La sindrome di McLeod è una rara malattia multisistemica, caratterizzata clinicamente da sintomi neurologici e psichiatrici e da manifestazioni neuromuscolari. Dalle indagini di laboratorio risulta alterazione della morfologia dei globuli rossi (acantocitosi), assenza dell'antigene Kx e debole espressione degli antigeni Kell (fenotipo McLeod) ed inoltre elevati livelli di creatin fosfochinasi (CK). La malattia è causata da mutazioni nel gene XK (Xp21.1) che codifica per la proteina XK, legata covalentemente alla glicoproteina Kell sulla superficie dei globuli rossi. Noi presentiamo il caso di un paziente di 52 anni che a partire dall'età di 45 anni aveva sviluppato gradualmente movimenti coreici con conseguente instabilità posturale, distonia orolinguale, moderata disartria, ipotonia degli arti e atrofia muscolare con ridotto riflesso tendineo. Egli presentava una storia familiare di corea, convulsioni e depressione di natura non determinata riferita al nonno materno. Le indagini di laboratorio mostravano una lieve anemia normocitica, moderato aumento degli enzimi epatici ed elevati valori di CK. La RMN rivelava atrofia del caudato, mentre l'elettromiografia e lo studio della velocità di conduzione nervosa fornivano indicazioni di una polineuropatia assonale sensorimotoria degli arti inferiori. Nel sangue periferico erano presenti acantociti suggestivi di una sindrome da neuroacantocitosi. Successive indagini immunoematologiche rivelavano una notevole riduzione della proteina Kell. L'analisi genetica, effettuata sequenziando i tre esoni del gene XK, individuava la presenza della mutazione emizigote da delezione c.856_860delCTCTA ) (precedentemente conosciuta come c.938_942delCTCTA) nell'esone 3. Questa mutazione, che crea un codone di stop prematuro in posizione amminoacidica 301, è stata precedentemente descritta in pochi pazienti affetti da sindrome di McLeod. Questo è il primo caso riportato in un paziente italiano. La sindrome di McLeod risulta spesso indistinguibile dalla corea di Huntington e la sua frequenza è quindi probabilmente sottostimata. Non vi è una chiara correlazione genotipo-fenotipo, ma la caratterizzazione genetica risulta utile per una ulteriore conferma diagnostica.

La sindrome di Mc Leod: un caso clinico

R Cittadella;EV De Marco
2016

Abstract

La sindrome di McLeod è una rara malattia multisistemica, caratterizzata clinicamente da sintomi neurologici e psichiatrici e da manifestazioni neuromuscolari. Dalle indagini di laboratorio risulta alterazione della morfologia dei globuli rossi (acantocitosi), assenza dell'antigene Kx e debole espressione degli antigeni Kell (fenotipo McLeod) ed inoltre elevati livelli di creatin fosfochinasi (CK). La malattia è causata da mutazioni nel gene XK (Xp21.1) che codifica per la proteina XK, legata covalentemente alla glicoproteina Kell sulla superficie dei globuli rossi. Noi presentiamo il caso di un paziente di 52 anni che a partire dall'età di 45 anni aveva sviluppato gradualmente movimenti coreici con conseguente instabilità posturale, distonia orolinguale, moderata disartria, ipotonia degli arti e atrofia muscolare con ridotto riflesso tendineo. Egli presentava una storia familiare di corea, convulsioni e depressione di natura non determinata riferita al nonno materno. Le indagini di laboratorio mostravano una lieve anemia normocitica, moderato aumento degli enzimi epatici ed elevati valori di CK. La RMN rivelava atrofia del caudato, mentre l'elettromiografia e lo studio della velocità di conduzione nervosa fornivano indicazioni di una polineuropatia assonale sensorimotoria degli arti inferiori. Nel sangue periferico erano presenti acantociti suggestivi di una sindrome da neuroacantocitosi. Successive indagini immunoematologiche rivelavano una notevole riduzione della proteina Kell. L'analisi genetica, effettuata sequenziando i tre esoni del gene XK, individuava la presenza della mutazione emizigote da delezione c.856_860delCTCTA ) (precedentemente conosciuta come c.938_942delCTCTA) nell'esone 3. Questa mutazione, che crea un codone di stop prematuro in posizione amminoacidica 301, è stata precedentemente descritta in pochi pazienti affetti da sindrome di McLeod. Questo è il primo caso riportato in un paziente italiano. La sindrome di McLeod risulta spesso indistinguibile dalla corea di Huntington e la sua frequenza è quindi probabilmente sottostimata. Non vi è una chiara correlazione genotipo-fenotipo, ma la caratterizzazione genetica risulta utile per una ulteriore conferma diagnostica.
2016
Istituto di Scienze Neurologiche - ISN - Sede Mangone
Sindrome di Mc Leod
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/327386
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