In seguito agli scavi effettuati dalla Soprintendenza Speciale per i beni Archeologici di Napoli e Pompei nell'area della Villa dei Papiri, tra la fin di ottobre e la metà di novembre 2007, in una stanza del padiglione sul mare della lussuosa residenza, si è verificato il rinvenimento di numerosi elementi in legno, relativi a mobilio, rivestiti da avorio decorato a bassorilievo, allo stato di completa imbibizione. I pregiati elementi appartengono a due tavolini con piano rotondo e gambe diritte e ad almeno tre tripodi, la cui decorazione a bassorilievo in avorio appare profondamente intrisa di elementi propri della simbologia religiosa di ambiente dionisiaco. Nel 2008 i restauratori hanno eseguito in laboratorio il microscavo dei due pani di terra contenenti i reperti, hanno seguito e coordinato le indagini relative alle analisi dei materiali, fornito assistenza all'esecuzione di rilievo tramite laser scan, e si sono occupati della conservazione preventiva ed immagazzinamento dei reperti. In questa occasione i reperti sono stati duplicati mediante tecnica di prototipazione in resina al fine di creare copie fedeli in scala 1:1 dei singoli pezzi, e consentire così lo studio archeologico e ricompositivo degli elementi, in attesa del complesso restauro dei reperti. Nel maggio 2009 la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ha sottoscritto una convenzione con il CNR-IVALSA di Sesto Fiorentino al fine di individuare sia il prodotto consolidante che la metodologia per il consolidamento e la stabilizzazione dei reperti polimaterici di legno e avorio, che tenessero conto delle particolarità dei reperti da trattare. Prima di effettuare le prove necessarie per individuare la corretta metodologia di consolidamento, sono state eseguite analisi micromorfologiche, fisiche e chimiche per arrivare ad una diagnosi dello stato di conservazione. Lo studio ha portato ad individuare il metodo, che prevede l'immersione dei reperti in soluzioni a concentrazione crescente di lattitolo e trealosio quale sistema più adeguato per la particolare tipologia di reperti da trattare. Nel 2011 si è conclusa la prima fase di studio eseguita presso il CNR-IVALSA di Sesto Fiorentino con esecuzione di prove sperimentali su provini di sacrificio, appositamente preparati in laboratorio, e in seguito l'applicazione su uno dei reperti. Nel 2012, i restauratori hanno affrontato l'intervento consistito in una prima fase di consolidamento in vasca e in una successiva fase di disidratazione controllata in camera climatica, entrambe condotte presso i laboratori messi a disposizione dal CNR-IVALSA, che ha fornito sia la strumentazione scientifica di laboratorio, sia l'esperienza derivata dalla sperimentazione. Si specifica che è la prima volta che questa metodologia viene applicata in Italia. L'intervento conclusivo ha previsto il complesso restauro degli elementi, con la verifica dell'adesione originale, del consolidamento e del riposizionamento delle lamine in avorio sui supporti lignei.

Microscavo, consolidamento, stabilizzazione e restauro degli elementi del mobilio di pregio in legno e avorio rinvenuto negli scavi di Villa dei Papiri in Ercolano

Capretti C;Macchioni N;Pecoraro E;Pizzo B;
2013

Abstract

In seguito agli scavi effettuati dalla Soprintendenza Speciale per i beni Archeologici di Napoli e Pompei nell'area della Villa dei Papiri, tra la fin di ottobre e la metà di novembre 2007, in una stanza del padiglione sul mare della lussuosa residenza, si è verificato il rinvenimento di numerosi elementi in legno, relativi a mobilio, rivestiti da avorio decorato a bassorilievo, allo stato di completa imbibizione. I pregiati elementi appartengono a due tavolini con piano rotondo e gambe diritte e ad almeno tre tripodi, la cui decorazione a bassorilievo in avorio appare profondamente intrisa di elementi propri della simbologia religiosa di ambiente dionisiaco. Nel 2008 i restauratori hanno eseguito in laboratorio il microscavo dei due pani di terra contenenti i reperti, hanno seguito e coordinato le indagini relative alle analisi dei materiali, fornito assistenza all'esecuzione di rilievo tramite laser scan, e si sono occupati della conservazione preventiva ed immagazzinamento dei reperti. In questa occasione i reperti sono stati duplicati mediante tecnica di prototipazione in resina al fine di creare copie fedeli in scala 1:1 dei singoli pezzi, e consentire così lo studio archeologico e ricompositivo degli elementi, in attesa del complesso restauro dei reperti. Nel maggio 2009 la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ha sottoscritto una convenzione con il CNR-IVALSA di Sesto Fiorentino al fine di individuare sia il prodotto consolidante che la metodologia per il consolidamento e la stabilizzazione dei reperti polimaterici di legno e avorio, che tenessero conto delle particolarità dei reperti da trattare. Prima di effettuare le prove necessarie per individuare la corretta metodologia di consolidamento, sono state eseguite analisi micromorfologiche, fisiche e chimiche per arrivare ad una diagnosi dello stato di conservazione. Lo studio ha portato ad individuare il metodo, che prevede l'immersione dei reperti in soluzioni a concentrazione crescente di lattitolo e trealosio quale sistema più adeguato per la particolare tipologia di reperti da trattare. Nel 2011 si è conclusa la prima fase di studio eseguita presso il CNR-IVALSA di Sesto Fiorentino con esecuzione di prove sperimentali su provini di sacrificio, appositamente preparati in laboratorio, e in seguito l'applicazione su uno dei reperti. Nel 2012, i restauratori hanno affrontato l'intervento consistito in una prima fase di consolidamento in vasca e in una successiva fase di disidratazione controllata in camera climatica, entrambe condotte presso i laboratori messi a disposizione dal CNR-IVALSA, che ha fornito sia la strumentazione scientifica di laboratorio, sia l'esperienza derivata dalla sperimentazione. Si specifica che è la prima volta che questa metodologia viene applicata in Italia. L'intervento conclusivo ha previsto il complesso restauro degli elementi, con la verifica dell'adesione originale, del consolidamento e del riposizionamento delle lamine in avorio sui supporti lignei.
2013
Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree - IVALSA - Sede Sesto Fiorentino
978-88-404-4227-3
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/227388
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