Nell'ambito del Progetto Strategico NITCAR del CNR ed in collaborazione con il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano sono stati avviati degli studi per caratterizzare l'ecosistema suolo dell'isola di Pianosa. Tali studi fanno parte di una ricerca integrata riguardante il ruolo degli agroecosistemi terrestri in relazione al bilancio del carbonio. I suoli di Pianosa sono formati da una successione di sedimenti riferibili al Miocene inferiore su cui poggiano terreni pliocenici marini e depositi quaternari marini e continentali. Per la caratterizzazione dell'ecosistema sono state individuate alcune aree relative alla destinazione d'uso del suolo precedente l'abbandono del territorio da parte della comunità carceraria: a) aree a macchia mediterranea, non soggette a sensibile pressione antropica e da considerarsi preservate nel tempo in modo pressoché naturale; b) aree nelle quali l'uso del suolo era legato al pascolo; c) aree un tempo interessate da coltivazioni di tipo estensivo praticate dalla popolazione carceraria; d) un'area di ridotta estensione rappresentativa di aree di transizione tra la zona di macchia e quella dell'ex seminativo; e) una zona utilizzata in passato come orto e perciò soggetta a forte pressione antropica. All'interno delle cinque aree sono stati prelevati campioni di suolo, secondo un sistema di transect, sui quali sono state effettuate analisi fisiche, chimiche e biologiche. I suoli di Pianosa hanno mostrato una forte componente scheletrica ed una tessitura prevalentemente sabbiosa, risultando poco profondi e poveri di argilla, ma sufficientemente provvisti di limo che assicura loro un certo grado di struttura. L'intervento antropico ha influenzato sensibilmente la fertilità fisica e chimica provocando una riduzione del contenuto di C e N, ma i dati delle analisi biologiche hanno evidenziato che questi suoli, abbandonati da diversi anni, hanno una discreta capacità di recupero biochimico. I risultati relativi alla presenza ed all'attività della biomassa microbica dei suoli dell'ex pascolo e dell'ex seminativo lasciano supporre che si sia avviato un processo di recupero biochimico naturale che avrebbe condotto i due suoli ad una significativa somiglianza dal punto di vista biotico, pur mantenendo differenze sostanziali rispetto alla macchia, che in uno stato di equilibrio naturale potrebbe essere considerata come fase di ritorno del processo evolutivo. Lo studio delle caratteristiche di questi suoli assume un'importanza fondamentale per la valutazione della dinamica del C nell'ecosistema suolo. Infatti, tale dinamica, che è fortemente influenzata dalla capacità del suolo a proteggere la sostanza organica, riveste un ruolo importante nella regolazione dei fenomeni di scambio del C tra suolo ed atmosfera, con le loro implicazioni nei "cambiamenti climatici globali".

L'Ecosistema suolo dell'isola di Pianosa: studi preliminari

D'Acqui LP;Dodero A;Pezzarossa B;Pini R;Scatena M;
2001

Abstract

Nell'ambito del Progetto Strategico NITCAR del CNR ed in collaborazione con il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano sono stati avviati degli studi per caratterizzare l'ecosistema suolo dell'isola di Pianosa. Tali studi fanno parte di una ricerca integrata riguardante il ruolo degli agroecosistemi terrestri in relazione al bilancio del carbonio. I suoli di Pianosa sono formati da una successione di sedimenti riferibili al Miocene inferiore su cui poggiano terreni pliocenici marini e depositi quaternari marini e continentali. Per la caratterizzazione dell'ecosistema sono state individuate alcune aree relative alla destinazione d'uso del suolo precedente l'abbandono del territorio da parte della comunità carceraria: a) aree a macchia mediterranea, non soggette a sensibile pressione antropica e da considerarsi preservate nel tempo in modo pressoché naturale; b) aree nelle quali l'uso del suolo era legato al pascolo; c) aree un tempo interessate da coltivazioni di tipo estensivo praticate dalla popolazione carceraria; d) un'area di ridotta estensione rappresentativa di aree di transizione tra la zona di macchia e quella dell'ex seminativo; e) una zona utilizzata in passato come orto e perciò soggetta a forte pressione antropica. All'interno delle cinque aree sono stati prelevati campioni di suolo, secondo un sistema di transect, sui quali sono state effettuate analisi fisiche, chimiche e biologiche. I suoli di Pianosa hanno mostrato una forte componente scheletrica ed una tessitura prevalentemente sabbiosa, risultando poco profondi e poveri di argilla, ma sufficientemente provvisti di limo che assicura loro un certo grado di struttura. L'intervento antropico ha influenzato sensibilmente la fertilità fisica e chimica provocando una riduzione del contenuto di C e N, ma i dati delle analisi biologiche hanno evidenziato che questi suoli, abbandonati da diversi anni, hanno una discreta capacità di recupero biochimico. I risultati relativi alla presenza ed all'attività della biomassa microbica dei suoli dell'ex pascolo e dell'ex seminativo lasciano supporre che si sia avviato un processo di recupero biochimico naturale che avrebbe condotto i due suoli ad una significativa somiglianza dal punto di vista biotico, pur mantenendo differenze sostanziali rispetto alla macchia, che in uno stato di equilibrio naturale potrebbe essere considerata come fase di ritorno del processo evolutivo. Lo studio delle caratteristiche di questi suoli assume un'importanza fondamentale per la valutazione della dinamica del C nell'ecosistema suolo. Infatti, tale dinamica, che è fortemente influenzata dalla capacità del suolo a proteggere la sostanza organica, riveste un ruolo importante nella regolazione dei fenomeni di scambio del C tra suolo ed atmosfera, con le loro implicazioni nei "cambiamenti climatici globali".
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/16070
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