Impiego di una tecnologia basata su sensori per la gestione razionale della fertirrigazione di pomodoro in coltivazione senza suolo

In ambiente Mediterraneo, dove si ricorre spesso all'utilizzo di acqua salina per scopi irrigui a causa della carenza di acqua di buona qualità, la gestione della soluzione nutritiva mediante sistemi a ciclo aperto costituisce la strategia irrigua più adottata nel settore delle coltivazioni senza suolo. Tale strategia, adottata principalmente per garantire una frazione di lisciviazione tale da evitare l'accumulo di sali nella zona radicale, mette fortemente in discussione la sostenibilità ambientale delle colture senza suolo, soprattutto se associata ad approcci empirici per il pilotaggio della fertirrigazione, per via dell'eccessivo rilascio nell'ambiente di soluzioni nutritive esauste. Sebbene meno impattante, l'adozione di sistemi a ciclo chiuso richiederebbe frequenti sostituzioni della soluzione nutritiva a causa della presenza di NaCl che si accumula nell'ambiente radicale. Obiettivo della ricerca è stato valutare come l'utilizzo di tecnologie smart possa migliorare la sostenibilità dei sistemi di coltivazione a ciclo aperto (CA), con risultati sovrapponibili a quelli che è possibile ottenere con i sistemi a ciclo chiuso (CC). La prova è stata condotta presso l'Azienda sperimentale La Noria del Cnr-Ispa, sita in Mola di Bari, utilizzando un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con tre ripetizioni. Un innovativo sistema per il pilotaggio automatico di precisione della fertirrigazione è stato applicato ad una coltivazione senza suolo di pomodoro ciliegino, utilizzando acqua moderatamente salina (CE di 3,7 dS/m). La coltivazione a ciclo aperto con sensori (CAs) è stata confrontata con quella a CC e con quella a CA basata sulla gestione con timer degli interventi (CA). La coltivazione CAs e quella a CC hanno comportato una minore crescita delle piante rispetto al CA, con una riduzione in termini di area fogliare e altezza delle piante.