Le malattie cerebrovascolari rappresentano la terza causa di mortalità e la seconda maggior causa di disabilità a lungo termine nei paesi occidentali.[ ] Circa il 60% dei pazienti sopravvissuti a uno stroke presenta un deficit sensitivo/motorio alla mano e necessita di un trattamento riabilitativo finalizzato al recupero dell'arto superiore.[ ] Nascono così, nell'arco dell'ultimo ventennio, diversi dispositivi meccanici per il trattamento riabilitativo dell'arto superiore, principalmente di spalla e gomito. La complessità dei movimenti di polso e dita porta a un ritardo nello sviluppo di macchine per il trattamento della mano e solo nel 2003 esce sul mercato un primo dispositivo meccanico per la mobilizzazione passiva continua (CPM) di polso e dita. Il CPM è un trattamento riabilitativo utilizzato da oltre trent'anni; il chirurgo canadese R. B. Salter ne è considerato l'inventore con studi sviluppati negli anni '70, applicati in un'ampia gamma di patologie aventi effetti negativi sulla mobilità delle articolazioni. Applicata a patologie ortopediche riduce il dolore postoperatorio, migliora la circolazione locale sia arteriosa sia venosa, accelera il recupero del range di movimento fisiologico e riduce l'incidenza di una serie di complicazioni da adesione intra e extra articolare [ ] ed è efficace nel ridurre l'edema di una lesione e il versamento articolare [ ], abbreviando il tempo di ricovero. [ ] Il trattamento CPM sembra valido anche per pazienti neurologici per i quali si documentano in letteratura gli effetti positivi. Uno studio eseguito su un gruppo di pazienti con emiplegia cronica evidenzia una riduzione della spasticità dell'estremità distale dell'arto superiore. [ ] Altri studi riportano l'efficacia del CPM nel ridurre l'edema della mano [ ], in particolare in pazienti con emiplegia flaccida in fase subacuta.[ ] Una recente review sui meccanismi di riapprendimento motorio, nella quale si conferma che fattori come l'attenzione e gli stimoli (rinforzo) abbiano un ruolo cruciale nell'apprendimento, evidenzia che il riapprendimento motorio può verificarsi nei pazienti neurologici anche in situazioni di sola stimolazione sensoriale passiva. In un'altra recentissima review dove si dimostrano i benefici dello stretching e della mobilizzazione passiva dell'arto superiore in pazienti affetti da stroke e si conclude che tale trattamento merita ulteriori ricerche di approfondimento. Le evidenze sull'efficacia del CPM riportate in letteratura e la possibilità di una collaborazione con il dipartimento di ingegneria meccanica dell'Università degli Studi di Brescia e con la società Idrogenet s.r.l portano allo sviluppo di un dispositivo portatile CPM per il trattamento della mano di pazienti neurologici. Scopo di questo studio pilota multicentrico è di verificare l'applicabilità del dispositivo nel trattamento intensivo di pazienti colpiti da stroke
Use of continuous passive motion device for the hand on post-stroke patients: pilot study.
Caimmi M;
2011
Abstract
Le malattie cerebrovascolari rappresentano la terza causa di mortalità e la seconda maggior causa di disabilità a lungo termine nei paesi occidentali.[ ] Circa il 60% dei pazienti sopravvissuti a uno stroke presenta un deficit sensitivo/motorio alla mano e necessita di un trattamento riabilitativo finalizzato al recupero dell'arto superiore.[ ] Nascono così, nell'arco dell'ultimo ventennio, diversi dispositivi meccanici per il trattamento riabilitativo dell'arto superiore, principalmente di spalla e gomito. La complessità dei movimenti di polso e dita porta a un ritardo nello sviluppo di macchine per il trattamento della mano e solo nel 2003 esce sul mercato un primo dispositivo meccanico per la mobilizzazione passiva continua (CPM) di polso e dita. Il CPM è un trattamento riabilitativo utilizzato da oltre trent'anni; il chirurgo canadese R. B. Salter ne è considerato l'inventore con studi sviluppati negli anni '70, applicati in un'ampia gamma di patologie aventi effetti negativi sulla mobilità delle articolazioni. Applicata a patologie ortopediche riduce il dolore postoperatorio, migliora la circolazione locale sia arteriosa sia venosa, accelera il recupero del range di movimento fisiologico e riduce l'incidenza di una serie di complicazioni da adesione intra e extra articolare [ ] ed è efficace nel ridurre l'edema di una lesione e il versamento articolare [ ], abbreviando il tempo di ricovero. [ ] Il trattamento CPM sembra valido anche per pazienti neurologici per i quali si documentano in letteratura gli effetti positivi. Uno studio eseguito su un gruppo di pazienti con emiplegia cronica evidenzia una riduzione della spasticità dell'estremità distale dell'arto superiore. [ ] Altri studi riportano l'efficacia del CPM nel ridurre l'edema della mano [ ], in particolare in pazienti con emiplegia flaccida in fase subacuta.[ ] Una recente review sui meccanismi di riapprendimento motorio, nella quale si conferma che fattori come l'attenzione e gli stimoli (rinforzo) abbiano un ruolo cruciale nell'apprendimento, evidenzia che il riapprendimento motorio può verificarsi nei pazienti neurologici anche in situazioni di sola stimolazione sensoriale passiva. In un'altra recentissima review dove si dimostrano i benefici dello stretching e della mobilizzazione passiva dell'arto superiore in pazienti affetti da stroke e si conclude che tale trattamento merita ulteriori ricerche di approfondimento. Le evidenze sull'efficacia del CPM riportate in letteratura e la possibilità di una collaborazione con il dipartimento di ingegneria meccanica dell'Università degli Studi di Brescia e con la società Idrogenet s.r.l portano allo sviluppo di un dispositivo portatile CPM per il trattamento della mano di pazienti neurologici. Scopo di questo studio pilota multicentrico è di verificare l'applicabilità del dispositivo nel trattamento intensivo di pazienti colpiti da strokeI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


