Negli ultimi anni si è manifestato un forte desiderio di recuperare le tradizioni culinarie, di riscoprire antichi sapori, di ampliare la gamma delle preparazioni alimentari e soprattutto di consumare prodotti salutari tipici della dieta mediterranea. Tutto ciò ha portato ad una rinnovata attenzione verso le specie spontanee eduli, ingredienti tipici di molte ricette tradizionali ma difficilmente reperibili in commercio. Nelle regioni dell’Italia meridionale, assume un notevole interesse la cardogna comune o cardoncello (Scolymus hispanicus L.), appartenente della famiglia delle Asteraceae ed originaria della regione mediterranea. La si può trovare negli incolti, lungo i bordi delle strade e nei territori nitrificati. È apprezzata non solo come ingrediente di numerose ricette tradizionali consumate durante le festività natalizie e pasquali, ma anche per le sue proprietà salutistiche. Presenta proprietà antibatteriche, antinfiammatorie ed antitumorali ed è inoltre fonte di calcio, potassio e magnesio. La crescente domanda da parte dei consumatori e la difficoltà di reperire il materiale cresciuto spontaneamente hanno stimolato la sua messa a coltura. Tuttavia, la letteratura manca di riscontri sperimentali relativi allo studio delle tecniche di coltivazione di questa specie. Nell’ambito del progetto di ricerca Bo.Bio.Ga., finanziato dal PSR della Regione Puglia, è stata realizzata una ricerca volta a studiare le caratteristiche morfologiche e produttive della cardogna comune trapiantata in due epoche (10-11-2020 e 22-02-2021) e sottoposta a 3 livelli di azoto (0, 100 e 200 kg N ha-1, indicati rispettivamente N0, N100 e N200). I semi di cardogna sono stati reperiti nelle aree incolte localizzate in prossimità del bosco “Difesa grande” di Gravina in Puglia, e seminati in contenitori alveolati per l’ottenimento delle piantine. Le prove sperimentali sono state realizzate in pien’aria presso l’azienda agricola “Ditaranto” in agro di Gravina in Puglia. E’ stato utilizzato un disegno sperimentale a parcelle suddivise con tre ripetizioni. Nel corso dei diversi cicli colturali sono stati rilevati i ritmi di accrescimento, le fasi fenologiche, l’indice SPAD e l’eventuale presenza di parassiti o malattie. I risultati hanno evidenziato che con il ritardo dell’epoca di impianto la produzione si dimezza. Infatti, la produzione commerciabile, in media, è stata pari a 1,67 e 0,85 kg m-2, rispettivamente per la prima e seconda epoca, mentre la produzione commerciabile di prodotto toelettato è stata pari rispettivamente a 0,75 e 0,36 kg m-2. La resa in prodotto toelettato è stata pari a circa il 44% per la prima epoca e 41% per la seconda. Le differenze di produzione sono state determinate dal diverso peso medio delle piante a sua volta influenzato sia dal numero di foglie per pianta che dalla loro dimensione (lunghezza e larghezza). La cardogna, inoltre, mostra una bassa risposta alla concimazione azotata. Infatti, tra il testimone (N0) non concimato e N100 si è registrato un incremento produttivo limitato (circa il 6 e 15% alla prima epoca, e 15 e 12% alla seconda epoca, rispettivamente di prodotto commerciabile e prodotto toelettato commerciabile), mentre con la dose di N più elevata (N200) non sono stati ottenuti ulteriori incrementi di produzione. L’optimum di disponibilità di N raggiunto con la dose intermedia di concimazione è confermato dai dati di SPAD che indicano il contenuto di clorofilla delle foglie che, notoriamente, è strettamente correlato alla disponibilità di azoto. Infatti, in entrambe le epoche, i valori più bassi sono stati registrati per N0, mentre in N200 non sono stati osservati incrementi ulteriori rispetto a N100. Quelli ottenuti in questa ricerca sono i primi dati sperimentali che possono risultare utili agli operatori del settore per la messa a coltura della cardogna comune. Ulteriori studi sono opportuni per valutare la risposta ad altre pratiche agronomiche.
Effetto dell’epoca di trapianto e del livello di azoto sulle caratteristiche morfologiche e produttive della cardogna comune (Scolymus Hispanicus L.)
Sergio Lucrezia;Cantore Vito;Boari Francesca
;Casella Francesca;
2023
Abstract
Negli ultimi anni si è manifestato un forte desiderio di recuperare le tradizioni culinarie, di riscoprire antichi sapori, di ampliare la gamma delle preparazioni alimentari e soprattutto di consumare prodotti salutari tipici della dieta mediterranea. Tutto ciò ha portato ad una rinnovata attenzione verso le specie spontanee eduli, ingredienti tipici di molte ricette tradizionali ma difficilmente reperibili in commercio. Nelle regioni dell’Italia meridionale, assume un notevole interesse la cardogna comune o cardoncello (Scolymus hispanicus L.), appartenente della famiglia delle Asteraceae ed originaria della regione mediterranea. La si può trovare negli incolti, lungo i bordi delle strade e nei territori nitrificati. È apprezzata non solo come ingrediente di numerose ricette tradizionali consumate durante le festività natalizie e pasquali, ma anche per le sue proprietà salutistiche. Presenta proprietà antibatteriche, antinfiammatorie ed antitumorali ed è inoltre fonte di calcio, potassio e magnesio. La crescente domanda da parte dei consumatori e la difficoltà di reperire il materiale cresciuto spontaneamente hanno stimolato la sua messa a coltura. Tuttavia, la letteratura manca di riscontri sperimentali relativi allo studio delle tecniche di coltivazione di questa specie. Nell’ambito del progetto di ricerca Bo.Bio.Ga., finanziato dal PSR della Regione Puglia, è stata realizzata una ricerca volta a studiare le caratteristiche morfologiche e produttive della cardogna comune trapiantata in due epoche (10-11-2020 e 22-02-2021) e sottoposta a 3 livelli di azoto (0, 100 e 200 kg N ha-1, indicati rispettivamente N0, N100 e N200). I semi di cardogna sono stati reperiti nelle aree incolte localizzate in prossimità del bosco “Difesa grande” di Gravina in Puglia, e seminati in contenitori alveolati per l’ottenimento delle piantine. Le prove sperimentali sono state realizzate in pien’aria presso l’azienda agricola “Ditaranto” in agro di Gravina in Puglia. E’ stato utilizzato un disegno sperimentale a parcelle suddivise con tre ripetizioni. Nel corso dei diversi cicli colturali sono stati rilevati i ritmi di accrescimento, le fasi fenologiche, l’indice SPAD e l’eventuale presenza di parassiti o malattie. I risultati hanno evidenziato che con il ritardo dell’epoca di impianto la produzione si dimezza. Infatti, la produzione commerciabile, in media, è stata pari a 1,67 e 0,85 kg m-2, rispettivamente per la prima e seconda epoca, mentre la produzione commerciabile di prodotto toelettato è stata pari rispettivamente a 0,75 e 0,36 kg m-2. La resa in prodotto toelettato è stata pari a circa il 44% per la prima epoca e 41% per la seconda. Le differenze di produzione sono state determinate dal diverso peso medio delle piante a sua volta influenzato sia dal numero di foglie per pianta che dalla loro dimensione (lunghezza e larghezza). La cardogna, inoltre, mostra una bassa risposta alla concimazione azotata. Infatti, tra il testimone (N0) non concimato e N100 si è registrato un incremento produttivo limitato (circa il 6 e 15% alla prima epoca, e 15 e 12% alla seconda epoca, rispettivamente di prodotto commerciabile e prodotto toelettato commerciabile), mentre con la dose di N più elevata (N200) non sono stati ottenuti ulteriori incrementi di produzione. L’optimum di disponibilità di N raggiunto con la dose intermedia di concimazione è confermato dai dati di SPAD che indicano il contenuto di clorofilla delle foglie che, notoriamente, è strettamente correlato alla disponibilità di azoto. Infatti, in entrambe le epoche, i valori più bassi sono stati registrati per N0, mentre in N200 non sono stati osservati incrementi ulteriori rispetto a N100. Quelli ottenuti in questa ricerca sono i primi dati sperimentali che possono risultare utili agli operatori del settore per la messa a coltura della cardogna comune. Ulteriori studi sono opportuni per valutare la risposta ad altre pratiche agronomiche.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
2023 Sergio Cardogna SOI_Acta-Italus-Hortus-28.pdf
solo utenti autorizzati
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
2.83 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.83 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


