Nella Biblioteca Apostolica Vaticana, si conserva una raccolta di disegni rilegati comprendente n. 166 fogli, catalogata come codice Ottoboniano latino 3105; essa porta sul frontespizio la seguente indicazione: Disegni originali cavati dall'antico da Pietro Santi Bartoli e da altri celebri professori. Il codice appartiene al Fondo Ottoboni che ha una provenienza piuttosto eterogenea: in esso confluirono, dopo la morte di Pietro Ottoboni divenuto papa Alessandro VIII, altri codici e in particolare delle raccolte di disegni di Pier Leone Ghezzi, vendute da questo a Benedetto XIV il 24 aprile 1747; il codice n. 3105 è parte di tale lotto. Questa raccolta di disegni, dunque, va considerata nell'ambito degli interessi archeologici di quel personaggio poliedrico che fu Pier Leone Ghezzi (1674-1755), attivo sulla scena romana per più di mezzo secolo, prota gonista dell'ambiente artistico e culturale del tempo, il quale coltivò intensi rapporti con i cultori e i collezionisti di antichità. Il Ghezzi, famoso per la sua attitudine di caricaturista, fu particolarmente apprezzato da Benedetto XIV, dotato di uno spiccato senso dell'umorismo, il quale volle acquistare il gruppo di codici comprendenti anche immagini caricaturali. L'articolo prende in considerazione tre disegni: il primo rende testimonianza di una statua, probabilmente raffigurante Imhotep e proveniente da Villa Adriana; gli altri raffigurano sculture rinvenute a Rignano Flaminio.
Elementi egizi nel Codice Ottoboniano Latino 3105
2006
Abstract
Nella Biblioteca Apostolica Vaticana, si conserva una raccolta di disegni rilegati comprendente n. 166 fogli, catalogata come codice Ottoboniano latino 3105; essa porta sul frontespizio la seguente indicazione: Disegni originali cavati dall'antico da Pietro Santi Bartoli e da altri celebri professori. Il codice appartiene al Fondo Ottoboni che ha una provenienza piuttosto eterogenea: in esso confluirono, dopo la morte di Pietro Ottoboni divenuto papa Alessandro VIII, altri codici e in particolare delle raccolte di disegni di Pier Leone Ghezzi, vendute da questo a Benedetto XIV il 24 aprile 1747; il codice n. 3105 è parte di tale lotto. Questa raccolta di disegni, dunque, va considerata nell'ambito degli interessi archeologici di quel personaggio poliedrico che fu Pier Leone Ghezzi (1674-1755), attivo sulla scena romana per più di mezzo secolo, prota gonista dell'ambiente artistico e culturale del tempo, il quale coltivò intensi rapporti con i cultori e i collezionisti di antichità. Il Ghezzi, famoso per la sua attitudine di caricaturista, fu particolarmente apprezzato da Benedetto XIV, dotato di uno spiccato senso dell'umorismo, il quale volle acquistare il gruppo di codici comprendenti anche immagini caricaturali. L'articolo prende in considerazione tre disegni: il primo rende testimonianza di una statua, probabilmente raffigurante Imhotep e proveniente da Villa Adriana; gli altri raffigurano sculture rinvenute a Rignano Flaminio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.