Il contributo si inserisce in un volume che propone una lettura in chiave economica dei beni culturali presenti sul territorio della regione Campania. Gli studi sull'impatto economico del settore culturale in Italia si trovano sulla frontiera della conoscenza scientifica, e ad oggi, si collocano in uno stadio che potrebbe definirsi "pre-paradigmatico" poiché non solo si caratterizzano per approcci metodologici spesso diversi tra loro, ma anche perché sono condotti in maniera non sistematica. Il rapporto in esame offre un approccio relativamente nuovo nello studio dei fenomeni connessi alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali, dal momento che utilizza come principale chiave di lettura quella economica ed una scala d'analisi su base regionale. Tale livello di analisi territoriale costituisce un elemento di significativa novità nel panorama italiano, che sommato a scelte di carattere metodologico basate sull'utilizzo integrato di strumenti di ricognizione sul campo molto diversi tra loro, amplifica la valenza fortemente sperimentale del lavoro. Il contributo in esame descrive le principali caratteristiche degli aspetti occupazionali presenti nel settore dei beni culturali. In termini generali, le informazioni di fonte istituzionale hanno consentito di mettere in luce una dinamica fortemente espansiva dell'occupazione regionale nel settore della gestione dei beni culturali, anche in relazione a quanto accaduto sull'intero territorio italiano. Il peso preponderante di tali occupati è riconducibile alle istituzioni pubbliche. Altro fenomeno rilevante riguarda la distribuzione del personale statale fortemente concentrata nei profili professionali meno qualificati, prevalentemente di vigilanza, custodia ed assistenza amministrativa. I dati campionari hanno fornito indicazioni più complete anche sugli istituti di proprietà non statale, e soprattutto informazioni dettagliate sul personale classificato "atipico". Sotto il profilo qualitativo l'indagine ha, inoltre, evidenziato come i due terzi dei beni culturali campani risulti privo di personale avente una qualifica dirigenziale. L'insieme di tutti i dati prodotti, infine, ha contribuito alla stima dell'impatto economico, nella quale sono individuati non solo gli effetti sul reddito e sul valore aggiunto regionale connessi alla presenza dei beni culturali in Campania, ma anche gli effetti moltiplicatori ad essi riconducibili. In tal senso le variabili rilevanti sono risultate, oltre alle spese connesse alla gestione diretta del bene, l'ammontare degli investimenti realizzati e la spesa generata dalla domanda turistica.

L'occupazione nel settore dei Beni Culturali in Campania

Guadalupi L
2006

Abstract

Il contributo si inserisce in un volume che propone una lettura in chiave economica dei beni culturali presenti sul territorio della regione Campania. Gli studi sull'impatto economico del settore culturale in Italia si trovano sulla frontiera della conoscenza scientifica, e ad oggi, si collocano in uno stadio che potrebbe definirsi "pre-paradigmatico" poiché non solo si caratterizzano per approcci metodologici spesso diversi tra loro, ma anche perché sono condotti in maniera non sistematica. Il rapporto in esame offre un approccio relativamente nuovo nello studio dei fenomeni connessi alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali, dal momento che utilizza come principale chiave di lettura quella economica ed una scala d'analisi su base regionale. Tale livello di analisi territoriale costituisce un elemento di significativa novità nel panorama italiano, che sommato a scelte di carattere metodologico basate sull'utilizzo integrato di strumenti di ricognizione sul campo molto diversi tra loro, amplifica la valenza fortemente sperimentale del lavoro. Il contributo in esame descrive le principali caratteristiche degli aspetti occupazionali presenti nel settore dei beni culturali. In termini generali, le informazioni di fonte istituzionale hanno consentito di mettere in luce una dinamica fortemente espansiva dell'occupazione regionale nel settore della gestione dei beni culturali, anche in relazione a quanto accaduto sull'intero territorio italiano. Il peso preponderante di tali occupati è riconducibile alle istituzioni pubbliche. Altro fenomeno rilevante riguarda la distribuzione del personale statale fortemente concentrata nei profili professionali meno qualificati, prevalentemente di vigilanza, custodia ed assistenza amministrativa. I dati campionari hanno fornito indicazioni più complete anche sugli istituti di proprietà non statale, e soprattutto informazioni dettagliate sul personale classificato "atipico". Sotto il profilo qualitativo l'indagine ha, inoltre, evidenziato come i due terzi dei beni culturali campani risulti privo di personale avente una qualifica dirigenziale. L'insieme di tutti i dati prodotti, infine, ha contribuito alla stima dell'impatto economico, nella quale sono individuati non solo gli effetti sul reddito e sul valore aggiunto regionale connessi alla presenza dei beni culturali in Campania, ma anche gli effetti moltiplicatori ad essi riconducibili. In tal senso le variabili rilevanti sono risultate, oltre alle spese connesse alla gestione diretta del bene, l'ammontare degli investimenti realizzati e la spesa generata dalla domanda turistica.
2006
Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo - IRISS
88-370-4663-4
Beni Culturali
Occupazione
Campania
Valutazione Impatto Economico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/93924
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