Nel corso dell'età moderna, il banditismo, fenomeno quanto mai complesso e variegato, era ampiamente diffuso nel Regno di Napoli, al pari di altre realtà mediterranee. Esso riguardava specialmente le zone rurali e le località più periferiche e lontane dal controllo della capitale. I banditi, pur operando nelle vicinanze dei centri abitati e lungo importanti arterie di comunicazione, si rifugiavano sulle montagne e nelle località di confine e trovavano spesso protezione, oltre che presso parenti e amici, presso religiosi e potenti locali. Numerose e diverse furono le cause che determinarono l'incremento del banditismo sul suolo meridionale; in ultima analisi, però, tale incremento nasconde una causa primaria, vale a dire l'obiettiva difficoltà, da parte del governo centrale, di controllare efficacemente il territorio da esso amministrato. Tale difficoltà di controllo, già evidente in tempi di normalità, tendeva ad aggravarsi in situazioni di emergenza. E' quanto si verificò in occasione dell'epidemia di peste che, tra il 1656 e il 1658, colpì il Regno. Era questa la situazione ideale per una rinascita del banditismo. E ciò in un duplice senso: non solo crebbe il numero di banditi presenti sul suolo meridionale e si estese la loro area di azione, dai territori periferici alle zone più vicine alla capitale, ma aumentarono anche i saccheggi dei centri, trasformandosi il banditismo in questi anni da fenomeno prevalentemente rurale in fenomeno anche urbano. Pertanto, attraverso l'analisi dei principali episodi legati al banditismo, si tenta di esaminare, in primo luogo, le cause del fenomeno e, in secondo luogo, le sue maggiori implicazioni sulla vita delle popolazioni meridionali, per poi valutare l'operato delle autorità centrali nella lotta contro i banditi negli anni a seguire. L'analisi mostra come il banditismo rappresenti un'interessante chiave di lettura della società meridionale di metà Seicento e un fondamentale banco di prova per valutare le capacità di controllo del territorio da parte dei suoi governanti.

Banditismo e saccheggi in tempo di epidemia: il Regno di Napoli nella seconda metà del Seicento

Idamaria Fusco
2013

Abstract

Nel corso dell'età moderna, il banditismo, fenomeno quanto mai complesso e variegato, era ampiamente diffuso nel Regno di Napoli, al pari di altre realtà mediterranee. Esso riguardava specialmente le zone rurali e le località più periferiche e lontane dal controllo della capitale. I banditi, pur operando nelle vicinanze dei centri abitati e lungo importanti arterie di comunicazione, si rifugiavano sulle montagne e nelle località di confine e trovavano spesso protezione, oltre che presso parenti e amici, presso religiosi e potenti locali. Numerose e diverse furono le cause che determinarono l'incremento del banditismo sul suolo meridionale; in ultima analisi, però, tale incremento nasconde una causa primaria, vale a dire l'obiettiva difficoltà, da parte del governo centrale, di controllare efficacemente il territorio da esso amministrato. Tale difficoltà di controllo, già evidente in tempi di normalità, tendeva ad aggravarsi in situazioni di emergenza. E' quanto si verificò in occasione dell'epidemia di peste che, tra il 1656 e il 1658, colpì il Regno. Era questa la situazione ideale per una rinascita del banditismo. E ciò in un duplice senso: non solo crebbe il numero di banditi presenti sul suolo meridionale e si estese la loro area di azione, dai territori periferici alle zone più vicine alla capitale, ma aumentarono anche i saccheggi dei centri, trasformandosi il banditismo in questi anni da fenomeno prevalentemente rurale in fenomeno anche urbano. Pertanto, attraverso l'analisi dei principali episodi legati al banditismo, si tenta di esaminare, in primo luogo, le cause del fenomeno e, in secondo luogo, le sue maggiori implicazioni sulla vita delle popolazioni meridionali, per poi valutare l'operato delle autorità centrali nella lotta contro i banditi negli anni a seguire. L'analisi mostra come il banditismo rappresenti un'interessante chiave di lettura della società meridionale di metà Seicento e un fondamentale banco di prova per valutare le capacità di controllo del territorio da parte dei suoi governanti.
2013
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
978-88-204-3348-2
banditismo
epidemia
regno di Napoli
Seicento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/131761
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