Il bacino del Bonis è ubicato nella Sila greca cosentina ed è un sottobacino del torrente Cino. Il bacino, di proprietà pubblica, individuato e successivamente progettato a partire dal 1984 è attrezzato sin dal 1986 con l'obiettivo di istituire un laboratorio permanente per lo studio del bilancio idrologico a scala di bacino e dei processi idrici a scala di versanti (sottobacini), in popolamenti forestali di pino laricio, in relazione anche agli interventi di gestione forestale (es. diradamenti) e ad eventuali disturbi (es. incendi). Il bacino ha una superficie di 139,50 ha e si svolge da quota 1330 m s.l.m. (Colle Petrarella) a quota 975 m s.l.m. La sua altitudine media è di 1131 m s.l.m. La lunghezza dell'asta principale è di 2,2 Km (Iovino e Puglisi, 1989). Il clima è tipicamente montano-mediterraneo (Caloiero et al., 2015). In particolare l'area oggetto di studio è caratterizzata da precipitazioni medie annuali di 1124 mm, temperature medie di 1°C nel mese più freddo e di 17°C nel mese più caldo. Le temperatura media annuale è di 8,7°C (Cecita, 39°23'N, 16°32'E) (Ferrari et al., 2002). Facendo riferimento alla classificazione del Pavari (1916) il bacino ricade nella sottozona calda del Fagetum (Pellicone et al., 2014). Dal punto di vista pedologico i suoli, su rocce plutoniche, rientrano prevalentemente nella associazione Typic Xerumbrepts; quelli sul terrazzo fluviale nell'associazione degli Ultic Haploxeralfs. I primi sono suoli da mediamente profondi a profondi con tessitura dominante franco sabbiosa; lo scheletro, generalmente scarso nell'orizzonte umbrico, diventa frequente e talvolta abbondante negli altri orizzonti; il drenaggio è rapido; la pietrosità è comune, tranne le zone più erose; la rocciosità è generalmente scarsa. Gli Ultic Haploxeralfs hanno, invece, tessitura da franco, franco argillosa a franco limosa argillosa; lo scheletro, generalmente assente o scarso, è di piccole e medie dimensioni; il drenaggio è buono o moderatamente buono; la pietrosità è assente o scarsa; la rocciosità è assente. La reazione è da mediamente a fortemente acida (Dimase e Iovino, 1996). Circa il 93% della superficie totale del bacino è interessata da copertura forestale, dominata per l'80% da popolamenti di pino laricio (Pinus laricio, P.), con origine prevalentemente artificiale, realizzati nel periodo compreso tra il 1955 e il 1970. I nuclei di origine naturale, di età prossima a quella dei rimboschimenti effettuati, occupano la parte più alta del bacino in sinistra e destra idrografica. Sono presenti anche formazioni forestali di castagno e ridotte estensioni di vegetazione ripariale con prevalenza di ontano nero (Alnus glutinosa, L.) concentrata in prossimità degli impluvi (Callegari et al., 2002).
Il bacino sperimentale Bonis: monitoraggio integrato in un ecosistema forestale
Matteucci G;Caloiero T;Callegari G;Froio R;Pellicone G;Veltri A
2016
Abstract
Il bacino del Bonis è ubicato nella Sila greca cosentina ed è un sottobacino del torrente Cino. Il bacino, di proprietà pubblica, individuato e successivamente progettato a partire dal 1984 è attrezzato sin dal 1986 con l'obiettivo di istituire un laboratorio permanente per lo studio del bilancio idrologico a scala di bacino e dei processi idrici a scala di versanti (sottobacini), in popolamenti forestali di pino laricio, in relazione anche agli interventi di gestione forestale (es. diradamenti) e ad eventuali disturbi (es. incendi). Il bacino ha una superficie di 139,50 ha e si svolge da quota 1330 m s.l.m. (Colle Petrarella) a quota 975 m s.l.m. La sua altitudine media è di 1131 m s.l.m. La lunghezza dell'asta principale è di 2,2 Km (Iovino e Puglisi, 1989). Il clima è tipicamente montano-mediterraneo (Caloiero et al., 2015). In particolare l'area oggetto di studio è caratterizzata da precipitazioni medie annuali di 1124 mm, temperature medie di 1°C nel mese più freddo e di 17°C nel mese più caldo. Le temperatura media annuale è di 8,7°C (Cecita, 39°23'N, 16°32'E) (Ferrari et al., 2002). Facendo riferimento alla classificazione del Pavari (1916) il bacino ricade nella sottozona calda del Fagetum (Pellicone et al., 2014). Dal punto di vista pedologico i suoli, su rocce plutoniche, rientrano prevalentemente nella associazione Typic Xerumbrepts; quelli sul terrazzo fluviale nell'associazione degli Ultic Haploxeralfs. I primi sono suoli da mediamente profondi a profondi con tessitura dominante franco sabbiosa; lo scheletro, generalmente scarso nell'orizzonte umbrico, diventa frequente e talvolta abbondante negli altri orizzonti; il drenaggio è rapido; la pietrosità è comune, tranne le zone più erose; la rocciosità è generalmente scarsa. Gli Ultic Haploxeralfs hanno, invece, tessitura da franco, franco argillosa a franco limosa argillosa; lo scheletro, generalmente assente o scarso, è di piccole e medie dimensioni; il drenaggio è buono o moderatamente buono; la pietrosità è assente o scarsa; la rocciosità è assente. La reazione è da mediamente a fortemente acida (Dimase e Iovino, 1996). Circa il 93% della superficie totale del bacino è interessata da copertura forestale, dominata per l'80% da popolamenti di pino laricio (Pinus laricio, P.), con origine prevalentemente artificiale, realizzati nel periodo compreso tra il 1955 e il 1970. I nuclei di origine naturale, di età prossima a quella dei rimboschimenti effettuati, occupano la parte più alta del bacino in sinistra e destra idrografica. Sono presenti anche formazioni forestali di castagno e ridotte estensioni di vegetazione ripariale con prevalenza di ontano nero (Alnus glutinosa, L.) concentrata in prossimità degli impluvi (Callegari et al., 2002).File | Dimensione | Formato | |
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