Uno dei concetti più interessanti della modernità - alla luce della crisi sistemica e non solo economica che viviamo - è legato all'ecologia. Spesso vista come una disciplina studiata al pari delle altre, secondo una visione antropocentrica che mette più o meno consapevolmente l'Uomo al di sopra di tutte le altre creature e quasi al di fuori dell'ecosistema. Il valore fondamentale di quest'ultimo per la vita viene sottovalutato o relegato a documentari televisivi che parlano spesso di specie animali in pericolo, di ecosistemi fragili e quant'altro - comunque sia "lontani" dal nostro quotidiano. L'Umanità ha invece, in questi ultimi 2 secoli, modificato profondamente l'ambiente in cui vive - al punto che gli scienziati (ecologisti, antropologi, naturalisti) hanno battezzato quest'ultimo periodo "Antropocene", nome altisonante per una delle ere forse più brevi della storia dellaTerra. Il concetto cui ci si riferisce è tanto semplice quanto "rivoluzionario" e profondo nella sua rappresentazione visiva, mostrata nel presente articolo (fig. 5). Questo sta a indicare la corrente di pensiero inaugurata il secolo scorso da Arne Næss, rispresa nel nostro paese da DALLA CASA (2011) e chiamata ecologia profonda, in contrapposizione a una ecologia di superficie da cui ancora era affetto il pur, a sua volta, rivoluzionario e fondamentale "Limits To Growth", voluto agli inizi degli anni '70 del secolo scorso da Aurelio Peccei. Uno studio nel quale il ruolo dell'Uomo era apicale, sia per capacità di determinare il proprio - e l'altrui/di altre specie - destino, sia per il fatto che la visione è ancora - come lo è attualmente - informata di un antropocentrismo del quale dovremmo fare sempre più a meno se vorremmo avere qualche possibilità in più di sopravvivenza sul pianeta.

"Eco-Ego". Un'immagine per rappresentare l'ecologia (profonda)

Luciano Celi
2017

Abstract

Uno dei concetti più interessanti della modernità - alla luce della crisi sistemica e non solo economica che viviamo - è legato all'ecologia. Spesso vista come una disciplina studiata al pari delle altre, secondo una visione antropocentrica che mette più o meno consapevolmente l'Uomo al di sopra di tutte le altre creature e quasi al di fuori dell'ecosistema. Il valore fondamentale di quest'ultimo per la vita viene sottovalutato o relegato a documentari televisivi che parlano spesso di specie animali in pericolo, di ecosistemi fragili e quant'altro - comunque sia "lontani" dal nostro quotidiano. L'Umanità ha invece, in questi ultimi 2 secoli, modificato profondamente l'ambiente in cui vive - al punto che gli scienziati (ecologisti, antropologi, naturalisti) hanno battezzato quest'ultimo periodo "Antropocene", nome altisonante per una delle ere forse più brevi della storia dellaTerra. Il concetto cui ci si riferisce è tanto semplice quanto "rivoluzionario" e profondo nella sua rappresentazione visiva, mostrata nel presente articolo (fig. 5). Questo sta a indicare la corrente di pensiero inaugurata il secolo scorso da Arne Næss, rispresa nel nostro paese da DALLA CASA (2011) e chiamata ecologia profonda, in contrapposizione a una ecologia di superficie da cui ancora era affetto il pur, a sua volta, rivoluzionario e fondamentale "Limits To Growth", voluto agli inizi degli anni '70 del secolo scorso da Aurelio Peccei. Uno studio nel quale il ruolo dell'Uomo era apicale, sia per capacità di determinare il proprio - e l'altrui/di altre specie - destino, sia per il fatto che la visione è ancora - come lo è attualmente - informata di un antropocentrismo del quale dovremmo fare sempre più a meno se vorremmo avere qualche possibilità in più di sopravvivenza sul pianeta.
2017
antropocentrismo
antropocene
ecologia profonda
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/351127
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