Negli ultimi anni la specializzazione agricola e le strategie di mercato hanno enfatizzato sempre di più il legame tra territorio e filiere agricole, tanto da identificare prodotti con territori e territori con prodotti. L'interazione della gestione agricola delle aree rurali con le caratteristiche pedoclimatiche locali definisce la qualità e le quantità delle produzioni, che si connotano come conseguenza con un valore emozionale ed economico quando il risultato si rivela di pregio e unico, difficilmente, cioè, riproducibile in altri territori. Il legame tra luogo di produzione, clima locale e prodotto rappresenta un forte traino per lo sviluppo economico delle aree rurali. L'imprescindibile legame con il territorio ha però intrinseco un certo livello di fragilità, che si rivela nel momento in cui le condizioni climatiche caratterizzanti un territorio si modificano. I cambiamenti climatici esercitano un effetto diretto, molto rilevante, sul settore agricolo. Andamento delle temperature stagionali e giornaliere, piovosità, sono tra i principali fattori che favoriscono la presenza o meno di una certa filiera agricola in un determinato territorio, determinandone le caratteristiche qualitative e le quantità delle produzioni. Al di là della variabilità climatica stagionale e tra le diverse annate, le tendenze ad un cambiamento significativo del clima indicano, ad esempio, nelle aree mediterranee, aumenti di temperature, diversificazione delle piovosità, aumento del numero di eventi estremi sia in termini di ondate di calore che di eventi piovosi. La conseguenza più estrema può essere la scomparsa delle condizioni minime in grado di soddisfare le esigenze fisiologiche di una coltura, e il graduale conseguente spostamento di areali di coltivazione, fino a modificare l'intera vocazionalità di un territorio nell'ospitare una filiera produttiva. In condizioni di stabilità del clima locale la tipicità è garantita, ma in condizioni di disturbo, sia come eventi estremi che come tendenze di lungo periodo, sono necessari interventi di adattamento appropriati, come l'introduzione di nuove varietà resistenti ad ondate di calore e inondazioni, tecniche di potatura e forme di allevamento in grado di minimizzare la perdita di acqua e ottimizzare l'insolazione, nuovi sistemi di irrigazione di soccorso e climatizzanti, sistemi di previsioni e suggerimenti irrigui, tecniche di gestione del suolo al fine di aumentarne la resilienza tramite l'aumento di sostanza organica e la lotta all'erosione, e tanti altri. Alla base, resta comunque la capacità di prevedere i diversi scenari di impatto sulle filiere tipiche: per fare questo è necessario puntare sulla ottimizzazione di modelli predittivi, sulla possibilità di aumentarne la scala di risoluzione e l'affidabilità, e lo sviluppo di una ricerca interdisciplinare che integri studio del clima e ecofisiologia delle piante. La tecnica agronomica le innovazioni tecnologiche possono contribuire a mantenere filiere tipiche di pregio nei territori, ma troppe azioni di adattamento potrebbero rendere le filiere non più economicamente ed ambientalmente sostenibili. Per questo, forse, il concetto di tipicità dovrebbe divenire più dinamico in risposta ai trend climatici, legare cioè un territorio non solo ad un prodotto, ma soprattutto ad una gestione appropriata dell'uso del suolo. Un concetto più moderno di vocazionalità territoriale potrebbe integrare quindi una visione dinamica della tipologia di prodotti ad un concetto statico di modello di gestione del territorio, che consideri una scelta accurata delle coltivazioni, una pianificazione dell'uso del suolo in maniera integrata tra i diversi settori, enfatizzando la complementarietà degli attori locali, e che sia in grado di salvaguardare il benessere dei territori rurali minimizzando nel contempo spese economiche ed ambientali.

Il clima e la tipicità dei prodotti agro-alimentari

Nicola Di Virgilio
2016

Abstract

Negli ultimi anni la specializzazione agricola e le strategie di mercato hanno enfatizzato sempre di più il legame tra territorio e filiere agricole, tanto da identificare prodotti con territori e territori con prodotti. L'interazione della gestione agricola delle aree rurali con le caratteristiche pedoclimatiche locali definisce la qualità e le quantità delle produzioni, che si connotano come conseguenza con un valore emozionale ed economico quando il risultato si rivela di pregio e unico, difficilmente, cioè, riproducibile in altri territori. Il legame tra luogo di produzione, clima locale e prodotto rappresenta un forte traino per lo sviluppo economico delle aree rurali. L'imprescindibile legame con il territorio ha però intrinseco un certo livello di fragilità, che si rivela nel momento in cui le condizioni climatiche caratterizzanti un territorio si modificano. I cambiamenti climatici esercitano un effetto diretto, molto rilevante, sul settore agricolo. Andamento delle temperature stagionali e giornaliere, piovosità, sono tra i principali fattori che favoriscono la presenza o meno di una certa filiera agricola in un determinato territorio, determinandone le caratteristiche qualitative e le quantità delle produzioni. Al di là della variabilità climatica stagionale e tra le diverse annate, le tendenze ad un cambiamento significativo del clima indicano, ad esempio, nelle aree mediterranee, aumenti di temperature, diversificazione delle piovosità, aumento del numero di eventi estremi sia in termini di ondate di calore che di eventi piovosi. La conseguenza più estrema può essere la scomparsa delle condizioni minime in grado di soddisfare le esigenze fisiologiche di una coltura, e il graduale conseguente spostamento di areali di coltivazione, fino a modificare l'intera vocazionalità di un territorio nell'ospitare una filiera produttiva. In condizioni di stabilità del clima locale la tipicità è garantita, ma in condizioni di disturbo, sia come eventi estremi che come tendenze di lungo periodo, sono necessari interventi di adattamento appropriati, come l'introduzione di nuove varietà resistenti ad ondate di calore e inondazioni, tecniche di potatura e forme di allevamento in grado di minimizzare la perdita di acqua e ottimizzare l'insolazione, nuovi sistemi di irrigazione di soccorso e climatizzanti, sistemi di previsioni e suggerimenti irrigui, tecniche di gestione del suolo al fine di aumentarne la resilienza tramite l'aumento di sostanza organica e la lotta all'erosione, e tanti altri. Alla base, resta comunque la capacità di prevedere i diversi scenari di impatto sulle filiere tipiche: per fare questo è necessario puntare sulla ottimizzazione di modelli predittivi, sulla possibilità di aumentarne la scala di risoluzione e l'affidabilità, e lo sviluppo di una ricerca interdisciplinare che integri studio del clima e ecofisiologia delle piante. La tecnica agronomica le innovazioni tecnologiche possono contribuire a mantenere filiere tipiche di pregio nei territori, ma troppe azioni di adattamento potrebbero rendere le filiere non più economicamente ed ambientalmente sostenibili. Per questo, forse, il concetto di tipicità dovrebbe divenire più dinamico in risposta ai trend climatici, legare cioè un territorio non solo ad un prodotto, ma soprattutto ad una gestione appropriata dell'uso del suolo. Un concetto più moderno di vocazionalità territoriale potrebbe integrare quindi una visione dinamica della tipologia di prodotti ad un concetto statico di modello di gestione del territorio, che consideri una scelta accurata delle coltivazioni, una pianificazione dell'uso del suolo in maniera integrata tra i diversi settori, enfatizzando la complementarietà degli attori locali, e che sia in grado di salvaguardare il benessere dei territori rurali minimizzando nel contempo spese economiche ed ambientali.
2016
Istituto di Biometeorologia - IBIMET - Sede Firenze
cambiamenti climatici
agricoltura
tipicità
adattamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/333918
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