descrive gli interventi legislativi susseguitisi a partire dall'anno 2000 ad oggi, volti al contenimento ed alla razionalizzazione della spesa sanitaria. Il quadro normativo che viene delineato fa emergere un contesto in cui le Regioni diventano le vere protagoniste dell'assistenza sanitaria al cittadino, ruolo rafforzato dalla normativa sul federalismo. Il governo centrale conserva il ruolo di regolatore e supervisore del sistema, incentivando comportamenti virtuosi sulla spesa da parte delle amministrazioni regionali e promuovendo la convergenza dei sistemi sanitari regionali verso un punto comune a livello nazionale. Gli ultimi due paragrafi del capitolo dedicano un approfondimento ai meccanismi sanzionatori adottati dal legislatore nei confronti di quelle Regioni "poco virtuose" che, presentando elevati disavanzi sanitari, sono chiamate a negoziare con il Governo dei Piani di rientro dal deficit. Il lavoro si inserisce efficacemente nel dibattito, attualissimo, che affronta il problema della ricerca dell'efficacia e dell'efficienza nell'intero settore sanitario italiano. Il processo di riforma del sistema sanitario nazionale, introdotto dai decreti legislativi n. 502/1992 e 517/1993 e rafforzato dal decreto 299/1999, ha determinato il venir meno dell'ambiente istituzionale protetto in cui tradizionalmente operavano le aziende sanitarie pubbliche e, inoltre, ha determinato l'apertura del settore verso logiche di competizione, rendendo necessario l'utilizzo di nuovi strumenti gestionali. In altre parole, il processo di "aziendalizzazione", unito ad un cambiamento di mentalità più generale che riguarda tutto il settore pubblico, ha avvicinato il mondo delle aziende sanitarie pubbliche a quello delle imprese private. Questo non ha comportato un automatico recepimento e applicazione dei modelli organizzativi e degli strumenti gestionali delle imprese alle aziende sanitarie pubbliche, in quanto i due soggetti sono "geneticamente" diversi e svolgono missioni differenti. Bisogna tener conto, infatti, che l'introduzione di logiche manageriali in una azienda sanitaria non può prescindere dalle sue caratteristiche (natura pubblica, finalità sociale, autonomia professionale dei medici) e dal livello di cultura manageriale esistente. Ciò detto, è pur vero che solo l'ottica economico-aziendale permette di affrontare le scelte decisionali con un bagaglio informativo adeguato alla rilevanza delle decisioni da prendere, a cominciare dalla permanenza o meno di certi servizi. Ebbene, possiamo tranquillamente affermare che il processo di "trasferimento" di pratiche gestionali virtuose dal mondo delle imprese private a quello delle aziende sanitarie pubbliche non ha prodotto ancora i risultati attesi. In tale contesto si inserisce il volume in cui è contenuto il presente capitolo, il cui obiettivo è quello di far emergere l'importanza del ruolo dei sistemi di misurazione delle performance aziendali al fine di garantire efficacia ed efficienza al sistema sanitario. Esso può essere "idealmente" diviso in due parti: - i primi tre capitoli descrivono l'evoluzione della legislazione nazionale e della Regione Campania finalizzata a mettere sotto controllo la spesa sanitaria, nonché all'innalzamento dei livelli di efficienza ed efficacia del sistema sanitario nel suo complesso; - gli ultimi due capitoli riportano i risultati di un'esperienza di implementazione di un sistema di controllo delle performance sanitarie in una primaria azienda ospedaliera nazionale, il Santobono-Pausilipon, svolta dall'Istituto di Ricerca sulle Attività Terziarie del CNR in collaborazione con il Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università Parthenope di Napoli, con l'obiettivo di mettere in evidenza come l'opportuno utilizzo di corretti strumenti gestionali possa contribuire al raggiungimento delle finalità del legislatore.

Razionalizzazione e contenimento della spesa sanitaria in Italia: l'evoluzione della normativa

Andreottola F
2007

Abstract

Il presente saggio descrive gli interventi legislativi susseguitisi a partire dall'anno 2000 ad oggi, volti al contenimento ed alla razionalizzazione della spesa sanitaria. Il quadro normativo che viene delineato fa emergere un contesto in cui le Regioni diventano le vere protagoniste dell'assistenza sanitaria al cittadino, ruolo rafforzato dalla normativa sul federalismo. Il governo centrale conserva il ruolo di regolatore e supervisore del sistema, incentivando comportamenti virtuosi sulla spesa da parte delle amministrazioni regionali e promuovendo la convergenza dei sistemi sanitari regionali verso un punto comune a livello nazionale. Gli ultimi due paragrafi del capitolo dedicano un approfondimento ai meccanismi sanzionatori adottati dal legislatore nei confronti di quelle Regioni "poco virtuose" che, presentando elevati disavanzi sanitari, sono chiamate a negoziare con il Governo dei Piani di rientro dal deficit. Il lavoro si inserisce efficacemente nel dibattito, attualissimo, che affronta il problema della ricerca dell'efficacia e dell'efficienza nell'intero settore sanitario italiano. Il processo di riforma del sistema sanitario nazionale, introdotto dai decreti legislativi n. 502/1992 e 517/1993 e rafforzato dal decreto 299/1999, ha determinato il venir meno dell'ambiente istituzionale protetto in cui tradizionalmente operavano le aziende sanitarie pubbliche e, inoltre, ha determinato l'apertura del settore verso logiche di competizione, rendendo necessario l'utilizzo di nuovi strumenti gestionali. In altre parole, il processo di "aziendalizzazione", unito ad un cambiamento di mentalità più generale che riguarda tutto il settore pubblico, ha avvicinato il mondo delle aziende sanitarie pubbliche a quello delle imprese private. Questo non ha comportato un automatico recepimento e applicazione dei modelli organizzativi e degli strumenti gestionali delle imprese alle aziende sanitarie pubbliche, in quanto i due soggetti sono "geneticamente" diversi e svolgono missioni differenti. Bisogna tener conto, infatti, che l'introduzione di logiche manageriali in una azienda sanitaria non può prescindere dalle sue caratteristiche (natura pubblica, finalità sociale, autonomia professionale dei medici) e dal livello di cultura manageriale esistente. Ciò detto, è pur vero che solo l'ottica economico-aziendale permette di affrontare le scelte decisionali con un bagaglio informativo adeguato alla rilevanza delle decisioni da prendere, a cominciare dalla permanenza o meno di certi servizi. Ebbene, possiamo tranquillamente affermare che il processo di "trasferimento" di pratiche gestionali virtuose dal mondo delle imprese private a quello delle aziende sanitarie pubbliche non ha prodotto ancora i risultati attesi. In tale contesto si inserisce il volume in cui è contenuto il presente capitolo, il cui obiettivo è quello di far emergere l'importanza del ruolo dei sistemi di misurazione delle performance aziendali al fine di garantire efficacia ed efficienza al sistema sanitario. Esso può essere "idealmente" diviso in due parti: - i primi tre capitoli descrivono l'evoluzione della legislazione nazionale e della Regione Campania finalizzata a mettere sotto controllo la spesa sanitaria, nonché all'innalzamento dei livelli di efficienza ed efficacia del sistema sanitario nel suo complesso; - gli ultimi due capitoli riportano i risultati di un'esperienza di implementazione di un sistema di controllo delle performance sanitarie in una primaria azienda ospedaliera nazionale, il Santobono-Pausilipon, svolta dall'Istituto di Ricerca sulle Attività Terziarie del CNR in collaborazione con il Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università Parthenope di Napoli, con l'obiettivo di mettere in evidenza come l'opportuno utilizzo di corretti strumenti gestionali possa contribuire al raggiungimento delle finalità del legislatore.
2007
Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo - IRISS
9788889677186
sanità
aziendalizzazione sanità
razionalizzazione spesa pubblica
normativa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/93912
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