Il restauro architettonico è una attività complessa, frutto dell'azione combinata della cultura e della scienza, e nella quale entrano in gioco una quantità di tematiche e problemi che interagiscono tra di loro e che investono aspetti storici, tecnici, artistici, economici, sociali, metodologici, organizzativi e di pianificazione. Le Carte del restauro, a partire dalla Carta di Venezia del 1964, esprimono la sintesi delle riflessioni teoriche e delle esperienze operative che la cultura occidentale, e soprattutto quella europea ha maturato negli ultimi anni in questo settore. Con l'avvento della concezione del bene culturale come " patrimonio comune di ogni nazione" (Convenzione di Parigi, 1972) si diffonde una prospettiva planetaria di tale patrimonio, che tende a favorire lo scambio di metodologie di intervento e di esperienze operative tra Paesi collocati in aree geografiche tra loro distanti. Ma le strategie e i metodi di conservazione attualmente utilizzati nel campo del restauro, essendo frutto di una elaborazione teorica sostanzialmente eurocentrica, suscitano difficoltà e contrasti nel caso in cui si voglia applicarli ad opere ed interventi in paesi extraeuropei dove sono presenti particolari strutture sociali, differenti apparati culturali, peculiari concezioni filosofiche ed estetiche, profondi sentimenti religiosi. Una possibile via di soluzione è quella che tende a sviluppare ed integrare le indicazioni e le raccomandazioni delle Carte del Restauro attraverso un approccio globale al problema che si sintetizza nel concetto di restauro sostenibile( sustainable conservation). In questo caso la nozione di sostenibilità sta ad indicare la compatibilità storica, artistica, fisica e strutturale che l'intervento di restauro deve avere con il contesto architettonico e ambientale dove esso è collocato. Ma indica anche la necessità che ogni intervento conservativo sia compatibile con il contesto economico, sociale e politico e con le risorse disponibili dell'area geografica nel quale è collocato, ma soprattutto con i caratteri culturali, le tecniche tradizionali e le consuetudini operative del paese dove si effettua il restauro. I criteri del restauro sostenibile vengono in questo scritto riferiti al caso della moschea di Bibi khanum in Samarcanda.
The concept of conservation and preservation of architectural heritage in Islamic countries: The case for the Bibi Khanum Mosque of Samarqand
Cessari L;Gigliarelli E
1995
Abstract
Il restauro architettonico è una attività complessa, frutto dell'azione combinata della cultura e della scienza, e nella quale entrano in gioco una quantità di tematiche e problemi che interagiscono tra di loro e che investono aspetti storici, tecnici, artistici, economici, sociali, metodologici, organizzativi e di pianificazione. Le Carte del restauro, a partire dalla Carta di Venezia del 1964, esprimono la sintesi delle riflessioni teoriche e delle esperienze operative che la cultura occidentale, e soprattutto quella europea ha maturato negli ultimi anni in questo settore. Con l'avvento della concezione del bene culturale come " patrimonio comune di ogni nazione" (Convenzione di Parigi, 1972) si diffonde una prospettiva planetaria di tale patrimonio, che tende a favorire lo scambio di metodologie di intervento e di esperienze operative tra Paesi collocati in aree geografiche tra loro distanti. Ma le strategie e i metodi di conservazione attualmente utilizzati nel campo del restauro, essendo frutto di una elaborazione teorica sostanzialmente eurocentrica, suscitano difficoltà e contrasti nel caso in cui si voglia applicarli ad opere ed interventi in paesi extraeuropei dove sono presenti particolari strutture sociali, differenti apparati culturali, peculiari concezioni filosofiche ed estetiche, profondi sentimenti religiosi. Una possibile via di soluzione è quella che tende a sviluppare ed integrare le indicazioni e le raccomandazioni delle Carte del Restauro attraverso un approccio globale al problema che si sintetizza nel concetto di restauro sostenibile( sustainable conservation). In questo caso la nozione di sostenibilità sta ad indicare la compatibilità storica, artistica, fisica e strutturale che l'intervento di restauro deve avere con il contesto architettonico e ambientale dove esso è collocato. Ma indica anche la necessità che ogni intervento conservativo sia compatibile con il contesto economico, sociale e politico e con le risorse disponibili dell'area geografica nel quale è collocato, ma soprattutto con i caratteri culturali, le tecniche tradizionali e le consuetudini operative del paese dove si effettua il restauro. I criteri del restauro sostenibile vengono in questo scritto riferiti al caso della moschea di Bibi khanum in Samarcanda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.