The "processual turn" in the study of borders has opened up to the analysis of how borders and border regimes, conceived of as social practices, are created/recreated in many ways, for many actors, at any place and time; however, this perspective still coexists with traditional approaches to borders, characterized by a fixation with the notion of border only as a tangible entity, the physical outcome of political, social and/or economic processes. These studies develop through sophisticated and erudite conceptual analysis, not always balanced by equal empirical anchorage. Conversely, based on an ethnographic account of asylum seekers' reception policies in Alto Adige/Südtirol, the article empirically frames the concept of "border" by retracing the experiences of the so-called "out-of-quota" asylum seekers (profughi fuori quota/Asylbewerber fuori quota) in light of their categorization prompted by local policy and media discourses. The author unveils the performative dimension of labelling practices by arguing that these not only fuel misrepresentation but translate into bordering practices that exacerbate juridical and social vulnerability and hinder access to reception facilities and welfare services.

La "svolta processuale" negli studi sui confini ha aperto all'analisi di come i confini e i regimi di confine, in quanto pratiche sociali, siano prodotti e si riproducano sotto una pluralità di forme, coinvolgendo molti attori e in una molteplicità di tempi e luoghi; tuttavia, questa prospettiva coesiste ancora con approcci tradizionali allo studio dei confini, caratterizzati dall'adozione di una nozione rigida di confine inteso esclusivamente come realtà fisica e tangibile, esito di processi politici, sociali e/o economici. Questi studi si sviluppano attraverso articolate ed erudite analisi concettuali che tendono a non essere bilanciate da un corrispondente ancoraggio empirico. Di contro, prendendo le mosse da un'etnografia delle politiche di accoglienza verso le persone richiedenti asilo in Alto Adige/Südtirol, l'articolo elabora un'analisi empirica del concetto di "confine" ripercorrendo le esperienze dei cosiddetti "profughi fuori quota" (Asylbewerber fuori quota) alla luce dei processi di categorizzazione promossi dagli attori politici e da alcuni media locali. L'autore svela la dimensione performativa delle pratiche di etichettamento, dimostrando come non contribuiscano ad alimentare soltanto distorte rappresentazioni dei richiedenti asilo, ma si traducano in pratiche di bordering che acuiscono la vulnerabilità giuridica e sociale e ostacolano l'accesso alle strutture di accoglienza e ai servizi di assistenza sociale.

Borders within. An Ethnographic Take on the Reception Policies of Asylum Seekers in Alto Adige/South Tyrol

degli Uberti Stefano
2019

Abstract

The "processual turn" in the study of borders has opened up to the analysis of how borders and border regimes, conceived of as social practices, are created/recreated in many ways, for many actors, at any place and time; however, this perspective still coexists with traditional approaches to borders, characterized by a fixation with the notion of border only as a tangible entity, the physical outcome of political, social and/or economic processes. These studies develop through sophisticated and erudite conceptual analysis, not always balanced by equal empirical anchorage. Conversely, based on an ethnographic account of asylum seekers' reception policies in Alto Adige/Südtirol, the article empirically frames the concept of "border" by retracing the experiences of the so-called "out-of-quota" asylum seekers (profughi fuori quota/Asylbewerber fuori quota) in light of their categorization prompted by local policy and media discourses. The author unveils the performative dimension of labelling practices by arguing that these not only fuel misrepresentation but translate into bordering practices that exacerbate juridical and social vulnerability and hinder access to reception facilities and welfare services.
2019
Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali - IRPPS
La "svolta processuale" negli studi sui confini ha aperto all'analisi di come i confini e i regimi di confine, in quanto pratiche sociali, siano prodotti e si riproducano sotto una pluralità di forme, coinvolgendo molti attori e in una molteplicità di tempi e luoghi; tuttavia, questa prospettiva coesiste ancora con approcci tradizionali allo studio dei confini, caratterizzati dall'adozione di una nozione rigida di confine inteso esclusivamente come realtà fisica e tangibile, esito di processi politici, sociali e/o economici. Questi studi si sviluppano attraverso articolate ed erudite analisi concettuali che tendono a non essere bilanciate da un corrispondente ancoraggio empirico. Di contro, prendendo le mosse da un'etnografia delle politiche di accoglienza verso le persone richiedenti asilo in Alto Adige/Südtirol, l'articolo elabora un'analisi empirica del concetto di "confine" ripercorrendo le esperienze dei cosiddetti "profughi fuori quota" (Asylbewerber fuori quota) alla luce dei processi di categorizzazione promossi dagli attori politici e da alcuni media locali. L'autore svela la dimensione performativa delle pratiche di etichettamento, dimostrando come non contribuiscano ad alimentare soltanto distorte rappresentazioni dei richiedenti asilo, ma si traducano in pratiche di bordering che acuiscono la vulnerabilità giuridica e sociale e ostacolano l'accesso alle strutture di accoglienza e ai servizi di assistenza sociale.
bordering
differential inclusion
asylum-seekers
reception policy
South Tyrol
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Descrizione: Borders within. An Ethnographic Take on the Reception Policies of Asylum Seekers in Alto Adige/South Tyrol
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