L'Intergovernamental Panel for Climate Change (IPCC) prevede che nelle regioni mediterranee "entro il 2020 raddoppieranno le estati con temperature sopra la media ed aumenteranno desertificazione e incendi forestali". In tale situazione di rischio per la stessa sopravvivenza degli ecosistemi, diventa di fondamentale importanza quantificarne il bilancio del C per prevederne la vulnerabilità e la retroazione sul sistema globale. La complessita' di gran parte del territorio del nostro paese - occupato da garrighe, macchia, foreste sempreverdi ed agro-ecosistemi - rende peraltro difficile il calcolo dei flussi di C e la modellizzazione delle risposte ai cambiamenti climatici. L'isola di Pianosa, all'interno del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, rappresenta un sito ideale per questo tipo di studi - in virtù dell'orografia, l'assenza di emissioni antropogeniche e per l'essere costituita da un mosaico di ecosistemi sia naturali che agricoli. Materiali e metodiA partire dalla primavera del 2002, il progetto PianosaLab ha intrapreso il monitoraggio sistematico dei flussi di carbonio e vapor d'acqua, installando una torre di misure al centro dell'isola, che misura in continuo lo scambio netto di CO2 e H2O mediante la tecnica della correlazione turbolenta (EC).Una tecnica alternativa per la misura degli scambi di carbonio di un sistema complesso, quale quello oggetto di studio, è costituito dal bilancio di massa nello strato limite turbolento (CBL). Il vantaggio di tale approccio, deriva dalla possibilità di integrare la risposta di superfici eterogenee, mentre non è necessario che siano verificate le ipotesi (stazionarietà, assenza di avvezione, etc), che sono alla base della tecnica dell'EC.I profili verticali di vento e concentrazione di scalari sono stati fatti utilizzando un pallone frenato.Le capacità di analisi sono arricchita da misure, su base di campagna, dei profili di concentrazione di CO2 e degli isotopi stabili del carbonio all'interno dello strato limite - mediante l'uso di palloni frenati - e da misure di flussi da aeromobili. I primi risultati mostrano una elevata attività di assimilazione del carbonio in primavera ed all'inizio dell'estate, a dimostrazione di un processo attivo di ricolonizzazione di aree agricole abbandonate

Flussi di carbonio delle superfici vegetate dell'isola di Pianosa

P Di Tommasi;V Magliulo;FP Vaccari;F Miglietta;B Gioli;A Zaldei;F Sabatini;
2004

Abstract

L'Intergovernamental Panel for Climate Change (IPCC) prevede che nelle regioni mediterranee "entro il 2020 raddoppieranno le estati con temperature sopra la media ed aumenteranno desertificazione e incendi forestali". In tale situazione di rischio per la stessa sopravvivenza degli ecosistemi, diventa di fondamentale importanza quantificarne il bilancio del C per prevederne la vulnerabilità e la retroazione sul sistema globale. La complessita' di gran parte del territorio del nostro paese - occupato da garrighe, macchia, foreste sempreverdi ed agro-ecosistemi - rende peraltro difficile il calcolo dei flussi di C e la modellizzazione delle risposte ai cambiamenti climatici. L'isola di Pianosa, all'interno del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, rappresenta un sito ideale per questo tipo di studi - in virtù dell'orografia, l'assenza di emissioni antropogeniche e per l'essere costituita da un mosaico di ecosistemi sia naturali che agricoli. Materiali e metodiA partire dalla primavera del 2002, il progetto PianosaLab ha intrapreso il monitoraggio sistematico dei flussi di carbonio e vapor d'acqua, installando una torre di misure al centro dell'isola, che misura in continuo lo scambio netto di CO2 e H2O mediante la tecnica della correlazione turbolenta (EC).Una tecnica alternativa per la misura degli scambi di carbonio di un sistema complesso, quale quello oggetto di studio, è costituito dal bilancio di massa nello strato limite turbolento (CBL). Il vantaggio di tale approccio, deriva dalla possibilità di integrare la risposta di superfici eterogenee, mentre non è necessario che siano verificate le ipotesi (stazionarietà, assenza di avvezione, etc), che sono alla base della tecnica dell'EC.I profili verticali di vento e concentrazione di scalari sono stati fatti utilizzando un pallone frenato.Le capacità di analisi sono arricchita da misure, su base di campagna, dei profili di concentrazione di CO2 e degli isotopi stabili del carbonio all'interno dello strato limite - mediante l'uso di palloni frenati - e da misure di flussi da aeromobili. I primi risultati mostrano una elevata attività di assimilazione del carbonio in primavera ed all'inizio dell'estate, a dimostrazione di un processo attivo di ricolonizzazione di aree agricole abbandonate
2004
Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo - ISAFOM
flussi di carbonio
macchia mediterranea
correlazione turbolenta
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/219147
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