Aspetti epidemiologici del gioco d'azzardo

La possibilità di quantificare e caratterizzare un fenomeno è fondamentale per la strutturazione di politiche evidence-based. Un primo passo in questo processo, è rappresentato dalla possibilità di conoscere il livello di diffusione del gioco d'azzardo nella popolazione per poi essere in grado di caratterizzarlo tramite l'identificazione di profili di rischio o fasce di popolazione più fragili. È questo l'obiettivo che si prefigge il capitolo dal titolo Aspetti epidemiologici del gioco d'azzardo che presenta i risultati dei due studi di prevalenza condotti dalla Sezione di Epidemiologia dei Servizi Sanitari dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR. Il primo, IPSAD®2010-2011 (ItalianPopulationSurvey on Alcohol and other Drugs) effettuato sulla popolazione generale tra i 15 ed i 64 anni, il secondo, ESPAD-Italia®2012 (European School Survey on Alcohol and other Drugs), condotto sulla popolazione studentesca tra i 15 ed i 19 anni. Da questi studi emerge che nell'ultimo anno il gioco d'azzardo ha riguardato 19 milioni di italiani tra i 15 ed i 64 anni ed 1 milione e 55mila studenti, rispettivamente circa il 47% della popolazione generale ed il 45% dei giovani delle scuole superiori. Nella maggior parte dei casi, "giocare a soldi" è un'attività come un'altra, ma per circa un milione di italiani e per quasi 74mila studenti, il gioco assume caratteristiche di problematicità. Se si considerano anche i giocatori a rischio di sviluppare una modalità di gioco patologica, il fenomeno arriva a riguardare circa 3 milioni di italiani e quasi 200mila studenti. Tra i giovani delle scuole superori, sono i maschi ad essere più vulnerabili (il 55% contro poco meno del 36% delle coetanee) ed a presentare un profilo di giocatore a rischio o problematico (quasi un quarto dei ragazzi contro meno del 10% delle ragazze). Indipendentemente dal livello di problematicità, il gratta e vinci/lotto istantaneo rimangono le tipologie di gioco più frequenti