Lo scopo di questo lavoro è stato quello di approfondire l'epidemiologia di Streptococcus agalactiae in aziende con recenti positività, in particolare a riguardo: delle condizioni d'allevamento, della prevalenza di bovine infette, della suscettibilità agli antibiotici e delle caratteristiche genotipiche dei ceppi. I risultati hanno dimostrato la presenza del patogeno in 13 allevamenti su 15 (1794 campioni di latte individuale), con prevalenza di bovine infette molto variabile (10,4-54,7%). Le condizioni d'allevamento (check-list) correlate con la prevalenza d'infezione sono risultate significative per: la preparazione igienica della mammella, l'esecuzione del post-dipping, la routine di mungitura, le procedure di lavaggio e disinfezione dell'impianto/tank, la somministrazione di latte infetto ai vitelli, l'igiene delle mammelle e la conta sia delle cellule somatiche che delle UFC/mL di S. agalactiae nel latte di massa. I risultati della minima concentrazione inibente su un ceppo per stalla (n. 13), hanno evidenziato resistenze alla Tetraciclina (n. 5), Eritromicina (n. 1) e Pirlimycina (n. 1); tutti i ceppi sono risultati sensibili ai ?-lattamici. La RAPD-PCR su almeno 4 ceppi per stalla, ha evidenziato una certa variabilità genetica (6 profili diversi su 55 ceppi), ed in 11 stalle la circolazione dei ceppi ha mostrato un profilo clonale, mentre in 2 stalle si sono evidenziati ceppi differenti. 18 ceppi rappresentativi di tutte le stalle sono risultati tutti positivi per il gene specie specifico e per i fattori di virulenza, neuC e cpsL (PCR-RT). I nostri risultati confermano il carattere contagioso di questa infezione e sottolineano la necessità di un controllo costante delle corrette procedure-igiene di mungitura, del management degli animali e del latte di massa.
Indagini epidemiologiche, biomolecolari e di antibiotico-resistenza in aziende di bovine da latte con infezione da Streptococcus agalactiae
Morandi S;
2018
Abstract
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di approfondire l'epidemiologia di Streptococcus agalactiae in aziende con recenti positività, in particolare a riguardo: delle condizioni d'allevamento, della prevalenza di bovine infette, della suscettibilità agli antibiotici e delle caratteristiche genotipiche dei ceppi. I risultati hanno dimostrato la presenza del patogeno in 13 allevamenti su 15 (1794 campioni di latte individuale), con prevalenza di bovine infette molto variabile (10,4-54,7%). Le condizioni d'allevamento (check-list) correlate con la prevalenza d'infezione sono risultate significative per: la preparazione igienica della mammella, l'esecuzione del post-dipping, la routine di mungitura, le procedure di lavaggio e disinfezione dell'impianto/tank, la somministrazione di latte infetto ai vitelli, l'igiene delle mammelle e la conta sia delle cellule somatiche che delle UFC/mL di S. agalactiae nel latte di massa. I risultati della minima concentrazione inibente su un ceppo per stalla (n. 13), hanno evidenziato resistenze alla Tetraciclina (n. 5), Eritromicina (n. 1) e Pirlimycina (n. 1); tutti i ceppi sono risultati sensibili ai ?-lattamici. La RAPD-PCR su almeno 4 ceppi per stalla, ha evidenziato una certa variabilità genetica (6 profili diversi su 55 ceppi), ed in 11 stalle la circolazione dei ceppi ha mostrato un profilo clonale, mentre in 2 stalle si sono evidenziati ceppi differenti. 18 ceppi rappresentativi di tutte le stalle sono risultati tutti positivi per il gene specie specifico e per i fattori di virulenza, neuC e cpsL (PCR-RT). I nostri risultati confermano il carattere contagioso di questa infezione e sottolineano la necessità di un controllo costante delle corrette procedure-igiene di mungitura, del management degli animali e del latte di massa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.