Mass movements at high elevation during wintertime are rare events in the Italian Alps, but are generally large events compared to those occurring in other seasons. In a context of climate change, their interpretation is particularly challenging due to the risk implications during a highly tourist season in the mountains, and because their occurrence seemingly contradicts the attribution of recent mass movements in high-alpine environments to global warming. To shed some light on this topic, we reviewed 12 mass movements in the Italian Alps that occurred at elevations above 1500 m, documented from mid-December to January, henceforth during the Christmas period. The aim is to understand whether recent events may be related to ongoing climate and environmental changes. Even though the small number of analysed mass movements does not allow statistically based conclusions, some preliminary considerations could be drafted. We observe a seeming increase in the frequency and elevation of winter mass-movement events in the last two decades, with an increased number of failures involving rock slopes under permafrost conditions, and a transition from heavy-precipitations controlled mass movements to temperature-anomalies and -fluctuations controlled mass movements. We also show that any type of instability process can occur in winter, including debris flows, with rock falls/avalanches prevailing. These findings may partly stem from an increased number of mass-movement reports deriving from the growing attention in recent years to the impacts of climate change and their related risks. Considering the growing anthropic pressure on alpine areas even in winter, especially for tourism purposes, it is crucial to broaden our knowledge on winter mass movements by expanding and analysing a larger case history, through the opportunities offered by new technologies and citizen science.

I movimenti di massa in alta quota sono eventi rari in inverno nelle Alpi Italiane, ma presentano sovente grandi dimensioni se confrontati con gli eventi che si verificano in altre stagioni. L'interpretazione delle condizioni di innesco è particolarmente delicata, considerata l'elevata frequentazione turistica della montagna durante il periodo invernale, e dunque le condizioni di rischio associate, e perché il loro accadimento potrebbe apparire in contraddizione con l'attribuzione di molti recenti fenomeni d'instabilità in alta quota al riscaldamento climatico in corso. Per fare luce su questo tema, abbiamo preso in considerazione 12 movimenti di massa avvenuti nelle Alpi Italiane a quote superiori a 1500 m tra metà dicembre e gennaio, ovvero durante il periodo natalizio, con l'obiettivo di comprendere se i recenti eventi d'instabilità possano essere collegati ai cambiamenti climatici e ambientali in corso. Anche se l'esiguo numero di movimenti di massa analizzati non consente di trarre conclusioni statisticamente basate, è possibile enucleare alcune considerazioni preliminari. Negli ultimi due decenni si osserva un apparente aumento della frequenza e della quota dei movimenti di versante invernali, con un aumento del numero di eventi che coinvolgono versanti rocciosi in condizioni di permafrost, e una transizione da fenomeni controllati da precipitazioni abbondanti a eventi controllati da anomalie e fluttuazioni della temperatura. Nel nostro lavoro mostriamo inoltre come in inverno possa verificarsi qualsiasi tipo di processo d'instabilità di versante, comprese le colate detritiche, anche se prevalgono i crolli/valanghe di roccia. Le osservazioni provenienti dai casi di studio potrebbero in parte dipendere da un aumento del numero di segnalazioni dovuto alla crescente attenzione verso gli impatti dei cambiamenti climatici e i rischi associati. Considerata la crescente pressione antropica sulle aree alpine, soprattutto a scopi turistici, anche nel periodo invernale, è cruciale approfondire le conoscenze sui movimenti di massa invernali, analizzando in maggior dettaglio ed ampliando la casistica disponibile, anche attraverso le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalla citizen science.

Christmas Mass Movements in the Italian Alps

Marta Chiarle;Giovanni Mortara;
2023

Abstract

Mass movements at high elevation during wintertime are rare events in the Italian Alps, but are generally large events compared to those occurring in other seasons. In a context of climate change, their interpretation is particularly challenging due to the risk implications during a highly tourist season in the mountains, and because their occurrence seemingly contradicts the attribution of recent mass movements in high-alpine environments to global warming. To shed some light on this topic, we reviewed 12 mass movements in the Italian Alps that occurred at elevations above 1500 m, documented from mid-December to January, henceforth during the Christmas period. The aim is to understand whether recent events may be related to ongoing climate and environmental changes. Even though the small number of analysed mass movements does not allow statistically based conclusions, some preliminary considerations could be drafted. We observe a seeming increase in the frequency and elevation of winter mass-movement events in the last two decades, with an increased number of failures involving rock slopes under permafrost conditions, and a transition from heavy-precipitations controlled mass movements to temperature-anomalies and -fluctuations controlled mass movements. We also show that any type of instability process can occur in winter, including debris flows, with rock falls/avalanches prevailing. These findings may partly stem from an increased number of mass-movement reports deriving from the growing attention in recent years to the impacts of climate change and their related risks. Considering the growing anthropic pressure on alpine areas even in winter, especially for tourism purposes, it is crucial to broaden our knowledge on winter mass movements by expanding and analysing a larger case history, through the opportunities offered by new technologies and citizen science.
2023
Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica - IRPI
I movimenti di massa in alta quota sono eventi rari in inverno nelle Alpi Italiane, ma presentano sovente grandi dimensioni se confrontati con gli eventi che si verificano in altre stagioni. L'interpretazione delle condizioni di innesco è particolarmente delicata, considerata l'elevata frequentazione turistica della montagna durante il periodo invernale, e dunque le condizioni di rischio associate, e perché il loro accadimento potrebbe apparire in contraddizione con l'attribuzione di molti recenti fenomeni d'instabilità in alta quota al riscaldamento climatico in corso. Per fare luce su questo tema, abbiamo preso in considerazione 12 movimenti di massa avvenuti nelle Alpi Italiane a quote superiori a 1500 m tra metà dicembre e gennaio, ovvero durante il periodo natalizio, con l'obiettivo di comprendere se i recenti eventi d'instabilità possano essere collegati ai cambiamenti climatici e ambientali in corso. Anche se l'esiguo numero di movimenti di massa analizzati non consente di trarre conclusioni statisticamente basate, è possibile enucleare alcune considerazioni preliminari. Negli ultimi due decenni si osserva un apparente aumento della frequenza e della quota dei movimenti di versante invernali, con un aumento del numero di eventi che coinvolgono versanti rocciosi in condizioni di permafrost, e una transizione da fenomeni controllati da precipitazioni abbondanti a eventi controllati da anomalie e fluttuazioni della temperatura. Nel nostro lavoro mostriamo inoltre come in inverno possa verificarsi qualsiasi tipo di processo d'instabilità di versante, comprese le colate detritiche, anche se prevalgono i crolli/valanghe di roccia. Le osservazioni provenienti dai casi di studio potrebbero in parte dipendere da un aumento del numero di segnalazioni dovuto alla crescente attenzione verso gli impatti dei cambiamenti climatici e i rischi associati. Considerata la crescente pressione antropica sulle aree alpine, soprattutto a scopi turistici, anche nel periodo invernale, è cruciale approfondire le conoscenze sui movimenti di massa invernali, analizzando in maggior dettaglio ed ampliando la casistica disponibile, anche attraverso le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalla citizen science.
winter mass movements
climate forcing
landslides
Italian Alps
high-alpine environment
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/439011
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