La sentenza n. 198 del 17 luglio 2012 costituisce una frattura nella giurisprudenza della Corte costituzionale sul regionalismo. Di qui, il suo valore politico rilevante a fronte di una motivazione breve e non priva di una certa contraddittorietà. La lettura del Titolo V revisionato, compiuta dal giudice delle leggi, non è mai stata di mera interpretazione delle nuove disposizioni costituzionali, piuttosto sono emersi modelli interpretativi del regionalismo italiano alcuni riconducibili alla logica dell'interpretazione sistematica delle disposizioni costituzionali, altri alquanto singolari e frutto di opzioni di carattere politico (rectius: costituzionale). Ma, nonostante la Corte abbia perseguito in questi undici anni un metodo di intervento sul Titolo V non strettamente «giudiziale», la sentenza in questione si differenzia dalla pregressa giurisprudenza costituzionale in materia di Regioni, poiché una drastica riduzione generalizzata del numero dei consiglieri regionali, così come scelta dal Governo e fatta salva dalla Corte, incide sulla forma di stato regionale, disarticolandola, e, inoltre, comporta una menomazione del principio democratico.
La composizione dei Consigli regionali nelle mani del Governo
Stelio Mangiameli
2012
Abstract
La sentenza n. 198 del 17 luglio 2012 costituisce una frattura nella giurisprudenza della Corte costituzionale sul regionalismo. Di qui, il suo valore politico rilevante a fronte di una motivazione breve e non priva di una certa contraddittorietà. La lettura del Titolo V revisionato, compiuta dal giudice delle leggi, non è mai stata di mera interpretazione delle nuove disposizioni costituzionali, piuttosto sono emersi modelli interpretativi del regionalismo italiano alcuni riconducibili alla logica dell'interpretazione sistematica delle disposizioni costituzionali, altri alquanto singolari e frutto di opzioni di carattere politico (rectius: costituzionale). Ma, nonostante la Corte abbia perseguito in questi undici anni un metodo di intervento sul Titolo V non strettamente «giudiziale», la sentenza in questione si differenzia dalla pregressa giurisprudenza costituzionale in materia di Regioni, poiché una drastica riduzione generalizzata del numero dei consiglieri regionali, così come scelta dal Governo e fatta salva dalla Corte, incide sulla forma di stato regionale, disarticolandola, e, inoltre, comporta una menomazione del principio democratico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.