Con questa tavola rotonda ISPRA intende richiamare l'attenzione sul ruolo fondamentale della donna come soggetto attivo nelle politiche ambientali. Nessun dubbio che nella storia dell'ambientalismo italiano ed internazionale, la donna ha svolto sempre una funzione di primo piano nei movimenti, nelle associazioni, nei partiti, nel mondo scientifico. Ma vi è un aspetto particolare che è stato finora interpretato in modo a volte riduttivo: esso riguarda il ruolo della donna nell'alimentazione della famiglia. E' la visione che mette in rilievo l'occupazione della donna nella scelta del cibo al mercato, nella preparazione dei pasti per la famiglia; insomma la donna che lavora ma che è anche casalinga, con tutte le difficoltà che questo duplice ruolo comporta. Una consapevolezza più diffusa nella nostra società sta mettendo in rilievo che le scelte operate dalla donna in materia di alimentazione della famiglia svolgono un ruolo sempre più decisivo, attraverso una serie di passaggi successivi, nella difesa della biodiversità che è un punto essenziale, strategico, delle politiche nazionali per la difesa dell'ambiente. In sostanza, il modo di curare l'alimentazione della famiglia, di intendere e vivere concretamente il rapporto tra cibo e salute, fino all'organizzazione delle diete alimentari, porta la donna ad esercitare una funzione importante nella delimitazione concreta di ciò che si intende per qualità della vita, qualità legata ad un'alimentazione sana, ad una produzione selezionata, in sostanza ad un ambiente ben tutelato nelle sue caratteristiche fondamentali. Da qui il senso vero del titolo di questa tavola rotonda secondo cui le scelte delle donne in materia di nutrizione, volte al raggiungimento di un obiettivo di qualità, fanno in ultima analisi "bene all'ambiente". Il ruolo della donna è fondamentale per la tutela della natura e della biodiversità, anche attraverso questo suo specifico comportamento; ma anche, altro punto di sottolineatura, una maggiore consapevolezza del valore delle interconnessioni tra i diversi comportamenti umani e i diversi modelli di produzione e consumo e, infine, i diversi effetti sulla protezione dell'ambiente. In questa direzione si è mossa nel 2010 anche la FAO che nell'Anno Internazionale della Biodiversità ha evidenziato che il degrado degli ecosistemi e la perdita di biodiversità sono, in larga parte, conseguenza sia dei metodi impiegati nella produzione degli alimenti, sia dei modelli di consumi alimentari che inducono a produzioni non confacenti con il proprio ambiente. La FAO invitava, pertanto, a considerare con grande attenzione la profonda interconnessione esistente tra biodiversità, produzione degli alimenti, abitudini e culture alimentari. Ed anche ISPRA, in linea con la Strategia Nazionale per la Biodiversità, elaborata dal Ministero dell'Ambiente nel 2010 con un rilevante contributo dell'ISPRA stessa, ha posto molta attenzione in particolare alle voci salute e educazione, informazione, comunicazione e partecipazione. Per quanto riguarda la salute, ad esempio, uno degli obiettivi della Strategia è il rafforzamento a livello nazionale dell'integrazione tra conservazione della biodiversità e salute e benessere umano. Una funzione importante, ai fini del recupero di una maggiore e più diffusa consapevolezza del rapporto tra biodiversità, alimentazione e sostenibilità ambientale, è svolta dalle attività di divulgazione, di educazione e di formazione che sono azioni di rilievo in ISPRA. E proprio a proposito di divulgazione, vorrei ricordare la 1° Tavola Rotonda organizzata meno di un anno fa dal Dipartimento Difesa della Natura di ISPRA "La diversità vista con gli occhi delle donne: conversazione sulla biodiversità" in cui allora, come oggi, protagoniste sono le donne, le più adatte a portare un contributo di interazione positiva tra scienza e società.

Donne e cultura della sopravvivenza dal bosco (noci e castagne)

Maria Emilia Malvolti;Paola Pollegioni;Irene Olimpieri
2012

Abstract

Con questa tavola rotonda ISPRA intende richiamare l'attenzione sul ruolo fondamentale della donna come soggetto attivo nelle politiche ambientali. Nessun dubbio che nella storia dell'ambientalismo italiano ed internazionale, la donna ha svolto sempre una funzione di primo piano nei movimenti, nelle associazioni, nei partiti, nel mondo scientifico. Ma vi è un aspetto particolare che è stato finora interpretato in modo a volte riduttivo: esso riguarda il ruolo della donna nell'alimentazione della famiglia. E' la visione che mette in rilievo l'occupazione della donna nella scelta del cibo al mercato, nella preparazione dei pasti per la famiglia; insomma la donna che lavora ma che è anche casalinga, con tutte le difficoltà che questo duplice ruolo comporta. Una consapevolezza più diffusa nella nostra società sta mettendo in rilievo che le scelte operate dalla donna in materia di alimentazione della famiglia svolgono un ruolo sempre più decisivo, attraverso una serie di passaggi successivi, nella difesa della biodiversità che è un punto essenziale, strategico, delle politiche nazionali per la difesa dell'ambiente. In sostanza, il modo di curare l'alimentazione della famiglia, di intendere e vivere concretamente il rapporto tra cibo e salute, fino all'organizzazione delle diete alimentari, porta la donna ad esercitare una funzione importante nella delimitazione concreta di ciò che si intende per qualità della vita, qualità legata ad un'alimentazione sana, ad una produzione selezionata, in sostanza ad un ambiente ben tutelato nelle sue caratteristiche fondamentali. Da qui il senso vero del titolo di questa tavola rotonda secondo cui le scelte delle donne in materia di nutrizione, volte al raggiungimento di un obiettivo di qualità, fanno in ultima analisi "bene all'ambiente". Il ruolo della donna è fondamentale per la tutela della natura e della biodiversità, anche attraverso questo suo specifico comportamento; ma anche, altro punto di sottolineatura, una maggiore consapevolezza del valore delle interconnessioni tra i diversi comportamenti umani e i diversi modelli di produzione e consumo e, infine, i diversi effetti sulla protezione dell'ambiente. In questa direzione si è mossa nel 2010 anche la FAO che nell'Anno Internazionale della Biodiversità ha evidenziato che il degrado degli ecosistemi e la perdita di biodiversità sono, in larga parte, conseguenza sia dei metodi impiegati nella produzione degli alimenti, sia dei modelli di consumi alimentari che inducono a produzioni non confacenti con il proprio ambiente. La FAO invitava, pertanto, a considerare con grande attenzione la profonda interconnessione esistente tra biodiversità, produzione degli alimenti, abitudini e culture alimentari. Ed anche ISPRA, in linea con la Strategia Nazionale per la Biodiversità, elaborata dal Ministero dell'Ambiente nel 2010 con un rilevante contributo dell'ISPRA stessa, ha posto molta attenzione in particolare alle voci salute e educazione, informazione, comunicazione e partecipazione. Per quanto riguarda la salute, ad esempio, uno degli obiettivi della Strategia è il rafforzamento a livello nazionale dell'integrazione tra conservazione della biodiversità e salute e benessere umano. Una funzione importante, ai fini del recupero di una maggiore e più diffusa consapevolezza del rapporto tra biodiversità, alimentazione e sostenibilità ambientale, è svolta dalle attività di divulgazione, di educazione e di formazione che sono azioni di rilievo in ISPRA. E proprio a proposito di divulgazione, vorrei ricordare la 1° Tavola Rotonda organizzata meno di un anno fa dal Dipartimento Difesa della Natura di ISPRA "La diversità vista con gli occhi delle donne: conversazione sulla biodiversità" in cui allora, come oggi, protagoniste sono le donne, le più adatte a portare un contributo di interazione positiva tra scienza e società.
2012
Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale - IBAF - Sede Porano
978-88-448-0560-9
Alimentazione
piante agroforestali
dal bosco alla tavola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/228240
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