Lo studio che qui si presenta è stato condotto a margine della ricerca in corso di svolgimento da parte di chi scrive nell'ambito del dottorato in Storia delle Arti e dello Spettacolo istituito presso l'Università degli Studi di Firenze (ciclo XXXV) avente come titolo "I restauri storicizzati nei grandi e piccoli bronzi antichi musealizzati". Lo scopo principale dello studio ha riguardato l'acquisizione di nuovi dati di conoscenza sugli aspetti archeometallurgici e di restauro relativamente ad un ristretto gruppo di bronzi rinvenuti nel XX secolo e, quindi, con una storia conservativa abbastanza breve. Questi dati verranno confrontati in un prossimo futuro con i risultati derivanti da interventi simili effettuati su manufatti bronzei recuperati nel XVIII-XIX secolo nella medesima area (oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) che, viceversa, hanno subito vicissitudini complesse. I bronzi oggetto di studio, provenienti da due contesti tra i più noti dell'antica città romana e caratterizzati dall'eccezionalità dei rinvenimenti, sono attualmente custoditi presso il deposito dell'Antiquarium di Boscoreale: - Efebo lampadoforo di Casa Marcus Fabius Rufus (Regio VII, 16, 22) (fig. 1); - Apollo lampadoforo di Casa di Caius Iulius Polybius (Regio IX, 13, n.1-3) (fig. 2); - Cratere a calice con scena mitologica di Casa di Caius Iulius Polybius (Regio IX, 13, n.1-3) (fig. 3). Si tratta di opere molto note e oggetto di numerosi studi, perlopiù concordi nel valutare questi pezzi di notevole qualità artistica, funzionali e di gusto estetico raffinato, legati al collezionismo di élite diffuso in epoca imperiale.1 Sia il grande cratere che i due lampadofori2 rappresentano espressioni artistiche liberamente ispirate o copiate da prototipi più antichi con combinazione di diversi stili, i quali incarnano e trasmettono i valori e il gusto di quel tempo. Eredi del felice fenomeno di diffusione dei modelli greci nel mondo romano con estrema varietà nel loro impiego, assumendo funzioni inedite introdotti in nuovi contesti ambientali.3 In questo contributo sono illustrati gli esiti della prima campagna di indagini e la messa a punto di preliminari test di pulitura indirizzati a recuperare la lettura di policromie superficiali, seguendo un approccio esclusivamente non invasivo, non distruttivo e in situ, cercando di limitare il più possibile le delicate operazioni di movimentazione che coinvolgono comunque manufatti di notevole pregio e di estrema fragilità.4 L'insieme dei dati ottenuti, dalle indagini scientifiche e dalle prove di pulitura, contribuiscono all'approfondimento sullo studio delle tecniche antiche e alla migliore lettura e interpretazione storico-stilistica delle opere, fornendo risultati inediti per gli aspetti finora meno studiati. In particolare sono emersi dati interessanti sui restauri condotti nell'antichità e quelli di età contemporanea (anni 60' e 80' del Novecento), così come gli aspetti sulla policromia legata agli inserti metallici.
Prime indagini su opere bronzee da Pompei. Nuovi dati sulla policromia antica
Salvadori B
2020
Abstract
Lo studio che qui si presenta è stato condotto a margine della ricerca in corso di svolgimento da parte di chi scrive nell'ambito del dottorato in Storia delle Arti e dello Spettacolo istituito presso l'Università degli Studi di Firenze (ciclo XXXV) avente come titolo "I restauri storicizzati nei grandi e piccoli bronzi antichi musealizzati". Lo scopo principale dello studio ha riguardato l'acquisizione di nuovi dati di conoscenza sugli aspetti archeometallurgici e di restauro relativamente ad un ristretto gruppo di bronzi rinvenuti nel XX secolo e, quindi, con una storia conservativa abbastanza breve. Questi dati verranno confrontati in un prossimo futuro con i risultati derivanti da interventi simili effettuati su manufatti bronzei recuperati nel XVIII-XIX secolo nella medesima area (oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) che, viceversa, hanno subito vicissitudini complesse. I bronzi oggetto di studio, provenienti da due contesti tra i più noti dell'antica città romana e caratterizzati dall'eccezionalità dei rinvenimenti, sono attualmente custoditi presso il deposito dell'Antiquarium di Boscoreale: - Efebo lampadoforo di Casa Marcus Fabius Rufus (Regio VII, 16, 22) (fig. 1); - Apollo lampadoforo di Casa di Caius Iulius Polybius (Regio IX, 13, n.1-3) (fig. 2); - Cratere a calice con scena mitologica di Casa di Caius Iulius Polybius (Regio IX, 13, n.1-3) (fig. 3). Si tratta di opere molto note e oggetto di numerosi studi, perlopiù concordi nel valutare questi pezzi di notevole qualità artistica, funzionali e di gusto estetico raffinato, legati al collezionismo di élite diffuso in epoca imperiale.1 Sia il grande cratere che i due lampadofori2 rappresentano espressioni artistiche liberamente ispirate o copiate da prototipi più antichi con combinazione di diversi stili, i quali incarnano e trasmettono i valori e il gusto di quel tempo. Eredi del felice fenomeno di diffusione dei modelli greci nel mondo romano con estrema varietà nel loro impiego, assumendo funzioni inedite introdotti in nuovi contesti ambientali.3 In questo contributo sono illustrati gli esiti della prima campagna di indagini e la messa a punto di preliminari test di pulitura indirizzati a recuperare la lettura di policromie superficiali, seguendo un approccio esclusivamente non invasivo, non distruttivo e in situ, cercando di limitare il più possibile le delicate operazioni di movimentazione che coinvolgono comunque manufatti di notevole pregio e di estrema fragilità.4 L'insieme dei dati ottenuti, dalle indagini scientifiche e dalle prove di pulitura, contribuiscono all'approfondimento sullo studio delle tecniche antiche e alla migliore lettura e interpretazione storico-stilistica delle opere, fornendo risultati inediti per gli aspetti finora meno studiati. In particolare sono emersi dati interessanti sui restauri condotti nell'antichità e quelli di età contemporanea (anni 60' e 80' del Novecento), così come gli aspetti sulla policromia legata agli inserti metallici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


