Per alcuni decenni, a partire dagli anni '30, la Lenticchia di Altamura, è stata una leguminosa importante per l'areale compreso tra le Murge baresi e le fertili terre dell'avanfossa Bradanica, rappresentando un valore aggiunto nell'agroalimentare locale, dal momento che veniva esportato in diversi paesi Europei e nel Nord America. Negli anni '70, una serie di cause e concause ne avevano determinato la lenta scomparsa, in particolare i premi erogati dall'Unione Europea che privilegiavano la monocoltura del grano duro e di fatto fino agli inizi degli anni 2000 la "Lenticchia di Altamura" non veniva più prodotta. Alcuni ecotipi sono stati però raccolti e conservati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Bioscienze e Biorisorse (CNR-IBBR) nella propria banca del germoplasma. Il recupero di tale coltura, la rimessa in produzione e la sua valorizzazione a partire dal 2007 hanno permesso di poter rimettere in moto una filiera che è stata ricostituita da zero, dall'utilizzo di vecchie varietà commerciali, presumibilmente ottenute da agroecotipi locali, fino alla sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione e lavorazione. Il continuo lavoro di un gruppo di ricercatori, agricoltori ed appassionati ha permesso di includere la "Lenticchia di Altamura" nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, per giungere a novembre 2016 alla concessione in via transitoria dell'Indicazione Geografica Protetta (IGP) da parte del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) e il 24 agosto 2017 alla pubblicazione della domanda di registrazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea.

Lenticchia di Altamura: una risorsa del passato per la produttività e sostenibilità degli agro-ecosistemi attuali.

Direnzo P;Laghetti G;Piergiovanni AR;
2017

Abstract

Per alcuni decenni, a partire dagli anni '30, la Lenticchia di Altamura, è stata una leguminosa importante per l'areale compreso tra le Murge baresi e le fertili terre dell'avanfossa Bradanica, rappresentando un valore aggiunto nell'agroalimentare locale, dal momento che veniva esportato in diversi paesi Europei e nel Nord America. Negli anni '70, una serie di cause e concause ne avevano determinato la lenta scomparsa, in particolare i premi erogati dall'Unione Europea che privilegiavano la monocoltura del grano duro e di fatto fino agli inizi degli anni 2000 la "Lenticchia di Altamura" non veniva più prodotta. Alcuni ecotipi sono stati però raccolti e conservati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Bioscienze e Biorisorse (CNR-IBBR) nella propria banca del germoplasma. Il recupero di tale coltura, la rimessa in produzione e la sua valorizzazione a partire dal 2007 hanno permesso di poter rimettere in moto una filiera che è stata ricostituita da zero, dall'utilizzo di vecchie varietà commerciali, presumibilmente ottenute da agroecotipi locali, fino alla sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione e lavorazione. Il continuo lavoro di un gruppo di ricercatori, agricoltori ed appassionati ha permesso di includere la "Lenticchia di Altamura" nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, per giungere a novembre 2016 alla concessione in via transitoria dell'Indicazione Geografica Protetta (IGP) da parte del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) e il 24 agosto 2017 alla pubblicazione della domanda di registrazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea.
2017
Istituto di Bioscienze e Biorisorse
Lens culinaris
valorizzazione
IGP
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/326514
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