Nel corso degli ultimi vent'anni, il Ministero della Giustizia ha promosso lo sviluppo di un numero molto ampio di progetti tecnologici tesi ad informatizzare in pratica ogni aspetto del lavoro che viene svolto dagli uffici giudiziari. Come è ormai noto, solo alcuni di essi hanno superato la fase di studio di fattibilità o quella di applicazione pilota e sono stati implementati nella maggior parte delle sedi. Infatti, vi sono stati molti fallimenti, più o meno noti, ma anche aree in cui questo sforzo di innovazione ha ottenuto dei risultati. Lo scopo di questo capitolo è quello di mostrare innanzitutto gli aspetti più rilevanti di questo percorso in chiaroscuro, in cui le ombre prevalgono sulle pennellate di luce e che può essere diviso in tre fasi principali, ognuna della quali caratterizza i presupposti fondamentali di questa vicenda. La prima fase pionieristica (fino al 1993) può essere descritta come il "periodo dell'esplorazione" da parte di singoli operatori, magistrati o uffici giudiziari sulle possibilità offerte dall'ICT. Una seconda fase di grande sviluppo (1993-2000) che può essere definita come "l'età dell'oro" dell'informatica nella PA e nella giustizia in particolare. Un periodo caratterizzato nuovo assetto nella governance dell'ICT nel settore giustizia (più capacità di progettazione e gestione), le maggiori risorse messe a disposizione, la domanda crescente di infrastrutture (reti e database) e applicazioni, stimolata anche da importanti riforme procedurali e ordinamentali. Questo periodo è stato interrotto a partire dal 2001 dai pesanti vincoli di bilancio imposti dall'Unione Europea (il cosiddetto "patto di stabilità") per l'entrata nell'Euro e dalla crisi economica, Da questo momento, infatti, per il settore giustizia inizia una terza fase, che abbiamo definito dei "tempi duri". Durante questa fase, la carenza di risorse e la necessità di operare significative economie di spesa hanno comportato la necessità di razionalizzare la gestione dell'ICT attraverso una politica di integrazione dei sistemi informatici e una selezione dei progetti secondo priorità ben definite. Le tappe di questo processo di innovazione nel settore giustizia sono state presentate con lo sguardo sempre rivolto all'interazione tra tecnologia ed organizzazione. Ciò ha determinato l'opportunità di dedicare la parte conclusiva di questo lavoro a tracciare una prima valutazione di come e quanto le infrastrutture tecnologiche e gli applicativi implementati (CMS, sistemi di supporto alle decisioni, strumenti elettronici per lo scambio di dati e documenti, ecc.) abbiano inciso sul processo di cambiamento degli uffici e quindi considerare allo stesso modo l'influenza che certamente ha avuto l'assetto istituzionale del sistema giudiziario italiano nello sviluppo e nell'adozione dell'ICT in questo particolare contesto, per finire con uno sguardo sulle prospettive che si aprono per il futuro.
Vent'anni di informatica negli uffici giudiziari: un percorso in (chiaro)scuro
Carnevali D
2010
Abstract
Nel corso degli ultimi vent'anni, il Ministero della Giustizia ha promosso lo sviluppo di un numero molto ampio di progetti tecnologici tesi ad informatizzare in pratica ogni aspetto del lavoro che viene svolto dagli uffici giudiziari. Come è ormai noto, solo alcuni di essi hanno superato la fase di studio di fattibilità o quella di applicazione pilota e sono stati implementati nella maggior parte delle sedi. Infatti, vi sono stati molti fallimenti, più o meno noti, ma anche aree in cui questo sforzo di innovazione ha ottenuto dei risultati. Lo scopo di questo capitolo è quello di mostrare innanzitutto gli aspetti più rilevanti di questo percorso in chiaroscuro, in cui le ombre prevalgono sulle pennellate di luce e che può essere diviso in tre fasi principali, ognuna della quali caratterizza i presupposti fondamentali di questa vicenda. La prima fase pionieristica (fino al 1993) può essere descritta come il "periodo dell'esplorazione" da parte di singoli operatori, magistrati o uffici giudiziari sulle possibilità offerte dall'ICT. Una seconda fase di grande sviluppo (1993-2000) che può essere definita come "l'età dell'oro" dell'informatica nella PA e nella giustizia in particolare. Un periodo caratterizzato nuovo assetto nella governance dell'ICT nel settore giustizia (più capacità di progettazione e gestione), le maggiori risorse messe a disposizione, la domanda crescente di infrastrutture (reti e database) e applicazioni, stimolata anche da importanti riforme procedurali e ordinamentali. Questo periodo è stato interrotto a partire dal 2001 dai pesanti vincoli di bilancio imposti dall'Unione Europea (il cosiddetto "patto di stabilità") per l'entrata nell'Euro e dalla crisi economica, Da questo momento, infatti, per il settore giustizia inizia una terza fase, che abbiamo definito dei "tempi duri". Durante questa fase, la carenza di risorse e la necessità di operare significative economie di spesa hanno comportato la necessità di razionalizzare la gestione dell'ICT attraverso una politica di integrazione dei sistemi informatici e una selezione dei progetti secondo priorità ben definite. Le tappe di questo processo di innovazione nel settore giustizia sono state presentate con lo sguardo sempre rivolto all'interazione tra tecnologia ed organizzazione. Ciò ha determinato l'opportunità di dedicare la parte conclusiva di questo lavoro a tracciare una prima valutazione di come e quanto le infrastrutture tecnologiche e gli applicativi implementati (CMS, sistemi di supporto alle decisioni, strumenti elettronici per lo scambio di dati e documenti, ecc.) abbiano inciso sul processo di cambiamento degli uffici e quindi considerare allo stesso modo l'influenza che certamente ha avuto l'assetto istituzionale del sistema giudiziario italiano nello sviluppo e nell'adozione dell'ICT in questo particolare contesto, per finire con uno sguardo sulle prospettive che si aprono per il futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.