La pandemia covid-19 sopraggiunta a fine febbraio 2020 ha comportato l'adozione di misure drastiche di contenimento del contagio che hanno avuto un forte impatto su tutti i settori del sistema sociale, a partire dalle istituzioni educative. Il protocollo di lockdown adottato dal Governo italiano (dpcm del 4 marzo 2020 e successivi decreti) ha imposto la chiusura delle scuole e in tempi rapidi la riorganizzazione delle attività di didattica a distanza (dad) mediante l'uso di dispositivi digitali. Ai primi di maggio viene concessa ai settori produttivi e dei servizi una ripresa graduale delle attività, mentre l'anno scolastico si conclude in modalità virtuale, lontano dalle aule. In questo scenario inedito, il presente contributo analizza le linee di azione adottate dal Governo e i processi di implementazione in atto nelle scuole, con particolare riferimento agli alunni con cittadinanza non italiana. Le situazioni di povertà educativa, la mancanza o scarsità di strumenti o connessioni, l'inadeguatezza degli spazi abitativi, le difficoltà tecniche e linguistiche hanno accentuato e potrebbero ulteriormente esacerbare le disuguaglianze nelle opportunità educative e le distanze già condizionate dalle differenze socio-culturali di partenza. In proposito, sono stati prodotti diversi dati e vi sono diverse ricerche in corso sulle esperienze di apprendimento a distanza, sulle potenzialità e le criticità emerse, ma non vi sono ancora dati empirici che riguardino nello specifico la condizione degli alunni con background migratorio. In generale, si è aperto un acceso dibattito sulle conseguenze comportate dalle misure di lockdown - in particolare, per gli studenti più fragili -, sugli scenari futuri legati alla ripresa delle attività in presenza e alle possibilità di utilizzo della dad, cui ci sembra opportuno fare riferimento al fine di sviluppare una riflessione sulla situazione e sui bisogni educativi caratterizzanti la popolazione con background migratorio. Le visioni emergenti tendono a polarizzarsi essenzialmente su due posizioni: da un lato, si guarda al "ritorno in presenza" come a un momento storico in cui promuovere il cambiamento degli assetti organizzativi e didattici che da tempo si auspica nel nostro sistema scolastico, immaginando e progettando un nuovo paradigma di didattica "mista" in cui valorizzare le opportunità offerte dalle tecnologie digitali nella prospettiva di una modernizzazione democratica e inclusiva; dall'altro, si paventano i rischi di un'acutizzazione delle disuguaglianze sociali connesse all'involuzione e alla subordinazione del sistema di istruzione pubblica alle piattaforme del capitalismo digitale.

L'inclusione scolastica degli alunni con background migratorio nell'emergenza sanitaria COVID-19: una battuta d'arresto?

Anna Milione;Paolo Landri
2020

Abstract

La pandemia covid-19 sopraggiunta a fine febbraio 2020 ha comportato l'adozione di misure drastiche di contenimento del contagio che hanno avuto un forte impatto su tutti i settori del sistema sociale, a partire dalle istituzioni educative. Il protocollo di lockdown adottato dal Governo italiano (dpcm del 4 marzo 2020 e successivi decreti) ha imposto la chiusura delle scuole e in tempi rapidi la riorganizzazione delle attività di didattica a distanza (dad) mediante l'uso di dispositivi digitali. Ai primi di maggio viene concessa ai settori produttivi e dei servizi una ripresa graduale delle attività, mentre l'anno scolastico si conclude in modalità virtuale, lontano dalle aule. In questo scenario inedito, il presente contributo analizza le linee di azione adottate dal Governo e i processi di implementazione in atto nelle scuole, con particolare riferimento agli alunni con cittadinanza non italiana. Le situazioni di povertà educativa, la mancanza o scarsità di strumenti o connessioni, l'inadeguatezza degli spazi abitativi, le difficoltà tecniche e linguistiche hanno accentuato e potrebbero ulteriormente esacerbare le disuguaglianze nelle opportunità educative e le distanze già condizionate dalle differenze socio-culturali di partenza. In proposito, sono stati prodotti diversi dati e vi sono diverse ricerche in corso sulle esperienze di apprendimento a distanza, sulle potenzialità e le criticità emerse, ma non vi sono ancora dati empirici che riguardino nello specifico la condizione degli alunni con background migratorio. In generale, si è aperto un acceso dibattito sulle conseguenze comportate dalle misure di lockdown - in particolare, per gli studenti più fragili -, sugli scenari futuri legati alla ripresa delle attività in presenza e alle possibilità di utilizzo della dad, cui ci sembra opportuno fare riferimento al fine di sviluppare una riflessione sulla situazione e sui bisogni educativi caratterizzanti la popolazione con background migratorio. Le visioni emergenti tendono a polarizzarsi essenzialmente su due posizioni: da un lato, si guarda al "ritorno in presenza" come a un momento storico in cui promuovere il cambiamento degli assetti organizzativi e didattici che da tempo si auspica nel nostro sistema scolastico, immaginando e progettando un nuovo paradigma di didattica "mista" in cui valorizzare le opportunità offerte dalle tecnologie digitali nella prospettiva di una modernizzazione democratica e inclusiva; dall'altro, si paventano i rischi di un'acutizzazione delle disuguaglianze sociali connesse all'involuzione e alla subordinazione del sistema di istruzione pubblica alle piattaforme del capitalismo digitale.
2020
Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali - IRPPS
9788880804222
Studenti con background migratorio
Covid-19
Dad
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Descrizione: L'inclusione scolastica degli alunni con background migratorio nell'emergenza sanitaria COVID-19: una battuta d'arresto?
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