L'approccio proposta dalla CE per l'arboricoltura da legno, imponendole il ruolo di sostituzione dell'attività agricola per ridurne le eccedenze (senza sottolineare l'importanza per la produzione legnosa), associato all'inesperienza nel settore (insufficiente preparazione degli agricoltori e dei tecnici nella gestione degli impianti), ha determinato un livello qualitativo della produzione legnosa, attuale e futura, etremamente basso. Il presente lavoro illustra alcuni possibili impieghi in grado di valorizzare al meglio il legname di qualità inferiore derivante dalle cure colturali intermedie (secondi diradamenti) e dalle utilizzazioni di fine turno degli impianti attualmente presenti, in particolare di noce comune (Juglans regia) e ciliegio selvatico (Prunus avium), ovvero le latifoglie di pregio più diffuse negli arboreti del territorio italiano
Possibili utilizzazioni del materiale proveniente da diradamenti
BERTI S;
2008
Abstract
L'approccio proposta dalla CE per l'arboricoltura da legno, imponendole il ruolo di sostituzione dell'attività agricola per ridurne le eccedenze (senza sottolineare l'importanza per la produzione legnosa), associato all'inesperienza nel settore (insufficiente preparazione degli agricoltori e dei tecnici nella gestione degli impianti), ha determinato un livello qualitativo della produzione legnosa, attuale e futura, etremamente basso. Il presente lavoro illustra alcuni possibili impieghi in grado di valorizzare al meglio il legname di qualità inferiore derivante dalle cure colturali intermedie (secondi diradamenti) e dalle utilizzazioni di fine turno degli impianti attualmente presenti, in particolare di noce comune (Juglans regia) e ciliegio selvatico (Prunus avium), ovvero le latifoglie di pregio più diffuse negli arboreti del territorio italianoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.