L'istituto assicurativo rappresenta un aspetto di non secondaria importanza che ha mosso i traffici marittimi nel Mediterraneo dall'antichità ad oggi. L'assicurazione nasce per il mare e sul mare si evolve. Almeno fino al XVIII secolo in molti paesi che si affacciavano sul Mediterraneo regole scritte e regole non scritte regolamentavano la pratica assicurativa. Essa rispondeva alle richieste di un mercato che con l'apertura dei commerci d'oltreoceano diventava sempre più esigente e allo stesso tempo più rischioso. Il Regno di Napoli, già dal XVI secolo vide consolidare i suoi affari commerciali che si svolgevano prevalentemente attraverso il porto della Capitale. Un porto che, alla stregua di altri grandi mercati, come Ragusa, Ancona e Messina, era considerato una tappa fondamentale nel sistema-Mediterraneo. L'istituto assicurativo, tuttavia, con il commercio in evoluzione non poteva restare immobile. Se all'inizio anche a Napoli regole scritte e regole non scritte disciplinavano la pratica assicurativa, con il tempo le regole scritte assunsero un ruolo predominante, anche se per motivi di carattere fiscale (Prammatica De Assicurationibus). Subito dopo Genova, fu Napoli ad avere la sua Real Compagnia di assicurazioni marittime in regime di monopolio, monopolio che, tra inizi felici e continue crisi di liquidità, durò per ben cinquanta anni. Ma l'assicurazione, soprattutto quella marittima, non poteva restare invischiata in un rigido monopolio quando altrove in Europa i primi timidi passi verso la rivoluzione industriale avevano dimostrato la limitatezza di questo sistema. Nell'800 preunitario a Napoli, come altrove nella penisola, si assisté alla diversificazione delle attività svolte dalle nuove società di assicurazioni che cominciarono ad aprirsi subito dopo la Restaurazione. Le nuove società assicurative, a parte il fatto che l'assicurazione non era più relegata solo a quella marittima ma riguardava anche altri rami come vita e incendi, assunsero anche un ruolo di carattere finanziario più ampio, offrendo credito in mancanza di un sistema creditizio specializzato. La domanda creditizia, che cresceva all'espandersi del mercato sia interno che esterno come riflesso degli effetti della prima Rivoluzione industriale, spinse all'impiego del capitale sociale, che altrimenti sarebbe rimasto tesaurizzato nelle casse di queste società, in sconti cambiari, anticipazioni di capitali e cambi marittimi. L'istituto assicurativo si mostra così come uno strumento di grande flessibilità nell'economia dei paesi Mediterranei anticipando le grandi compagnie di assicurazioni e le società di intermediazione finanziaria, tipici prodotti del mondo moderno.
Trasformazioni e permanenze in campo assicurativo nel Mediterraneo: il caso del Regno di Napoli tra XVI e XIX secolo
Avallone Paola
2009
Abstract
L'istituto assicurativo rappresenta un aspetto di non secondaria importanza che ha mosso i traffici marittimi nel Mediterraneo dall'antichità ad oggi. L'assicurazione nasce per il mare e sul mare si evolve. Almeno fino al XVIII secolo in molti paesi che si affacciavano sul Mediterraneo regole scritte e regole non scritte regolamentavano la pratica assicurativa. Essa rispondeva alle richieste di un mercato che con l'apertura dei commerci d'oltreoceano diventava sempre più esigente e allo stesso tempo più rischioso. Il Regno di Napoli, già dal XVI secolo vide consolidare i suoi affari commerciali che si svolgevano prevalentemente attraverso il porto della Capitale. Un porto che, alla stregua di altri grandi mercati, come Ragusa, Ancona e Messina, era considerato una tappa fondamentale nel sistema-Mediterraneo. L'istituto assicurativo, tuttavia, con il commercio in evoluzione non poteva restare immobile. Se all'inizio anche a Napoli regole scritte e regole non scritte disciplinavano la pratica assicurativa, con il tempo le regole scritte assunsero un ruolo predominante, anche se per motivi di carattere fiscale (Prammatica De Assicurationibus). Subito dopo Genova, fu Napoli ad avere la sua Real Compagnia di assicurazioni marittime in regime di monopolio, monopolio che, tra inizi felici e continue crisi di liquidità, durò per ben cinquanta anni. Ma l'assicurazione, soprattutto quella marittima, non poteva restare invischiata in un rigido monopolio quando altrove in Europa i primi timidi passi verso la rivoluzione industriale avevano dimostrato la limitatezza di questo sistema. Nell'800 preunitario a Napoli, come altrove nella penisola, si assisté alla diversificazione delle attività svolte dalle nuove società di assicurazioni che cominciarono ad aprirsi subito dopo la Restaurazione. Le nuove società assicurative, a parte il fatto che l'assicurazione non era più relegata solo a quella marittima ma riguardava anche altri rami come vita e incendi, assunsero anche un ruolo di carattere finanziario più ampio, offrendo credito in mancanza di un sistema creditizio specializzato. La domanda creditizia, che cresceva all'espandersi del mercato sia interno che esterno come riflesso degli effetti della prima Rivoluzione industriale, spinse all'impiego del capitale sociale, che altrimenti sarebbe rimasto tesaurizzato nelle casse di queste società, in sconti cambiari, anticipazioni di capitali e cambi marittimi. L'istituto assicurativo si mostra così come uno strumento di grande flessibilità nell'economia dei paesi Mediterranei anticipando le grandi compagnie di assicurazioni e le società di intermediazione finanziaria, tipici prodotti del mondo moderno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.