L’apprendimento della lingua è centrale nei percorsi di inclusione sociale degli adulti migranti. In particolare, la composizione della popolazione straniera presente in Italia e i suoi bisogni formativi introducono sfide importanti per l’educazione linguistica, quali l’alfabetizzazione e la scolarizzazione, che si affiancano all’apprendimento della competenza comunicativa. In questo contesto, un agente conversazionale, utilizzabile da dispositivi mobili, può giocare un significativo ruolo di integrazione tra apprendimento formale e informale, facendo leva sull’interattività e sulla flessibilità di utilizzo. Calando la problematica nella realtà dei CPIA1, nel contributo si illustrerà come approcci metodologici, tagliati sui bisogni di migranti scarsamente o per nulla alfabetizzati, siano stati tradotti nelle specifiche funzionali di un chatbot (CPIAbot) di supporto alla didattica in aula e fuori dall’aula. Si analizzerà l’intreccio fra bisogni specifici, approcci didattico-metodologico e architettura del bot, evidenziandone punti di forza e criticità in vista di una prossima sperimentazione finalizzata a verificare l’efficacia di CPIAbot nel supportare migranti scarsamente scolarizzati nell’apprendimento dell’italiano L2
Un assistente conversazionale a supporto dell’apprendimento dell’italiano L2 per migranti: CPIAbot
Ravicchio F.;Robino G.;
2020
Abstract
L’apprendimento della lingua è centrale nei percorsi di inclusione sociale degli adulti migranti. In particolare, la composizione della popolazione straniera presente in Italia e i suoi bisogni formativi introducono sfide importanti per l’educazione linguistica, quali l’alfabetizzazione e la scolarizzazione, che si affiancano all’apprendimento della competenza comunicativa. In questo contesto, un agente conversazionale, utilizzabile da dispositivi mobili, può giocare un significativo ruolo di integrazione tra apprendimento formale e informale, facendo leva sull’interattività e sulla flessibilità di utilizzo. Calando la problematica nella realtà dei CPIA1, nel contributo si illustrerà come approcci metodologici, tagliati sui bisogni di migranti scarsamente o per nulla alfabetizzati, siano stati tradotti nelle specifiche funzionali di un chatbot (CPIAbot) di supporto alla didattica in aula e fuori dall’aula. Si analizzerà l’intreccio fra bisogni specifici, approcci didattico-metodologico e architettura del bot, evidenziandone punti di forza e criticità in vista di una prossima sperimentazione finalizzata a verificare l’efficacia di CPIAbot nel supportare migranti scarsamente scolarizzati nell’apprendimento dell’italiano L2| File | Dimensione | Formato | |
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