La prima Critica di Kant, pubblicata nel 1781 e rivista nel 1787, ha al centro il problema dell'esame delle possibilita? e dei limiti della ragion pura, cioe? della facolta? di conoscere a priori; per rispondere alla domanda "che cosa posso sapere?", essa indaga sui fondamenti, le condizioni e i limiti della conoscenza. Kant affronta, nell'ultimo quarto del Settecento, un tema fondamentale nella storia del pensiero filosofico, di cui si occupa, tra gli altri, gia? Platone nel Menone. Nel discorso del filosofo tedesco, tuttavia, i termini di confronto privilegiati sono i dogmatici (Leibniz e Wolff) e gli scettici (Hume), da cui la filosofia critica intende esplicitamente prendere le distanze. La metafisica tradizionale, divisa tra empirismo e razionalismo, e? caduta in un abisso senza fondo: da una parte infatti, secondo Kant, il conoscere a posteriori, a partire cioe? da fatti, non e? mai universale e necessario ed e? incapace di offrire un criterio discriminativo tra conoscenza e opinioni; dall'altra parte, pero?, non si puo? dedurre la realta? da meri princi?pi e pertanto la ragione dogmatica e?, inevitabilmente, dispotica. Per questo e? necessario attuare una rivoluzione copernicana; per questo, inoltre, la repubblica della scienza dev'essere presupposta e, assieme, fondata sui princi?pi della ragione. Le pagine che seguono sono un commento al terzo capitolo della Dottrina trascendentale del metodo, L'architettonica della ragion pura, e in particolare affrontano la lettura dell' Architettonica indagando sulle condizioni di possibilita? del logos scientifico.
Conoscenza e pubblicità del sapere. Le condizioni della repubblica scientifica a partire dall'Architettonica della ragion pura di Kant
Di Donato Francesca
2005
Abstract
La prima Critica di Kant, pubblicata nel 1781 e rivista nel 1787, ha al centro il problema dell'esame delle possibilita? e dei limiti della ragion pura, cioe? della facolta? di conoscere a priori; per rispondere alla domanda "che cosa posso sapere?", essa indaga sui fondamenti, le condizioni e i limiti della conoscenza. Kant affronta, nell'ultimo quarto del Settecento, un tema fondamentale nella storia del pensiero filosofico, di cui si occupa, tra gli altri, gia? Platone nel Menone. Nel discorso del filosofo tedesco, tuttavia, i termini di confronto privilegiati sono i dogmatici (Leibniz e Wolff) e gli scettici (Hume), da cui la filosofia critica intende esplicitamente prendere le distanze. La metafisica tradizionale, divisa tra empirismo e razionalismo, e? caduta in un abisso senza fondo: da una parte infatti, secondo Kant, il conoscere a posteriori, a partire cioe? da fatti, non e? mai universale e necessario ed e? incapace di offrire un criterio discriminativo tra conoscenza e opinioni; dall'altra parte, pero?, non si puo? dedurre la realta? da meri princi?pi e pertanto la ragione dogmatica e?, inevitabilmente, dispotica. Per questo e? necessario attuare una rivoluzione copernicana; per questo, inoltre, la repubblica della scienza dev'essere presupposta e, assieme, fondata sui princi?pi della ragione. Le pagine che seguono sono un commento al terzo capitolo della Dottrina trascendentale del metodo, L'architettonica della ragion pura, e in particolare affrontano la lettura dell' Architettonica indagando sulle condizioni di possibilita? del logos scientifico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.